Capitolo 33

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Pov. Ester

Dopo aver mangiato ciò che Josh mi aveva portato da mangiare, non avevo e non sapevo cosa fare, le mie giornate erano diventate monotone; passavo le ore sul letto a dormire, o sdraiata a terra a riflettere o nella vasca da bagno, non c'era assolutamente nulla da fare, almeno una volta al giorno lavavo i miei vestiti, la camera con tutti i mobili e il bagno. Eppure non ci metto che una manciata di ore... assolutamente troppo poche per poterci riempire il giorno, o almeno fino all'arrivo del padrone di casa. Dopo aver finito il lavaggio dei miei vestiti, e aver indossato il cambio che mi lascio Josh uno dei primi giorni di prigionia mi sedetti sul letto. Ero si pensierosa, ma ciò non faceva che aumentare la mia noia, immaginare cose divertenti non era molto incoraggiate, e mi metteva addosso una strana tristezza, quindi cercavo in tutti i modi di canalizzare il mio pensiero sui ricordi e sulle cose che facevo, per esempio cercare in tutti i modi di ricordare nei minimi dettagli tutti i film che avevo visto. Erano davvero molti, in quanto la mia non era solo una semplice passione, era invece un vero e proprio fanatismo, avevo decine e decine di film, librerie intere, piene di cd, divisi per genere i quali erano divisi a loro volta in ordine alfabetico.

Era ormai passata una buona mezz'ora da quando finalmente avevo trovato ciò che ritenevo un bel passatempo. Avevo vagato e cercato di aprire cassetti a caso per tutta la stanza. Quando finalmente ne avevo trovato uno aperto, avevo esultato, avendoci trovato al suo interno una grande quantità di palline. Erano tutte diverse, alcune erano di gomma piuma, altre in legno e altre ancora di gomma dura, che per mia estrema soddisfazione e sollievo rimbalzavano perfettamente. Dopo aver presa una di quelle rimbalzanti, mi accorsi con mia grande sorpresa, che aveva due lacci di cuoio nero attaccati ai lati. Senza curarmene troppo chiusi il cassetto e mi sedetti sul letto. Iniziai dopo di che a lanciare la palla contro il muro. Avevo iniziato a contarle, ed ero arrivata a ben 504 rimbalzi quando la porta fu aperta all'improvviso, facendomi spaventare e deviando così il mio tiro. Che andò proprio dritto la persona che aveva aperto la porta.

-ma che diavolo fai fottuta cogliona- disse Josh non appena la pallina gli arrivò dritta in fronte

-sei tu che mi hai spaventato... hai fatto deviare il lancio- risposi con un alzata di spalle

-che cazzo stavi facendo?-

-stavo tirando quella palla contro il muro- dissi indicandola

-questa non è una pallina da tennis, non serve per giocare... cioè si serve a quello, ma non nel modo giocavi tu... poi dove cazzo l'hai trovata?-

-in un cassetto- dissi alzando il mento

-ti avevo detto di non toccarli o sbaglio?-

-beh, mi stavo annoiando e tu eri via da un sacco di tempo... - dissi cercando una scusa

-non toccare i miei fottuti cassetti!-

-dove sei stato?- chiesi non appena lui si adoperò per mettere al suo posto la pallina

-in un pub-

-a fare c-osa?- chiesi intimorita

-a scopare, avevo bisogno di schiarirmi la mente... sai ho incontrato una mia presunta sorella... figlia di mia madre e uno stupro avvenuto nel manicomio e me la sono scopata in bagno... cazzo, mi ricordava un sacco lei, non ho resistito... -

-sei un depravato psicopatico- dissi guardandolo dritto negli occhi

-scusami?- disse lui incredulo alle mie parole

-beh, è ciò che sei... è una cosa da pervertiti, depravati e probabilmente anche maniaci portarsi a letto una sorella perché assomigli alla madre... - non terminai la frase che la sua mano venne a contatto con la mia faccio, voltandomela e facendo echeggiare nell'aria un forte schiocco, aveva uno sguardo arrabbiato, ma sapevo che era scioccato dalla mia audacia

-la verità fa mele eh, puoi picchiarmi quanto vuoi, ma di certo non cambia la tua depravazione, fino a che rapisci una ragazza, te la scopi e la uccidi, ci può stare, cioè non è normale, ma almeno non è troppo diverso, almeno una volta al giorno su un qualsiasi telegiornale arriva un nuovo serial killer... non ti rende tanto diverso da una persona comune. Ma, scoparti tua sorella perché è uguale a tua madre, la quale, appena uscita da un manicomio ti ha stuprato più volte per poi suicidarsi... be, caro mio...questo sicuramente ti rende un fottuto depravato dl cazzo, ma non ti accorgi dei fottuti problemi che hai? – dissi scoppiando in una risata per nulla divertita

-oh, ma guarda guarda da che pulpito la predica, sta forse parlando la ragazza odiata da tutta la sua famiglia, che è stata stuprata dal fratello del suo ragazzo attaccata alla porta di casa di quest'ultimo e che per giunta deliberatamente ucciso la sorella appena nata? Sai, non credo che tu sia nella posizione più adeguata per potermi criticare... - disse sputandomi addosso solo cattiverie

-sarà anche vero tutto ciò che hai appena detto su di me, ma c'è un'enorme differenza fra noi due... - dissi saccente

-tipo?- chiese curioso

-beh, per cominciare io a differenza tua, ho subito tutte quelle cose, per primo non ho deciso di mia iniziativa di essere stuprata da Vic, e non ero assolutamente d'accordo, mentre tu eri ben felice quando tua madre lo faceva. Secondo l'omicidio di Blue è stato un'incidente, mentre tu sei perfettamente cosciente mentre uccidi le ragazze che stupri, tu vuoi ucciderle, non sono dei semplici incidenti, quindi non osare paragonarmi a te, io non sono un mostro depravato- dissi urlandogli l'ultima parte ad un millimetro dal volto, essendosi avvicinato pericolosamente a me. Dopo alcuni secondi di totale silenzio, Josh lascio fuoriuscire dalle sue labbra, ciò che mi parve un urlo di frustrazione, e alzando la mano, la chiuse a pugno, e la scaglio con forza e velocità verso di me, chiusi gli occhi, spaventata e attesi il dolore. Non arrivò, ma al suo posto sentii un forte rumore, una specie di crack, e non appena aprii gli occhi, vidi il braccio teso a fianco al mio viso, e la mano contro il muro. Aveva colpito talmente forte il muro da bucarlo di almeno due centimetri... ero sbalordita dalla potenza del colpo. Ma, non appena alzai lo sguardo e vidi il dolore sul viso capii che il crack non lo aveva fatto il muro...ma la mano, con cautela allora mi alzai dal letto, e dopo avergli abbassato il braccio lo presi dalle spalle e gli dissi

-piano, siediti sul letto che vado a prendere qualcosa per curarti la m... - non finii la frase che lui si era già tirato uno dei due diti gonfi, rimettendo in sesto l'osso e stava per fare o stesso con l'altro dito, senza perdere altro tempo mi precipitai in bagno. Tornai in camera solo dopo aver preso la cassetta del pronto soccorso ed essermi assicurata che dentro ci fosse tutto il necessario per curargli la mano.

Quando però tornai in camera mi accorsi che Josh si era coricato nel frattempo, e aveva chiuso gli occhi. M'incamminai silenziosamente verso di lui, e quando fui vicino al letto posai la cassetta sul comodino, dopo di che, tentando di non svegliarlo mi sdraiai al suo fianco. In un attimo le sue braccia mi cinsero e abbracciarono, facendomi capire, che non era per nulla addormentato, ma che aveva semplicemente chiuso gli occhi.

-questo non cambia nulla- mi disse guardandomi fisso negli occhi

-assolutamente no!- ribadii io secca, anche se era un gesto carino da parte sua, che mi faceva anche un po' piacere, non avrebbe di certo cambiato i miei sentimenti di puro odio che avevo iniziato a provare per lui. Nulla sarebbe cambiato. Pensai sicura prima di addormentarmi cullata dalle braccia di Josh.





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