Capitolo 27

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"Questo capitolo e' per augurarvi buone feste.
Si brinda ad Buon Natale e un nuovo anno.
Vi auguro il meglio.
Alis"

Chiusi gli occhi per un istante e ispirai profondamente per far entrare tutta l'aria nei polmoni.

Sorrisi.

Ero in piedi in mezzo al campo e il vento gelido di inzio novembre mi spettinava i capelli.

Ero sola.

Sentivo solo il mio affanno in contemporanea al battito accelerato del mio cuore.

Quando aprii gli occhi spostai il mio sguardo verso l'entrata.

Pensai a lui.

Ripensai alla partita Italia contro Brasile ovvero quando persi. Persi il mio cuore.

Dove per la prima volta incontrai i suoi occhi così ambigui e ne rimasi subito affascinata.

Non conoscevo il suo nome ma i suoi occhi li riavrei riconosciuti tra mille.

Fa male.

Fa terribilmente male da morire ricordare ogni singolo episodio passato con lui.

Ma si continua a ricordare per non dimenticare.

Per paura di dimenticare quegli attimi che sono racchiusi nel cuore.

E allora perché si piange?

Una lacrima bagnò leggermente la mia guancia.

Quando ricordiamo diventiamo subito malinconici e si piange.

E allora che senso ha ricordare?

La gente si attacca ad un ricordo fisso che e' insostituibile, incomparabile o indispensabile nella loro vita.

Il mio pensiero indispensabile è Neymar.

Iniziai a piangere.

Mi ricordo ancora quando ha pronunciato il mio nome, e  ha sorriso sfacciatamente sapendo che ero già pazza di lui.

Se chiudevo gli occhi potevo sentire in lontananza le nostre risate di sottofondo.

Sorrisi al pensiero di noi insieme.

Non nel vero senso della parola dato che non è mai esistito un noi.

Eravamo semplicemente Amélie e Neymar e nient'altro. 

Mi ricordo ancora quando non facevamo altro che cercarci con lo sguardo.

Quando avevo il suo profumo addosso mi sentivo più sicura e meno sola.

Adesso mi manca.

Mi e' mancato l'altro ieri.

Mi e' mancato ieri.

Mi e' mancato oggi.

Mi mancherà ogni singolo giorno finché non starà con me.

E penserò a lui per sorridere.

- Vaffanculo!- urlai pestando il piede al suolo per varie volte scaricando la rabbia che ribolliva in corpo.

Involontariamente portai le mani alle orecchie cercando di non sentire quel silenzio assordante che mi faceva impazzire.

L'assenza di Neymar era così assordante.

caro undici,sei il mio ossigeno {Neymar Jr}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora