Capitolo 4

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Pov. Josh

FLASHBACK

"è giovedì mattina... sono esattamente le nove di mattina, fottutamente presto per il miei gusti, ma questo è altro per averla. Finalmente dopo ore passate a  cercala l'irlandese è servito a qualcosa...mi ha infatti spiattellato tutto su di lei, nome, cognome, hobby...è infatti uscito fuori che Ester Doughter, non solo amava l'arte, la musica e le cose molto sociali, ma frequentava pure i corsi dell'irlandese. A quanto seppi da lui, era colta e poco impressionabile dai palestrati e dagli snob... e io mio mal grado ero, da lei, ritenuto entrambe le cose. Per questo ero fuori dalla sua fottutissima università a distribuire stupidi volantini contro il maltrattamento degli animali, contro la povertà e pro il volontariato...una cosa a dir poco stupida e inefficace... se già chi consegna i volantini non credeva ciò che fa...come può anche solo pensare di poter convincere i passanti?... bah.

Dopo ben 45 minuti di volantinaggio eccola uscire delle lezioni, senza che mi noti, inizio, sempre facendo volontariato, a dirigermi nella sua direzione. "senza farci caso" metto un foglio nella sua mano e dico..

-aiuta anche tu!- una frase standard.

Dandole le spalle continuo a mettere in mano volantini a chiunque capiti, sempre tenendola d'occhio. Con la coda dell'occhio la vedo studiare il volantino, dopo di che sposta il suo sguardo sudi me, riconoscendomi perfettamente e rimanendo a bocca aperta. Stavo palesemente sogghignando, quindi, per non farmi scoprire del tutto mi misi a camminare.

-ehi tu! Ragazzo dei volantini!- disse rincorrendomi..

-fermati!- m'impone...io con noncuranza mi volto a guardarla

-oh... ciao, cosa c'è, vuoi snobbarmi ancora?-  dico perfettamente consapevole della falsità delle mia parole, e alzando un sopracciglio per rincarare la dose...

-non ti ho snobbato...- cerca dii difendersi lei

-ah no... e come definiresti il nostro incontro? O meglio, il modo il cui mi hai trattato quella sera?- le chiesi sapendo di averla in pugno...

-un semplice rifiuto ad un'orribile abbordaggio...- continuò a difendersi

-no, tu mi hai snobbato, non sapevi neppure cosa volessi, tu hai soltanto presupposto un mio abbordaggio...cosa che proprio non era...-dissi voltandomi ed andandomene...sapevo di averla colpita andandomene, davo l'idea di uno a cui lei non importava in quel modo...anzi sembravo proprio uno a cui non interessa se l'ennesima ragazza lo schivava, sembravo solo deluso per come lei e si era comportata...come se mi avesse snobbato una seconda volta...era sempre più intrappola...

- se non era un abbordaggio, allora cos'era?- mi si parò davanti e pretese una risposta

- un semplice confronto, mi avevano detto che eri una persona disponibile, che amavi il volontariato...volevo solo un confronto, ma da ciò che ho visto...la mia fonte non è stata molto attendibile...- sospirai, ero davvero stanco di dovermi comportare così...mai nella vita sono stato tanto patetico...ma dovevo averla, a tutti i costi...quindi mio malgrado continuai la buffonata...

-no, non è così... lasciami rimediare...è solo che odio gli snob e soprattutto le persone che alle feste o in discoteca si sentono in dovere di rimorchiarmi solo perché ho una vagina...non mi sono accorta di essere, mio malgrado, diventata una di loro...-

-fa nulla, tranquilla... -dissi cercando nuovamente di andarmene

-ti andrebbe un caffè?-

-non so... sono quasi sempre impegnato, non ho mai molto tempo libero...e se per caso ne ho un po' lo uso in questo modo- disse mostrandole i volantini.

-ma... magari...ora potresti...non so. Prendere una pausa?- chiese titubante.

Non c'erano dubbi, le assomigliava soltanto...era totalmente diversa da lei... soprattutto aveva una carattere assolutamente differente dal suo, si assomigliavano soltanto nell'aspetto...Ester era timida, dolce solare...mentre lei era una stronza con la S maiuscola, non guardava in faccia nessuno, prendeva quel che voleva e se ne andava...era la peggiore...ma Ester con lei non aveva nulla a che fare...peccato per il suo aspetto, perché sarà quello a portarla alla rovina.  Quando mi ripresi dal ricordo mi accorsi che tenevo ancora stretti nella mano i suoi capelli, di cui liberai con uno strattone....mugugnò di dolore ed io ebbi un fremito di eccitazione. Prima che lei potesse ancora lamentarsi presi le pinze e gliele attaccai... in modo poco gentile ai capezzoli...le grida che lei successivamente lanciò furono soprattutto per la sorpresa...anche se si vedeva perfettamente anche la smorfia di dolore provocata dallo stringere delle pinze. La sua faccia e le sue grida arrivarono dritte dritte al mio membro...facendolo nuovamente svegliare...con una voluminosa e dolorosa eccitazione stretta dai miei jeans. Premeva per poter uscire una volta per tutte....era una situazione tremendamente eccitante e il mio autocontrollo stava sfumando via via che andavo avanti, stavo per cedere...ma non potevo...cedere voleva dire finire...e io ancora non ero pronto per la fine...almeno non ancora...

ESTER (#Wattys 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora