Capitolo 48. -J

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"Ehilà, gente, qui il vostro caro e vecchio Hermes! La puntata di oggi, purtroppo, sarà un po' triste. Ebbene, amici, dopo quattro anni di fedele servizio a Whistle Radio, vi annuncio che questa è la mia ultima registrazione. Mi piange il cuore al pensiero di non dover più preparare playlist, di non poter più leggere i vostri messaggi e, soprattutto, di non potervi più parlare. Chiunque voi siate, qualunque sia la vita che vivete, siete sempre stati il miglior mezzo per esprimermi. Quando venivo qui, le tre solite sere a settimana, mi sedevo su questo dannatissimo sgabello, accendevo il microfono e mi dicevo: ok. Adesso non esiste più niente. Ci sono io, la musica e il microfono. E il mio fantastico tecnico del suono, dall'altra parte del vetro. Tutte le preoccupazioni svanivano e mi impegnavo a mettere tutto me stesso in quello che dicevo. E oggi, come tutte le altre volte prima, vi giuro che non vi mento. Intendo ogni cosa che vi spiego, vi dico... vi confesso. E per questo, spero che siate riusciti ad apprezzarmi.
Ma adesso basta con le smancerie, dico bene? Non sono mai stato un tipo sentimentale, lo sappiamo tutti.
Ah...Perdonatemi. Ho parlato troppo presto. Spero che riuscirete a reggere ancora qualche minuto di smancerie. In caso contrario, tornate tra un po'. Promesso, però! Devo solo... beh, devo solo dedicare un paio di righe ad una persona. Una persona speciale.
A te, e intendo proprio te, che stai ascoltando, che mi hai sempre ascoltato... Senza Whistle Radio probabilmente non ti avrei mai incuriosito. Non sono il tipo per te, io. Eppure hai riconosciuto la mia voce, in mezzo ad altre centinaia di voci, tu mi hai riconosciuto. E questo vuol dire solo una cosa. Malgrado tutto quello che ci sta succedendo... Eravamo destinati l'uno all'altra. E malgrado io mi odi per quello che sto per fare... Ringrazio tutti gli dei che gli uomini sono riusciti a idealizzare, perché ti hanno fatta cadere -letteralmente- tra le mie braccia. Spero che la canzone ti piaccia. È per te. Signore e signori, Better Together di Jack Johnson, cantata dagli Us the Duo".

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Quando chiudo, con un certo sforzo, la valigia intrappolata sotto il mio ginocchio, spero di riuscire a chiudermi anche io. Provo troppe emozioni per poterle contenere da solo.

La prima, senza dubbio, è la frustrazione. Ha il controllo pieno del mio corpo, visto che da quando sono sveglio (cioè dalle tre di questa mattina) non smetto di tremare. Tremo, come una foglia.

E a farmelo fare, insieme all'essere frustrato, è l'essere spaventato. A morte. Ho così paura che penso di dover andare in bagno ogni due minuti. Ho così paura che il mio intestino si rigira e si stringe, facendomi sentire un nodo nella pancia. Un nodo che non si scioglierà facilmente.

E poi sono, ovviamente, triste. Il mio cuore pulsa dolorosamente, attraversato da fitte violente ogni volta che i miei pensieri mi propongono il suo viso. E accade ogni secondo.

Ma, sotto una coltre di negatività e ansia, sono anche felice, elettrizzato e pronto a saltare di gioia. Sto per fare quello che ho sempre voluto. Il solo pensiero mi fa bollire il sangue nelle vene, facendo scorrere l'adrenalina in tutto il mio corpo. Sto per realizzare il mio sogno.

Ancora non ci credo. Dopo tutta la fatica che ho fatto per raggiungerlo, non posso credere di avercela fatta, finalmente. Certo, ora mi aspetta la parte più difficile e so che dovrò fare uso di tutta la mia forza di volontà per riuscire definitivamente. Ma so anche che sono pronto: è tutta la vita -o almeno fin dall'adolescenza- che non aspetto altro. Se dovrò scalare le montagne più alte che la mia vita mi presenterà mai, le scalerò.

Nonostante il mio cuore pesi tanto. È diventato un macigno da quel giorno. E non si azzarda ad alleggerirsi. Sospiro, metto la valigia sulle rotelle e guardo per l'ultima volta la mia stanza.

Pessima, pessima, pessima idea.

Per un attimo, vengo trasportato in un altro mondo. Il mondo dei ricordi.
Lei che entra sorridendo, con due caffè da asporto.
Lei che mi saluta con un bacio.
Lei che ride.
Lei che si siede sopra di me.
Lei con la mia maglia.
Lei nel mio letto.
Lei nuda, nel mio letto.

non lasciarmi vincereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora