Capitolo 13

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Pov. Ester

 Mi aveva picchiata... cioè seriamente picchiata, mi aveva appena tirato un ceffone in faccia e come se non bastasse quest'ultima mi faceva davvero male...il mio viso era deturpato, segnato di un viola cupo, un viola che ogni volta che tento di guardarmi mi ricorda cosa è successo e di come è lui davvero. Non sono riuscita a dormire neanche un minuto, appena tento di far riposare gli occhi, loro si riaprono, più carichi che mai, non capisco, non sono mai stata così sveglia, ma al contempo non ho mai dormito così poco in tutta la mia vita...la notte l'avevo passata a guardare e toccare la mia povera e mal ridotta guancia, mentre il resto della giornata mi misi a riflettere, su come la mia vita era degenerata, su come i miei progetti dell'andare via da qui una volta per tutte erano evaporati senza via di ritorno di come onestamente non mi meritassi una fine tanto brutta...cosa avevo fatto di male? Avevo abbandonato la mia famiglia, questo è vero, ma la vera motivazione della mia fuga era mia madre, non riuscivo più a convivere con lei, ogni pretesto era buono per ferirmi, picchiarmi o anche solo deridermi...e mio padre? Oh sì... il grand'uomo...quel bastardo non faceva nulla, se non guardare o scavalcare il mio corpo, pieno di ferite, a terra, dopo che mia madre mi aveva dato la razione giornaliera di botte...e tutto ciò perché? Perché le avevo rovinato la vita, letteralmente, ero arrivata nel momento sbagliato, lei stava diventando presidentessa di un'azienda che stava per diventare la più importante della nazione e io...io ho scombussolato tutto, facendole perdere il posto e ricordandole ogni giorno ciò che aveva perso...non so cosa mai io possa preferire, la orrenda vita di aborto mal riuscito o il masochismo degli ultimi tempi...

Il silenzio delle ultime ore, omari era soltanto più un bel ricordo, si perché ora l'unica cosa presente nella casa e nell'aria furono i gemiti, per nulla trattenuti provenienti dalle camere a fianco. Ogni ora che passava i suoni, si affievolivano per poi cessare e ricominciare una manciata di minuti dopo ed ogni volta il tono dei gemiti cambia, a volte anche più toni contemporaneamente, segno che quel bastardo non si portava a letto solo una ragazza, ma addirittura più consecutivamente e congiuntamente. A ogni urlo acuto il mio cuore si spezzava, e l'odio cresceva, mio malgrado, dopo tutto ciò che quello stronzo mi faceva passare, ancora non riuscivo a non amarlo, si iniziavo lentamente ad odiarlo, ma l'odio non scalfiva neppure un po' l'amore nei suoi confronti... l'unica cosa che potevo fare era soffrire il silenzio, amarlo non posso non amarlo, e odiarlo, non basta...

D'un tratto tutto cessa, il silenzio si impossessa nuovamente della casa, lasciando il mio cervello e il mio cuore un attimo in pace, liberi di riprendersi dopo la scarica di dolore appena cessata. L'unico rumore che proviene dall'esterno della casa, sono passi frettolosi, pentole che sbattono e tintinnii vari... e poi il nulla più totale... e rieccoli passi frettolosi e convulsi fuori dalla porta, che in modo agitato fanno avanti e indietro...pronti per ricominciare da capo...un'attesa oltremodo straziante, ma una domanda si fa largo fra le moltitudini di incertezze e dubbi... sono davvero pronta per rivederlo, per riaffrontare la persona che non si è fatta scrupoli nel picchiarmi umiliarmi e abbandonarmi? Certo che no, come mai potrei? Eppure non ho altre vie d'uscite, se lui prende la decisione aprire la porta, essendoci rinchiusa dentro, non posso fare a meno di stare alla sua presenza e ascoltare ciò che ha da dire, o parlare ad un suo ordine...

D'un tratto il mio monologo interiore si apre la porta, lasciandoci al suo posto una slanciata e molto affascinante figura terrificante Josh. Ha con sé un vassoio di cibo, e non appena richiude la porta dietro di se, nascondendo la chiave nella tasca dei suoi attillatissimi jeans neri, appoggia il vassoio sul letto, a fianco a me, attento a non sfiorare la mia pelle e appoggiandosi al muro dice

-noi dobbiamo parlare di cosa è successo poco fa, ma ora mangia, non ti voglio neanche vedere deperita... -

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ciao a tutti, cari lettori e lettrici, prima di tutto vorrei scusarmi con voi per il super ritardo di quest'ultimo capitolo,  so che avrei dovuto pubblicare giorni e giorni addietro, ma ahimè, non mi è stato proprio possibile, con tutti gli impegni che mi sono presa in quest'estate... spero di riuscire a pubblicare almeno ancora due capitoli prima della mia super assenza (due settimane) per le vacanze.. 

come seconda cosa, vorrei chiedervi cosa ne pensate di questa tenerissima (si fa per dire) storia? vi piace? se volete delle delucidazione su un qualche punto poco chiaro, o che non avete capito, sono a vostra completa disposizione :)


ESTER (#Wattys 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora