Dedico questo capitolo a me stessa, stranamente.
Posso dire che ho terminato finalmente i cinque anni di liceo infernali,sono libera.Questo capitolo è ispirato ad un libro che ho letto.
In questi sette mesi lontana da lui, avevo girato il mondo, per ritrovare me stessa. Per ricominciare.
Per cercare quella parte di me che serviva a ricominciare una nuova vita.
Mi feci nuovi amici, e per la prima volta nella mia vita mi sentì un po più sicura di me.
Avevo imparato molte cose come ad esempio, iniziare una conversazione senza risultare goffa oppure ridere non sembrando una pazza.Alcune volte chiudevo gli occhi immaginando che Neymar fosse lí, che non ci fossimo mai lasciati.
Sentivo ancora il suo profumo sul cuscino oppure alcuni suoi vestiti erano ancora nel suo armadio.
Mi ricordo ancora quando Neymar aveva preparato la cioccolata calda e di sua spontanea volontà l'aveva inserita nel microonde. Due minuti dopo si era sentito un forte esplosione e Neymar rimase sconvolto a sapere che le cioccolate calde erano esplose dentro il forno.
L'avevo capito che non era un granché in cucina.Maggior parte della gente non capiva affatto. Molti mi incoraggiavano ad andare avanti e cercarmi qualcun altro.
Ma come potevo farlo?
Avrei iniziato a paragonare le persone a Neymar, e non sarebbe stato giusto. Non sarebbe stato giusto per loro e per me.Allora dopo sette mesi avevo deciso di mettere un punto a questa storia, potevo uscirne da vincitrice oppure da perdente, ma sicuramente a testa alta. Quindi presi una decisione: scendere e andare negli spogliatoi per scoprire se lui era lì per me. Perché io personalmente non avevo smesso un istante di pensare a lui.
- Ti aspetto fuori, Ameliè- disse mio padre sistemandosi la giacca e facendo un piccolo sorriso sincero, come se volesse incoraggiarmi.
Ricambiai il sorriso e annui con il capo per poi scendere le scale dell'enorme stadio. Camminavo senza fermarmi, contando ogni mio passo per calmarmi e pensare che non stava succedendo nulla. L'avrei solamente rivisto, nulla di più. Solo qualche secondo, e poi me ne sarei andata via.
Ero davanti alla porta di vetro che dava al corridoio centrale e si incominciava a sentire gli schiamazzi dei giocatori felici della vittoria. Guardavo il mio riflesso sul vetro e sbuffai buttando dietro le spalle i capelli lunghi, cercando di non torturarli con le dita.
In quel momento vidi Neymar girarsi verso la porta a vetro ed ogni cosa dentro di me si congelò. I suoi occhi erano dilatati e confusi, come se avesse visto un apparizione, per poi alzare la mano e mimò con le labbra un "Ciao".Quel gesto mi fece tremare letteralmente le ginocchia e mi morsi il labbro per non piangere. Alzai leggermente la mano e sorrisi mimando un veloce "Ciao".
Lui fece un passo avanti posando la mano sul vetro e io la posai contro la sua, eravamo faccia a faccia ma era solo una porta di vetro a separarci. Quando alzai lo sguardo, notai che i suoi occhi erano lucidi ed erano diventati di un verde smeraldo.
- Tudo passa, Ameliè- ammise Neymar guardandomi negli occhi facendo un cuore con le dita sul vetro. Annui senza parlare, mentre una lacrima solcava il mio viso.
Non potevo evitarlo. Mi veniva da ridere, perché era da un bel po che eravamo uno di fronte all'altro limitandoci a sorridere come due bambini impicciati.Decisi di tirare quella porta di vetro per azzerare le distanze e quando lo vidi davanti a me, capì che era un po cambiato. I suoi capelli erano curati, con alcuni colpi di sole biondi e le sue sopracciglia erano tagliate da entrambi i lati, i suoi occhi verdi non smettevano di guardarmi curiosi aspettando una mia mossa.
- Mi ami?- domandai guardandolo negli occhi cercando una risposta - La tua lettera era un addio?- continuai cercando di non tempestarlo di domande, ma avevo bisogno di risposte.
-Si- sussurrò Neymar guardandomi e sfiorandomi il braccio con le sue dita fredde cercando quel piccolo contatto fisico.
- Allora dimostramelo- sputai velocemente fuori quelle parole sfidandolo - Dimostra che mi ami- continuai seria.
Neymar sorrise e le sue gote si tinsero di rosa, mordendosi le labbra pensando a cosa dire per poi avvicinarsi a me a piccoli passi.
-Ti amerò lentamente- sussurrò Neymar sfiorandomi il viso con i polpastrelli delle sue dita creando una linea immaginaria fino alle mie labbra, toccandomele.
- Ti amerò profondamente- continuò portando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio guardandomi negli occhi.
- Ti amerò silenziosamente- ammise facendo un sorriso tenero asciugando una lacrima che era scesa sul mio viso.
- Ti amerò incondizionatamente- disse portando una mia mano alla sua bocca baciandomi le dita lentamente.
- Ti amo, dolcemente e violentemente, lentamente e velocemente. Prima e dopo- disse infine Neymar avvicinandosi alle mie labbra lentamente. -Penso di essere nato per amarti- continuò serio.
Dopo quella dichiarazione d'amore mi fiondai sulle sue braccia facendo finalmente posare le mie labbra sulle sue. Fu un bacio pieno di sentimento: amore, odio, rabbia, passione tutte insieme pronte a mischiarsi.
- Papà- urlò un bambino entrando in corridoio correndo verso di noi, e io mi spostai subito per paura che ci travolgesse.
Neymar sbiancò guardando il bambino che gli aveva abbracciato le gambe e lo guardava con un sorrisetto dolce.
-Davi?- domandò prendendolo in braccio - Non dovevi rimanere con zio Dani?- continuò in panico guardando il bambino e me.-Neymar, chi è?- chiesi guardando il bambino biondo curiosa, mentre era intento a giocare con i capelli del padre.
- E' mio figlio- sussurrò Neymar guardando il basso.
Spalancai gli occhi sconvolta pronta ad urlare.
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caro undici,sei il mio ossigeno {Neymar Jr}
Fanfiction"C'era una cosa che non capivo proprio. Eravamo diversi, spigolosi, incompleti e incompatibili, eppure ci amavamo come pazzi." Amélie Conte,18 anni. Neymar da Silva Santos Júnior, 22 anni. Una ragazza timida,goffa ed è terrorizzata dall'amore. Un ra...