Pov. Josh
Ero appena uscito di casa, quando mi accorsi di non saper minimamente dove dovessi andare, ero stato così sbrigativo e disinteressato durante la chiamata, da non averle nemmeno chiesto dove avesse quel suo fottuto buco per pazzi... dopo aver rimuginato qualche minuto sul da farsi, estrassi dal portafoglio il suo biglietto da visita, deciso a richiamarla. Non appena buttai l'occhio su quel cartoncino nero, mi accorsi dell'indirizzo, stampato quasi a caratteri cubitale sul retro. Sospirai di sollievo, non volendo risentire quella sua odiosa vocina per telefono, e andai da lei. Appena dieci minuti dopo era davanti alla sua porta, indeciso sul da farsi, non sapevo se entrare oppure tornare a casa e stendermi sul letto. Il mio dubbio fu azzerato non appena Joh aprì la porta, salutando educatamente e professionalmente un quarantenne grasso e pelato, che ricambio il saluto con uno sguardo languido. Lei, dal canto suo, non si accorse di me, se non pochi attini prima di richiudere la porta ed entrare...
-Hey, che fai lì fuori?- dissi aprendo la porta quel tanto da farmi passare
- stavo per suonare quando quel coso abnorme è uscito... - dissi riferendomi al pelato
-non insultare i miei clienti per favore... -
-oh, non sono io quello che li ha beffati in modo cattivo... per quello devi prendertela con madre natura, sai a volte può essere veramente bastarda con le persone... -
- sentitelo mister tutto d'un pezzo... ti credi migliore di loro?-
-potrei anche non esserlo, ma cazzo, io almeno in strada ci posso camminare a testa alta, fiero del corpo che madre natura mi ha affidato... -
-sai, credo che la parte di merito più grande l'abbiano avuta i tuoi genitori... -
-io non ho genitori... - dissi con rammarico.
-è ovvio che tu li abbia... altrimenti non saresti qui... -
-allora mettiamo ben in chiaro due cose.. uno, quelli non vano considerati genitori ma possessore di ovuli e inseminatore, due non sono qui per parlare dei miei genitori, sono of limits, non mi entrerai nella testa, stanne certa, tu saprai solo e solamente ciò che io vorrò che tu sappia.
-come desideri, allora cosa ti porta qui? Non dirmi che sei già in astinenza e che vuoi un secondo round... -
-io non sono mai in astinenza, come non mi faccio mai due volte la stessa donna, e soprattutto se questa è mia sorella bastarda, e non completamente effettiva... -
-sai, se fossi stata una persona normale, mi sarei già ritenuta offesa e ti avrei spedito fuori da quella porta, ma il mio ruolo di psicologa, gioca in tuo favore, quindi trovo più affascinante studiare la tua aggressività, che la tua maleducazione- mi disse indicando prima la porta e poi incrociando le braccia sotto il seno, schiacciandolo e spingendolo verso la scollatura della camicetta
-allora visto che non sei qui per una scopata veloce, intuisco che tu ti voglia sfogare di qualcosa... quindi parla, io cercherò di suggerirti la cosa migliore...-
-non entrarmi nella testa- le ringhiai
-oh, suvvia, non comportarti da bambino, se sei qui, ci deve essere un motivo e visto che non è il sesso... parlamene e rendiamo almeno un po' fruttuosa questa visita-
Non le risposi, anzi, mi limitai a osservarla..
-ma porca di quella troia, mi hai fatto cancellare tutti gli appuntamenti della giornata, praticamente cinque minuti prima del loro inizio, e ero nemmeno mi rispondi? Cos'è, hai paura di una psicologa, di tua sorella?-...
-ovviamente no, solo non trovo molto confortante il sapere che qualcun'altra sappia... cosa, emm... mi affligge... - dissi non trovando le corrette parole
Beh, se può farti stare meglio io, sono sotto segreto professionale, sai, come accade con i preti, non posso dire nulla di quello che tu mi dirai, o almeno non in questo studio... -
-e io come faccio a esserne certo? Per quanto ne so tu potresti odiarmi, e vedermi morto o più semplicemente in prigione...e fai tutte queste... queste cose per sviarmi e poter testimoniare contro di me in un futuro processo...-
-perché mai dovrei odiarti? In fondo sei mio fratello... anche se ogni volta che ti vedo ho un grande impulso di sbatterti di nuovo in una lurida latrina... -
-uh, non accadrò mai, e mi farebbe piacere non sapere nulla delle porcate che immagini su di me... -
-non sai che ti perdi, alcune sono degne dell'oscar...-
-non lo metto in dubbio, ma non ne voglio comunque sapere nella... - dissi mentre lei ficcava il naso nelle scartoffie, sostando e accatastando fogli alla rinfusa sulla sua scrivania...
-ma che diavolo sta facend... - tentai di chiederle, prima di essere interrotto da un urletto acuto, che per poco non mi buca il timpano...
-trovato!- urlò, infatti, lei con enfasi
-smettila di urlare! E che cosa cazzo stavi cercando?-
-questo - disse porgendomi un foglio con, al fondo degli spazzi appositi per i dati.
-cos'è? Chiesi diffidente –
-il contratto che afferma il mio silenzio professionale, leggi verso la metà del contratto, la scritta in grassetto... -
-la sottoscritta [...] dopo aver perseguito [...] e aver aperto lo studio [...] dichiara che qualora il paziente avesse avuto, o ha tuttora guai con la legge o commette atti penalmente perseguibili, si appresta a giurare, non che a mantenere ogni confessione o discussione sotto l'adeguato riserbo, essendo lei sotto segreto professionale- lessi – ok, mi are buono, devo firmarlo o cagate del genere?-
-si, compilalo e poi siediti o sdraiati su quel divanetto di pelle laggiù-
Feci come mi era stato detto, parzialmente eccitato e un po' spaventato per la sua possibile reazione al mio racconto.

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ESTER (#Wattys 2016)
TerrorQuesta storia racconta la vicenda tra Ester e Josh. Una storia cruda, con contenuti molto forti, sia riguardanti violenze: fisiche, sessuali o verbali..sia riguardanti la trama stessa. Josh, un ragazzo straordinariamente bello e all'apparenza buono...