Sono malata.
A vent'anni non bisognerebbe essere malati, forse o magari potrei accettare frasi del tipo "sono malata d'amore", quello riuscirei ad accettarlo, con fatica ma potrei farlo.
Quattro anni fa mi è stata diagnosticata una malattia che mi ha cambiato la vita, sia in positivo che in negativo.
"Diplopia". Di-plo-pia, mi piaceva pronunciare quella parola, non sembrava un nome di una malattia ma anzi di qualcosa di bizzarro, di curioso.
Come dicevano i medici, io ero speciale, ero- sono rara. Chi è quel fortunato che vede costantemente doppio? Io!
Vedo due televisori, due tavoli, due banconote, due matite, due macchine e così via all'infinito.
Quasi quasi, è incredibile che io non sia ancora impazzita con questa mia "fortuna", forse è destino o forse è sfiga, decidete voi.
Ho letto tanto per cercare di accettare la mia malattia, sono andata da specialisti oppure cercato su internet. Ma nessuno mi dava la giusta soluzione per "accettarmi così come sono".
Alla fine, dopo anni ho capito che non dovevo correre ai ripari tra le braccia di altre persone ma trovare io la soluzione, dentro di me.
Alla fine, ho iniziato a creare mentalmente tre step per accettare la mia malattia.
- Essere autoironico: Non esiste cosa migliore di trasformare un disagio in punto di forza. Forse inizierò ad amarmi e soprattutto le persone ameranno me. Perché chissà, sono l'unica figa a vedere doppio, eccitante no?
- Essere positivi: Mai essere cattivi con se stessi. Per tutti è scontata la frase "sorridi alla vita", però letteralmente è la cosa più vera che potessi mai dire. Perché devo odiare la vita per avermi dato questa malattia? Perché devo vivere infelice per la diplopia? Anzi, devo essere felice per l'opportunità di essere al mondo, per combattere per il mio futuro.
-Volersi bene. L'ultimo step, forse quello più importante, il gradino più alto. Devo volermi bene,accettarmi così come sono. Anzi, volermi bene di più perché sono speciale, trovarmi bella con quegli occhi così malati.
Non voglio fare la morale, anzi se sono qua a scrivere la mia storia e condividerla con voi popolo di Facebook, perché odio vedere persone con certe malattie e disagi abbattersi al tal punto di odiarsi.
Vivete sereni. Vivete felici.
E soprattutto amatevi abbastanza da sorridere sempre.
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caro undici,sei il mio ossigeno {Neymar Jr}
Fanfic"C'era una cosa che non capivo proprio. Eravamo diversi, spigolosi, incompleti e incompatibili, eppure ci amavamo come pazzi." Amélie Conte,18 anni. Neymar da Silva Santos Júnior, 22 anni. Una ragazza timida,goffa ed è terrorizzata dall'amore. Un ra...