" A tutte le ragazze che si credono brutte. Voi siete bellissime,sempre.
La vostra Alice"
Era passata una settimana da quel bacio in campo e vorrei dirvi che sta andando tutto a gonfie vele ma non posso. Dopo quel bacio Neymar mi evita. Quando entro in una stanza lui esce. Non mi parla più,alcune volte mi saluta con un cenno di mano ma raramente. Le cause di questo allontanamento sono ancora ignote. Thiago pensa che sia stata Bruna a farci allontanare ma secondo me si è' solamente stufato.
Molte persone pensano che sia felice e spensierata. Ma non e' così, sto candendo a pezzi. Sorrido per nascondere tutta la rabbia e la tristezza che provo. Ma nessuno si e' mai accorto di questa immensa bugia.
Odiavo ammetterlo ma ogni giorno pensavo a Neymar. Pensavo alle sue labbra. Al suo sapore. Pensavo al colore dei suoi occhi. Pensavo al suo viso. Alcune volte sorrido istintivamente perché penso a lui.
Oggi c'è la partita Brasile-Colombia. Questa volta avevo chiesto io di mia spontanea volontà a mio padre di portarmi a guardare la partita. Avevo bisogno di guardare negli occhi Neymar e di dirgli "vaffanculo". Una semplice parola ma che racchiude tutto ciò che provo.
Mio padre mi stava aspettando nella hall e io era appena entrata in ascensore. Mi guardai allo specchio e incominciai a sistemarmi. Ai piedi indossavo le converse bianche basse. C'era un caldo terribile e così decisi di mettermi degli calzoncini di jeans chiari con la maglietta della nazionale brasiliana. Che numero? Ovviamente il dieci. Avevo deciso di lasciare i miei capelli mossi dato che non avevo tempo per lisciarmeli. Per finire indossavo i miei ray-ban neri.
Quando arrivai nella hall mio padre era seduto su una poltroncina di pelle intento a leggere il giornale.
- Sono pronta- lo salutai sedendomi sulle sue gambe.
- Bella la maglietta- disse prendendomi in giro.
- Tifo Brasile- dissi scherzando. Mio padre mi diede un pugno sulla spalla ridendo.
- Indovina? Siamo in prima fila- esultò mio padre dandomi il cinque.
Lo abbracciai fortissimo anche se non dicevo tutto ciò che stava succedendo lui era sempre informato.
18:45
Mio padre era seduto accanto a me sulle poltroncine nere di pelle,stavamo aspettando il fischio di inizio.
- Amélie, cosa significa la parola "selfie"?- chiese mio padre grattandosi la nuca imbarazzato.
- Autoscatto,perché?- dissi ridendo.
- Un ragazzino mi ha chiesto di fare un selfie con lui e io non sapevo che cosa fosse- rispose ridendo.
- Come sei antico- dissi prendendolo in giro. Lui sbuffò.
La partita iniziò e il mio sguardo si posava sempre sul giocatore numero dieci.
- Esistono altri dieci giocatori in campo,sai?- mi domandò prendendomi in giro.
- Non sto guardando Neymar- dissi difendendomi alzando le mani.
- Chi ha parlato di Neymar- rispose ridendo. Sapeva sempre come prendermi per il culo.
- Mi distrai- dissi ritornando a guardare la partita. Mio padre scoppiò a ridere.
Quando l'arbitro fischiò il termine del primo tempo scappai subito in bagno per bagnarmi un po' il viso. In Brasile c'erano molti più gradi rispetto all'Italia. Entrai in bagno e mi sciacquai la faccia con l'acqua fredda. Mi guardai allo specchio e mi sistemai i capelli.
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caro undici,sei il mio ossigeno {Neymar Jr}
Fanfiction"C'era una cosa che non capivo proprio. Eravamo diversi, spigolosi, incompleti e incompatibili, eppure ci amavamo come pazzi." Amélie Conte,18 anni. Neymar da Silva Santos Júnior, 22 anni. Una ragazza timida,goffa ed è terrorizzata dall'amore. Un ra...