Capitolo 29

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Pov. Ester

Appena finii di vomitare l'anima in quel cesso, mi accorsi di non essere sola nella stanza. Infatti, non appena alzai lo sguardo, vidi incombere sopra di me la sua figura, a dir poco furente, che mi fissava in modo talmente diretto e privo di qualsivoglia emozione, da farmi accapponare la pelle. Non gli avevo mai visto prima d'ora quello sguardo negli occhi, e ciò mi portava a non sapere cosa aspettarmi da lui, ero completamente rapita e totalmente spaventata dal suo sguardo. I minuti passavano, e lui continuava a rimanere fermo immobile, prolungando senza sosta la mia agonia. Ero in agonia. Il suo stato di quasi incoscienza mi portava sempre più dentro quel baratro, non sapevo che fare. Non sapevo cosa mi sarebbe successo. Non sapevo come avrebbe reagito. Non sapevo nulla, e tutti questi dubbi non facevano altro che rendere la mia attesa, lunga e straziante, quasi come un condannato davanti al proprio patibolo, solo che almeno in quel caso, il condannato, conosceva già la propria sorte... la mia immaginazione a differenza del mio corpo immobile dalla straziante paura che attanagliava le mie membra, galoppava libera; Facendomi immaginare scenari completamente surreali ma al contempo spaventosi per quanto possibili. Quando pensavo che la mia immaginazione non potesse mostrarmi nulla di peggio, ecco che si rimetteva in gioco, mostrandomi uno scenario ancora più spaventoso e probabilmente avverabile di quello precedente. Mi stavo ancora addentrando nei meandri della mia fantasia quando finalmente si riscosse... ma non me ne accorsi in tempo, non potendo quindi schivare la sua mano, che con prepotenza mi afferrò i capelli all'altezza della nuca, stringendoli e tirandoli con una brutale forza. Mi trascino fino in camera, spingendomi contro il letto. Non appena la mia schiena sbatte contro la struttura dura e fredda del letto, il fiato mi si mozzo, impedendomi di respirare e rendendomi ancora vulnerabile. Vulnerabilità che non tardò a essere violata. Con un calcio all'addome, infatti, Josh mi fece sputare fuori l'aria trattenuta. Con l'aria però uscì anche del sangue, sangue che mi fece quasi strozzare, portandomi a tossire convulsamente per tentare di riprendere fiato. Durante la mia sessione di tosse, tentai di alzare lo sguardo su di lui, e ciò che vidi mi sembro un'illusione. Nel suo sguardo, infatti, notai della compassione; Compassione che sfumò nuovamente in rabbia pochi secondi dopo.

-cosa è appena successo?- mi chiese con voce bassa e minacciosa

-tu cosa credi? Mi sono appena strozzata con il sangue che mi ha provocato il tuo calcio- dissi con la poca voce che riuscivo a far uscire

-non fare la spiritosa con me, non sono proprio in vena... - disse lui senza la minima traccia di ilarità nella voce

-non era mia intenzione sembrare spiritosa, mi sono solo limitata a rispondere alla tua domanda, non è colpa mia se non ti sai spiegare- questa mia affermazione, come mi aspettavo, mi portò a ricevere un sonoro schiaffo sulla guancia destra. Il dolore in un attimo s'irradiò in tutto il corpo , facendomi pungere e tremare la guancia.

-te lo ripeto, non sono in vena di fare giochetti con te. Dimmi cosa cazzo ti ha portato in quel fottuto cesso poco fa!-

-un conato di vomito, mi pare ovvio!- notai perfettamente i suoi muscoli guizzare sotto la pelle. Si stava appunto trattenendo dal picchiarmi nuovamente.

-e di grazia, mi vuoi fottutamente dire cosa cazzo ha provocato quel conato di vomito?- disse con un filo di ironia

-non lo so-

-mi stai mentendo!- mi urlò lui in risposta

-e perché cazzo dovrei mentirti?- urlai a mia volta. Di punto in bianco si pietrificò di nuovo, e cominciò a fissarmi come se fossi un alieno...

-cazzo! Non fottutamente incinta... vero?- disse con una nota di ribrezzo nella voce

Rimasi per qualche secondo basita dalla sua domanda, come poteva pensarlo? Si... era ovvio che poteva, infondo non mi ricordo una sola volta in cui aveva usato protezioni...

-no, questo è impossibile... -

-come puoi dirlo? Come puoi esserne certa... porca troia, avrei dovuto ucciderti subito!- disse cominciando a camminare avanti e indietro davanti a me.

-certo che posso!- dissi facendolo fermare, e attirando la sua completa attenzione

-non lo hai notato? Cazzo, ma mi scopi ogni fottuto giorno, anche più volte al giorno!- cominciai ad inveire conto di lui –sapevo che di me o delle donne in generare te ne sbatti il cazzo, ma almeno una cosa del genere, anche un beota la sa e la nota!- dissi alzandomi e iniziando a mia volta a camminare avanti e indietro di fronte a lui

-smettila con sti cazzo di giochetti e sputa quel fottuto rospo!-

-minchia, non ti sei mai accorto che non ho un fottuto ciclo? Che non perdo sangue dalla vagina una volta al mese? Eppure sono qui da quanto... tre, quattro mesi? Come puoi essere tanto cieco e stupido?- gli urlai questa volta a pochi centimetri dalla faccia

-per prima cosa, non ti allargare troppo con me perché, sì, mi piaci quando fai la cazzuta, tiri fuori le palle e mi tieni testa, ma non sei proprio nella posizione adatta per farmi la paternale e insultarmi!- disse afferrandomi e tirandomi di nuovo i capelli

-e secondo non è proprio quando non c'è il ciclo, che voi cose sforna marmocchi del cazzo rimanete incinte?-

-si, ma io non ho il ciclo da quando sono qua... ed e stato prima che tu infilassi quel coso nella mia vagina- dissi accennando verso i suoi pantaloni

-cosa? Com'è possibile?- a quelle domande non provai neppure a parlare, mi limitai a stare ferma e a fissarlo

-come?- ripete con voce più alta

-è colpa dei miei disturbi alimentari! Va bene?- dissi abbassando lo sguardo, incapace di sostenere il suo.

-quali disturbi?- mi chiese lasciandomi liberi i capelli e scostandosi di qualche passo da me

-non so che diavolo di problemi siano, ok? Non li ho mai avuti prima... sicuramente sarà qualcosa simile all'anorissia, o bulidimina o come diavolo si chiamano... ma non lo so di per certo- dissi continuando a tenere basso lo sguardo, imbarazzata

-da quando li hai?-

- da quando sono qui!-

-mi stai dando la colpa dei tuoi fottuti problemi?-

-certo che no Sherlock- dissi alzando finalmente lo sguardo

-come? E come diavolo sarebbe cola mia? Che cazzo avrei fatto per provocarti dei fottuti problemi alimentari?-

-ma non lo so... obbligandomi a mangiare pasti per almeno tre persone, tutta da sola? Tu che dici? Ogni volta che mangiavo più di quanto potessi, rigettavo l'anima in quella cazzo di tazza bianca!-

-perché non mi hai detto nulla?- chiese lui

-già, perché non ho detto nulla alla persona che mi tiene segregata in una casa e fissato con il cibo, che rigettavo tutto ciò che mangiavo? Non so proprio cosa mi sia passato per la testa!- dissi infuriata..

-merda!- urlo uscendo frettolosamente dalla camera e lasciandomi li, sola come una deficiente.


ESTER (#Wattys 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora