Capitolo 44

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Ciao a tutti! Sono la vostra Alis e lo so che mi ucciderete per la mia lunga assenza ma avevo bisogno di staccare la spina da tutto. Quest'anno è stato un po particolare, anzi possiamo dire ambiguo, e per affrontare tutto ciò mi rinchiudevo in me stessa e non avevo nessuna ispirazione per scrivere. L'unica nota nota positiva del prossimo anno è che viaggerò parecchio: Madrid, Barcellona, Lisbona e Budapest! 
Volevo chiarire questa mia lunga assenza a voi che mi scrivete sempre per sapere quando pubblicherò un altro capitolo!
Un grandissimo abbraccio a tutte
La vostra Alice 


-Ameliè, stai bene?- chiese Neymar risvegliandomi da un lungo stato di silenzio mentre il piccolo bambino mi scrutava dalla testa ai piedi incuriosito. 
A dire la verità, il piccolo a primo impatto non assomigliava al padre visto che aveva la pelle candida come la neve e gli occhi di un marrone scuro quasi tendente al nero e la cosa buffa era il colore dei capelli: biondo. I miei occhi si muovevano velocemente da destra a sinistra cercando un collegamento tra di loro, davvero era suo figlio? 

Davi, se non ricordo male il suo nome, ha spostato lo sguardo timido e le sue guance si sono colorate di rosso mentre Neymar gli sistema velocemente una ciocca di capelli biondi che gli era finiti sugli occhi. A dire la verità quel bambino l'avevo già visto, forse non avevo dato peso alla  cosa o forse ero troppo presa da suo padre. 

Oh si! Quel bambino era seduto nelle prime file in chiesa durante il matrimonio di Neymar e aveva un piccolo smoking color nero e la cravatta uguale a quella del padre. Ma perché nessuno mi aveva detto della esistenza del bambino?  Nemmeno Thiago e Hulk, neppure Dani o Leo. 
Quel bambino è sempre stato accanto a me e io sono stata così ingenua a non sapere chi fosse.

- Sto bene- ammisi seriamente guardandolo dritto negli occhi e alzando un sopracciglio -Non vedi?- domandai in fine.

Mentre Neymar stava cercando di formulare una risposta visibilmente in difficoltà io mi abbassai rimanendo sulle ginocchia e sorrisi al bambino. 
-Ciao, io sono Ameliè- salutai educatamente guardando il bambino che si nascondeva dietro le gambe del padre imbarazzato.

-Che nome strano- rispose il bambino con un filo di voce che mi fece scappare un risolino divertito - Mi chiamo Davi- continuò facendo spuntare la sua testa da dietro le gambe di Neymar.

-Dovrei proprio andare- dissi alzandomi in piedi e sistemando la felpa -Ci si vede- continuai guardando Neymar e poi girarmi di schiena e iniziando a camminare verso la porta.

-Aspetta- disse Neymar facendomi fermare - Porto Davi al parco, vuoi venire?- domandò un po agitato.

-Va bene- risposi girandomi verso di lui e annuendo più volte - Andiamo?- chiesi guardando il bambino che sorrise e corse verso la porta.

-Dobbiamo parlare- disse Neymar velocemente mettendosi le mani in tasca  e seguendo il figlio che correva giocoso nei corridoi. 

-Non dobbiamo parlare- risposi secca superandolo e seguendo Davi che ci aspettava alla porta sorridente mentre mi sistemavo il cappuccio della felpa. 

Quando uscimmo dallo stadio camminammo per lunghi metri in silenzio mentre ascoltavamo il piccolo Davi parlare senza sosta del suo cartone preferito, era interessante, forse più di stare in un lunga quiete. 
Di nascosto spostai lo sguardo e sorrisi vedendo Neymar intento a calciare un piccolo sassolino e quando si accorse del mio sguardo si voltò verso di me e inchiodò i suoi occhi nei miei. 

Guardai Neymar negli occhi e non avevo alcuna intenzione di spostare lo sguardo dal suo, e mi domandavo il perché continuavo a perdere tempo con lui?  Forse era lui "quella persona", quel grande amore che ti porta via dal buio, ti salva e che amerai per tutto il resto della vita. Quando sto con lui amo e brillo di felicità, brillo e amo come se fossi un fuoco d'artificio.  
Non ho mai avuto un luogo fisso da chiamare "casa" ma quando ero tra le sue braccia, mi sentivo come se avessi trovato quel posto da farmi sentire finalmente stabile.  Sorridevo accanto a lui, ero il suo "piccolo angelo" e avevo quell'amore tra le braccia che mi faceva sentire forte.

Avevo diverse scelte: girarmi e camminare verso una meta non precisa oppure andare verso di lui e baciarlo come non ho fatto in vita mia.  Quindi scelsi la seconda, e cavolo, stavo per baciare Neymar Junior davanti a suo figlio e risi solo al pensiero.

 Ed ecco che ci stavamo baciando, la mia mano ha preso coraggio e l'ho posata sulla sua guancia mentre lui mi ha alzato per la vita facendomi restare in punta di piedi. Quando le sue labbra socchiuse hanno incontrato le mie sono rimasta quasi senza fiato.  Neymar mi stava baciando. E' quel genere di bacio che devi tenerlo per te per quanto è intimo. E' quel genere di bacio che mi ha fatto capire che non ero mai stata così felice, prima. 

Mentre ci stavamo baciando, sentivo il mondo attorno a noi svanire piano piano e c'eravamo solo io e lui. Lui e io. In quel momento mi resi conto che tenevo gli occhi chiusi e quando li aprì vidi che Neymar mi stava fissando. Non avevo mai visto occhi così belli, quel verde smeraldo non era mai stato così vicino ai miei occhi.

-Quando mi hai guardato ho pensato "stavolta mi salva o mi uccide"- sussurrò Neymar baciandomi la fronte e sorrisi al pensiero che per l'ennesima volta mi aveva affidato il suo cuore.

-Io penso che sei l'addio che non riuscirò mai a dire- risposi sincera guardandolo negli occhi e lui sorrise rilassato baciandomi ancora.

-Davi?- domandai guardandolo e staccandomi arrossendo.

- Sullo scivolo- rispose Neymar tranquillo -Andiamo?- domandò porgendomi la mano e sorridendo felice come se la domanda avesse un altro fine.

-Andiamo- risposi prendendo la sua mano e intrecciando le dita dandogli la conferma che sarei andata con lui ovunque lui sia. -Ma poi dovrai spiegarmi diverse cose- continuai.

-Abbiamo tempo, piccolo angelo- rispose Neymar stringendomi la mano e camminando verso il figlio

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caro undici,sei il mio ossigeno {Neymar Jr}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora