Pov. Josh
-amico, basta con questo grugno, sei apatico, va bene, ho capito... ora pensiamo a divertirci... lo sai ancora fare... vero?- mi disse il rosso fra una risata e l'altra con una pacca, alla schiena, interrompendo il mio flusso di pensieri.
-certo che lo so fare, hai davanti a te un animale da festa, come potrei mai scordarmi come vivere?- risposi a mia volta con una pacca leggermente più forte del normale, mozzando il respiro del povero irlandese...
-fiumi di alcol e donne?-
-sono cose da chiedere?-
Il pomeriggio, anche se ormai tardo, si tramutò in un attimo in sera. La casa era diventata un qualcosa d'indefinibile. L'alcol era dappertutto, bottiglie vuote a terra, sui mobili, perfino sui divani e sulle poltrone; le macchie erano ormai innumerabili, spaziavano dai muri alla moquette. La casa era ormai devastata, eppure la festa era appena all'inizio. La musica probabilmente aveva un volume troppo alto, eppure al nostro orecchio, per quanto alcol avevamo ingurgitato, arrivava ovattata e distante.
Al contrario degli altri, io non stavo assolutamente ballando, tutt'altro, io non facevo altro che strusciarmi sulle ragazze, che a fianco a me, dimenavano il loro bel culo a ritmo di musica. Non era un gran che, ma sapevo che sarebbe stato un buon preliminare per ciò che sarebbe successo dopo...
Era ormai arrivato il fatidico dopo festa, e nella villa gli unici rimasti eravamo io, il rosso e ovviamente le giovani e ubriache ragazze che avremmo scopato fino allo sfinimento. Dopo aver scelto la fortunata, la condussi nella camera degli ospito, pronto per spogliarla e liberarmi di tutta la frustrazione accumulata durante il giorno. In pochi minuti lei si trovava già nuda e sdraiata sul letto, intenta a gemere e urlare, mentre io mi trovavo con il viso affondato nelle sue cosce. Dopo averle regalato il miglior orgasmo che lei mai proverà, mi sdraiai a mia volta. Senza emettere un fiato, mi raggiunse, cominciando a spogliarmi e a pompare la mia erezione. D'improvviso si stoppò, e senza alcun preavviso, sorprendendomi e provocandomi un sonoro gemito, se la infilò in bocca, iniziando a succhiare e a leccare con una certa maestria, quasi come a conferma la mia supposizione sulla sua facilità come donna... Dopo avere leccato e succhiato per bene tutta la lunghezza, si soffermò sulla punta, dove mi fece raggiungere in poco tempo il culmine. Prima di raggiungere l'orgasmo però la fermai, afferrandola saldamente per le spalle e spostandola...
-no, ferma... -
-cosa c'è, vuoi venirmi dentro?- mi chiese biascicando con una certa malizia nello sguardo appannato dall'alcol
-no, non... cazzo! Io non posso- dissi sedendomi e passando una mano sul viso in cerca della lucidità che mi ero fottuto con il terzo shot di tequila
-fottuta troia! È colpa tua cazzo!-
-ehi, non darmi della troia!- disse la brunetta nuda al mio fianco
-non parlavo conte, non ti darei mai della troia, piuttosto userei cagna come aggettivo, se mai dovessi descriverti... -
-c'è differenza?- chiese infuriata,
-certo, le troie lo fanno per soldi, tu la dai gratis... - le ghignai finendo di vestirmi e lasciandola sola nel letto. Non appena fui uscito da quella camera, cercai di infilarmi le scarpe nel modo più veloce possibile, dopo di che, mi misi a correre. Dentro di me sentivo crescere, sempre di più, un senso d'inquietudine che non mi riuscivo a spiegare, sapevo solo che dovevo correre. Non mi preoccupai neanche di fare attenzione alla strada, sapendo che i miei piedi, oramai, la conoscevano a memoria. Dopo un tempo che mi parve infinito, cominciai a vedere, anche se in maniera duplice, il mio quartiere, avevo i polmoni in fiamme, la testa che martellava e un senso di nausea che da li a pochi istanti si sarebbe trasformato in vero e proprio vomito... eppure non mi fermai, non potevo fermarmi, qualcosa dentro di me, me lo impediva. L'unico momento in cui mi concessi qualche secondo per riprendere fiato fu quando mi trovai davanti alla porta di casa. Entrai non appena tornai a respirare in una maniera normale. Appena feci scattare la serratura, un senso di quiete mi invase, facendomi percepire finalmente un qualcosa di positivo, e facendo sparire a sua volta il senso di oppressione che pochi istanti prima aveva preso il controllo. Prima di andare a controllare il mio dolce e imbizzarrito giocattolo, per farle risolvere il problemino che ancora chiedeva attenzione nei miei pantaloni, mi diressi in cucina. Non aspettavo altro che un bicchiere d'acqua dopo la scatto appena fatto. Infine, dopo essermi rifocillato al meglio, mi diressi da lei, crogiolandomi nel pensiero della sua calda e invitante bocca.
Aprii velocemente la porta, più eccitato di prima, non mi preoccupai più di tanto nel non trovala sul letto, non poteva di sicuro essere scappata. La preoccupazione però, s'insinuo dentro di me non appena, avvicinandomi alla porta del bagno, notai dell'acqua fuoriuscire da essa. Provai ad aprire la porta, ma sembrava come bloccata, allora, senza riflettere a fondo cominciai a sferrargli delle spallate, sempre più forti e veloci, fino a che non vidi la porta sradicarsi dai cardini, allora e solo allora mi fermai e la aprii del tutto. quando fui entrato notai che l'acqua per terra era immobile, e che non ne stava fuoriuscendo altra. Senza perdere altro tempo alzai lo sguardo, cercando la fottuta ragazza che da lì a pochi minuti avrebbe subito la mia ira, m quello che vidi mi pietrifico. Senza indugi mi avvicinai alla vasca, sperando in un'allucinazione, ma così non fu, ciò che vedevo era reale. Ester era immersa completamente nell'acqua, con un qualcosa di strano sull'addome. Caddi per lo spavento quando quella cosa si mosse, decretando quasi la mia morte. Mi ripresi dopo un attimo, e affacciandomi alla vasca, cercai di capire le reali condizioni di quella stupidissima ragazza. La presi dalle spalle e la alzai, era pallida e tremendamente senza vita. Quindi avevo finalmente avevo raggiunto il mio scopo iniziale, eppure perché il tutto mi stava dilaniando dentro? Perché non provavo alcun tipo di felicità a riguardo? Non ebbi il tempo di darmi una vera risposta che sentii uno strano scrosciare nell'acqua. Quando mi girai per controllare, quello che vidi mi parve ancor più impossibile e scioccante della morte di Ester. Eppure, non mi stavo sbagliando su ciò che si stava agitando, anche se in modo lento e affaticato nella vasca. C'era un neonato in quella vasca.

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ESTER (#Wattys 2016)
HorrorQuesta storia racconta la vicenda tra Ester e Josh. Una storia cruda, con contenuti molto forti, sia riguardanti violenze: fisiche, sessuali o verbali..sia riguardanti la trama stessa. Josh, un ragazzo straordinariamente bello e all'apparenza buono...