La sveglia decide, giustamente, di non suonare l'ultimo giorno prima delle vacanze. Un giorno in più non poteva resistere, no. Mi catapulto fuori dal letto, entrando in doccia e uscendoci pochissimi minuti dopo, mi vesto e prendo il mio borsello. Scendo le scale di corsa, trovando mia madre a spazzare per terra.
"Mamma prendo la tua macchina, grazie, ciao" le comunico tutto d'un fiato, afferrando le chiavi dal suo giubbotto e uscendo di corsa. La lezione inizia tra cinque minuti, e non posso perdermela. Per fortuna che mia madre è in ferie.
Metto in moto e sgommo per otto isolati, correndo come un matto. Parcheggio in doppia fila e scendo dalla macchina, per poi entrare nell'Accademia col fiatone. Entro in aula e mi metto vicino a Cam che, come al solito, scuote la testa per farmi presente la sua disapprovazione.
"E' stata colpa della sveglia, non mia" mi giustifico, tirando fuori un quaderno e una penna.
"Sì, certo" replica lui, continuando a scuotere la testa.
Mi appoggio allo schienale e gli sorrido. "Oh, e andiamo. Tra un po' è Natale, amico, devi imparare a perdonarmi".
Per tutta risposta lui alza gli occhi al cielo, riprendendo a seguire il monologo infinito del professore di fisica.
A fine lezione Cam mi guida verso un luogo appartato. "Cosa succede?" gli chiedo.
"Niente, volevo farti vedere un video che mi ha mandato il mio amico francese". Prende il telefonino e mi mostra un video dove un tizio lo saluta, e poi insieme ad altri grida cose incomprensibili. Ma quello che noto, in alto a destra dello schermo, è la chioma di Genevieve che bacia il suo ragazzo.
"Oh, dannazione, amico, mi dispiace" borbotta Cam, imbarazzato. "Non sapevo che ci stesse lei nel video, non l'ho proprio vista".
Mi stringo nelle spalle, notando con sollievo che il mio cuore continua a pulsare normalmente nel mio petto. "Tranquillo, Cam. Non mi fa più né caldo né freddo. Ormai è passata".
Mi sorride, togliendo comunque il video dalla mia visuale. "Sono contento di sentirtelo dire".
Annuisco. Anche io sono contento di essere riuscito ad andare avanti. "Pensiero carino, comunque. Dovremmo rispondergli".
"D'accordo". Cam imposta sul suo telefonino la telecamera frontale e ricambiamo insieme il saluto, raccontando in breve le cose successe qui da noi.
"Grazie, da solo non l'avrei fatto" sospira Cam, dandomi una pacca sulla spalla.
Ricambio, dando una pacca sulla spalla anche a lui. "E di che, tranquillo".
Poi aggrotta le sopracciglia in un'espressione pensierosa. "Dimmi, cosa fai per Natale?".
Scrollo le spalle. "Bah, la solita roba. Vigilia con mia madre, Natale con mio padre, come tutti gli anni. Preferirei fare ore e ore di corso, piuttosto".
Lui ride. "Se vuoi vieni da me".
"Se potessi, verrei volentieri" rispondo, con un sospiro.
"Perché no? Insomma i miei parenti non sono poi così male. Li metti a giocare a tombola e li annienti per una serata intera" insiste, finendo con una risata.
Scoppio a ridere anche io. "Grazie, davvero, Cam. Ma i miei ci rimarrebbero troppo male".
Annuisce, comprensivo. "Già, immagino... Beh! Però a Capodanno faremo un festone, amico!".
"Ah, sì?" gli domando, accigliandomi. Dubito che Cam sia capace di organizzare festoni. Quelli degli anni scorsi si riducevano a sbronze a casa di sconosciuti. Non era proprio il massimo.
"Sì! Casa mia, attico, alcol, musica e... pollastrelle! Dai, ci devi essere per forza!" mi prega, strattonandomi un braccio.
Lo guardo, confuso. "Dimmi, quando hai organizzato questo festone, esattamente?".
"Beh..." comincia lui, passandosi una mano dietro il collo. "Non l'ho ancora fatto, ma... lo farò presto! Quanto credi che ci metterò a rimediare un deejay, e a chiamare tutti gli invitati?".
"Ovviamente persone sconosciute incluse" commento, cinico.
"Ovviamente" mi fa eco lui, con un sorriso soddisfatto.
Sospiro, guardando distrattamente in basso. "Non so, Cam... lo sai che non mi fanno impazzire le feste...".
"Le feste no, ma l'alcol sì" mi dice lui, strizzando l'occhio.
Lo guardo per qualche secondo, valutando la situazione. Ne valeva veramente la pena? Poi, come se Cam mi leggesse nel cervello, esclama:
"Ok, pensa: devi dimenticare quella stronza biondina francese per bene, quindi ti serve una solo per una notte, e ci sarà, sei un bocconcino, ti strapperanno la maglietta"- io alzo gli occhi al cielo ma lui continua- "Ti serve alcol perché non puoi essere sobrio la notte di Capodanno, nemmeno i bambini lo sono, e l'alcol c'è... cosa vuoi di più? E' perfetto. Per cominciare un nuovo anno come un nuovo James. Combattivo, coraggioso e... magari con un nuovo taglio di capelli" conclude, lanciando un'occhiata accigliata alla mia testa.
"I miei capelli vanno benissimo" commento, passandoci una mano in mezzo.
"Coraaaggio" insiste ancora lui, sorridendomi entusiasta.
Dopo due minuti in cui il mio cervello frulla, diviso in una parte buona che mi dice di non andare e quella cattiva che mi dice di andare e di ubriacarmi come un pazzo. "D'accordo" dico infine, sentendo il diavoletto in me che esulta. "Ma vedi di portare ragazze carine, non quelle due cozze che hai portato l'anno scorso".
Lui scoppia a ridere. "Cielo, se non riuscivi a liberartene! Ehi bello, erano mie amiche, magari non avranno madre natura dalla loro, ma sono intelligentissime, penso che diventeranno architetti, ingegneri...".
"Sei diventato femminista, ora?" lo stuzzico, per prenderlo in giro.
Lui mi guarda per un secondo come se avessi detto una cosa senza senso. "Vedi? Ecco perché arrivi sempre in ritardo, o ci metti tre ore per prendere una decisione... Sprechi troppo tempo ad inventare cazzate!" urla, facendomi ridere. "Non sai nemmeno cosa voglia dire femminista, idiota".
Scuoto la testa. "Ci sentiamo, allora".
Lui annuisce e si dirige verso la sua macchina. Io entro nella mia, diretto a casa. In fondo, un po' di svago mi serve. Questo è il mio ultimo anno di Accademia, dopo la mia vita cambierà completamente. E' meglio inaugurarla con una bella quantità di vodka liscia.
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non lasciarmi vincere
Romance(CONCLUSA) Questo libro parla di una storia, e a me piace pensare che sia vera. Una come tante. Una tra un milione. Questo libro parla di una storia, una storia di sogni. Loro sono i veri protagonisti, qui. Quelli che danno alla vita un senso, ch...