Capitolo 17

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Pov. Ester

-scusa se ti lascio di nuovo sola- quelle parole ancora mi giravano nella mente, non poteva essere vero, lui...lui non avrebbe potuto e né dovuto...eppure quelle parole...erano le stesse, erano le mie parole. A un tratto tutto fu chiaro... la sensazione... quella sensazione, come di essere osservata, spiata... ero convinta che fosse solo una parte del sogno, che fosse fittizia, creata dal mio subconscio, ai fini di rendere ancora più reale quel sogno...ma mi era completamente sbagliata, quella sensazione era vera, c'era veramente qualcuno che mi stava guardando mentre un sogno erotico mi stava facendo venire. E rieccoli sulla mia pelle... i brividi ancora riaffiorano al pensiero delle sue mani, così delicate e sconosciute su tutto il mio corpo, o della sua bocca, calda morbida e umidiccia che si sposta lasciando una scia di morsi e succhiotti. Stessi brividi che in un attimo passavano alla paura, di puro terrore, lo sapevo, sapevo da cosa era causato, ma non riuscivo a smettere di ripercorrere mentalmente ogni passo di quel sogno...dalla parte erotica che mi suscitava brividi di piacere a quella in cui Josh, cominciava a svanire, allontanandosi sempre di più da me e svanendo piano piano, guardandomi in modo freddo e distaccato, come se non fossi nemmeno degna vederlo, che provocava brividi di puro terrore e angoscia.

Era ormai passato parecchio tempo da quando Josh aveva lasciato la camera e successivamente la casa. Il silenzio regnava sovrano, talmente potente da sentirmene oppressa, non capivo cosa mi stava accadendo, non riuscivo a venire a capo dei miei sentimenti, l'unica cosa che riuscivo a percepire era il senso di oppressione che avevo dentro, una morsa ferrea che mi stringeva il petto, limitando i miei respiri e aumentandoli notevolmente, solo un'altra volta avevo provato una simile sensazione...ma sicuramente ciò che accadde dopo a quelle sensazioni era un qualcosa di davvero orrido.

FLASHBACK

Ero finalmente arrivata, era stata una lunga passeggiata, questo è vero, ma non potevo che essere più felice della decisione di Trent, finalmente si era deciso, era finalmente pronto a fare il grande passo con me, avremmo fatto per la prima volta l'amore, noi due...il cuore mi batteva talmente forte per l'emozione che avevo paura di scoppiare, infatti per la gioia di quel sms, che esprimeva tutto il suo amore nei miei confronti e di come si sentisse ormai pronto a fare il grande passo con me, ero uscita di corsa da casa, mollando tutto, e non prendendo nulla, diretta a casa sua, ero emozionata, finalmente sarei diventata una vera donna, avrei provato la sensazione di essere amata, e sarei divenuta finalmente completa. Non vedo l'ora di entrare, per ciò bussai.

Dopo aver bussato, mi aprirono la porta, la persona che vidi sulla sua soglia, non era proprio la persone che mi aspettavo, mi fece entrare, e io emozionata lo feci.

-ciao Ester- disse con un tono di voce per nulla rassicurante

-ehi Vic, dov'è Trent?- chiesi timida e imbarazzata

-oh, lui non c'è, è uscito proprio dieci minuti fa per gli allenamenti... -

-è impossibile, lui mi ha... -

-intendo per il messaggio? O no, non c''è nessun errore, l'ho inviato io il messaggio- disse lui interrompendomi...

-t-tu? No, impossibile il numero era il... - non ebbi il tempo di finire la frase che il suo corpo era attaccato al mio, inchiodandomi alla porta, le sue mani furono attorno ai miei polsi, e prima che potessi liberarmi furono intrappolati sopra alla mia testa, le sue mani era talmente grandi da poter contenere ambedue i miei polsi con una sola di loro. Mentre la sua bocca marchiava e mordeva brutalmente e possessivamente la mia gola, la mano libera palpava tutto ciò che poteva. D'un tratto i miei polsi non furono più attaccati alla porta, ma sospesi sulla mia testa.

-sai cosa sta per succedere? Sto per scoparti proprio qui, attaccato a questa porta, con il rischio che il mio dolce e imbranato fratello rincasi da un momento all'altro- disse nelle mie orecchie, prima di iniziare a spogliarmi completamente, ero completamente sotto shock, non riuscivo a fare nulla, tranne che respirare velocemente e sentire tutto lo stomaco e il petto come stritolati.

Dopo che fui completamente nuda, mi giro, facendomi appoggiare in modo violento la faccia al duro e freddo legno della porta...

-sai, non ho mai capito come una ragazza come te, uscisse con uno sfigato come mio fratello, dai, è un secchione, magro, sempre malato...fa pena.

Sai, ho sempre desiderato farlo, dalla prima volta che hai varcato questa porta... sai mi sembrava giusto scoparti contro di lei-

dopo queste parole, tirò giù la zip dei pantaloni e dopo averli sbottonati fece uscire la sua erezione, non si disturbo neppure a tirare giù i pantaloni, ma al contrario mi scopò avendoli ancora addosso, in modo che ogni spinta, oltre che maledettamente dolorosa, lasciasse pure un graffio dovuto alla bottega aperta. Dopo aver fatto il suo comodo e avermi non solo stuprata, ma anche sverginata e traumatizzata, si chiuse i pantaloni e mi lasciò li, accasciata alla porta

-pensavo fossi meglio- disse prima di scomparire completamente dalla mia vista...

Quel ricordo fece riaffiorare in me emozioni che pensavo di aver cancellato, che mi portarono ad un crollo emotivo, mi ritrovai infatti a piangere, senza un motivo effettivo...d'un tratto la porta si spalanco e un Josh semi ubriaco ne entro. L'alcol in circolo non lo aveva ancora inebetito del tutto, infatti, non vacillo nemmeno una volta entrando....

-spero che tua sia pronta, perché ho intenzione di scoparti per tutta la notte in un modo presso che brutale e animalesco- disse, con un tono fermo e deciso, prima di lanciarsi praticamente sopra di me...



ESTER (#Wattys 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora