Capitolo 19

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Pov. Ester

Dovrei ormai essermi abituata alla solitudine, al suo andarsene dopo aver ottenuto quello per cui era venuto da me....eppure no, ancora mi faceva male, ogni volta che lascia la stanza sento come se fosse l'ultima volta che lo rivedrò, e so, lo so perfettamente che ne dovrei essere felice, ma al contrario, essendo io una masochista, non riesco proprio ad accettare la sua assenza, perché anche se mi usa, mi picchia, o mi insulta... in un qualche strano e preoccupante modo mi sento tranquilla e al sicuro con lui... e queste sensazioni sono in netto contrasto con ciò che la mente mi dice. Stare qua, chiusa in questa camera mi sta rendendo fottutamente matta, non riesco neppure a ricordare il colore del cielo, so che può sembrare strano, ma proprio non riesco a figurarmelo nella mente, l'unica cosa che riesco a ottenere pensando al cielo è la consapevolezza che il suo colore può variare dal grigio all'azzurro al rosa, fino a diventare di un blu scuro quanto il nero... ma sapere tutto ciò non mi porta a figurarmelo nella mente, soprattutto perché ora l'unica cosa che ci vortica dentro è la visione non che il confronto tra le mie uniche esperienze sessuali avvenute contro la mia volontà... se così si possono definire.

Mi ero stancata di riflettere, di pensare, l'unica cosa che volevo fare, di cui avevo veramente necessità, era dormire... eppure il mio cervello non smetteva di elaborare e ponderare. Continuava a paragonare Josh a Vic. Al modo in cui Vic ferì il mio corpo e la mia mente, senza preoccuparsi di nulla al di fuori di se... forse il suo assalto era dovuto ad una vendetta persone al fratello... forse voleva solo avermi... nulla comunque a confronto con ciò che mi ha fatto Josh, si perché tutto ciò di brutto che mi è successo nella via, non è per nulla paragonabile al dolore che mi fece e mi fa provare Josh tutt'ora. Ne la morte di mio fratello, ne l'assalto dei miei genitori che per anni mi hanno usato e catalogato come colpevole, placando in quel modo i loro sensi di colpa, eppure sentire Josh dentro di me, muoversi e grugnire soddisfatto, senza che io potessi fermarlo e neppure unirmi a lui, cosa che a mio malgrado avevo seriamente sperato durante quelle ore, mi creava uno squarcio nell'anima, squarcio alimentato e trasformato in voragine dal mio susseguirsi e continuo pesare, alimentando e distruggendo al contempo le mie speranze nei suoi confronti... perché si, se da una parte distruggevo le mie speranze continuando ad autoconvincermi delle sue malsane intenzioni nei miei confronti, di come volesse ancora uccidermi, di come mi aveva appena stuprato senza neppur preoccuparsi di come stessi...dall'altra parte non potevo che pensare a come in un certo senso si preoccupasse di me, anche se non sapevo come interpretarlo, lui passava almeno un'ora della notte a fissarmi, cosa che io penso sia il suo modo per preoccuparsi di me... o almeno è ciò che spero... in più e più che attento al non lasciarmi senza pasto, anzi ogni giorno ne porta sempre in abbondanza, quasi obbligandomi a mangiarla tutta... ecco cosa mi teneva ancora sveglia pur vedendo quasi il sole sorgere... la consapevolezza che lui non era completamente malvagio, stessa consapevolezza spezzata un'altra volta dalla mia mente che mi ricorda di come lui mi abbia in qualche modo ammesso di volermi tenere in vita, solo e solamente per puro divertimento, di come non mi volesse ancora uccidere perché ancora il tempo non aveva fatto il suo corso e lui non si era ancora stancato di me. La cosa che però mi fece definitivamente perdere la testa, e constatare il fatto che quella sera... o meglio mattina non avrei chiuso occhio era la cortezza che mio malgrado ancora provavo dei sentimenti nei suoi confronti, e non semplici sentimenti, io provavo ancora amore... e questo sentimento mi devastava, ma soprattutto mi devastava il fatto che non riuscivo a recidere quei sentimenti, terrorizzata dal poterli anche solo mollare per qualche secondo, convinta che fossero l'unica cosa che ancora mi facevano andare avanti. Dopo essermi, con una certa fatica vista l'attività poco rigenerante, alzata dal letto mi diressi verso il bagno, svestendomi completamente e sedendomi nella vasca da bagno vuota e fredda. Dopo di che cominciai a sfregare e graffiare ogni minima parte del corpo, cercando in qualche modo di togliermi di dosso l'orribile sensazione di fastidio che provavo. Era una sensazione estranea, che non avevo mai provato, neppure dopo Vic, era effettivamente la prima volta che provavo un tale senso di sporcizia sul mio corpo, ed era estremamente fastidioso, tanto da dover toglierlo grattandolo via con le mani e le unghie. Solo dopo essermi sfregata anche l'ultimo pezzetto di pelle, mi decisi ad aprire l'acqua, riempiendo quasi completamente al limite della vasca e lasciandomi cullare al suo interno. Non mi accorsi neppure di essermi addormentata, finché due mani forti e decise non mi scossero, destandomi dal sonno a quanto pare molto irrequieto.   


ESTER (#Wattys 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora