Capitolo 26. -J

1.1K 68 3
                                    

A dieci giorni di distanza da quella notte pazza e scatenata che non si è rilevata diversa da come doveva essere, ovvero piena di ragazze (belle, sta volta), alcol e musica, mi sveglio. Guardo il calendario appeso davanti a me. Solo quattro esami. Non ci posso credere, manca così poco alla fine. Sento già nostalgia di Cam che mi sgrida per il ritardo ogni mattina.

Scendo le scale, pieno di serenità. Trovo mia madre al telefono, di spalle.

"Sì?" dice lei. Poi si volta, guardandomi. Non avevo mai visto una faccia più sconvolta e ansiosa sul viso di mia madre. Mi avvicino subito, prendendola per le spalle. "Sì, arrivo subito" dice, attaccando.

La guardo in cerca di spiegazioni, ma lei scoppia a piangere sulla mia spalla e io mi sento malissimo. Potrebbe essere successo qualsiasi cosa e l'attesa mi distrugge.

"Mamma... dimmi che è successo, per favore...".

Lei si stacca di me, cercando di contenersi. "Tuo padre... ".

"Cosa?". Ma lei singhiozza senza rispondere. "MAMMA, COSA?" urlo, prendendola per le spalle, temendo il peggio.

"Ha fatto un incidente! E' in ospedale!" urla in risposta lei. Io la lascio, guardandola con gli occhi sgranati. Lei è già vestita, quindi io salgo di sopra. Mi accerto che non ci sia Sarah. La sua camera è vuota quindi mia madre l'ha già accompagnata a scuola. Corro in camera mia a infilarmi qualcosa di decente, mentre cerco distrarmi per non cedere. Scendo le scale e mi infilo il giubbotto.

"Forza, mamma" le dico, porgendole il suo.

"Non... non fare così!" grida, portandosi le mani sulla testa.

"Così come?".

"Stai calmo, mi metti ansia...".

"Io devo stare calmo?!" grido, arrabbiato. "Tu sei scoppiata in lacrime, io almeno ho avuto la lucidità di prendere le chiavi della macchina! Non sappiamo quanto è grave finché non andiamo lì, no?! E' inutile piangere ora".

"E' che... se l'ultima cosa che gli avessi detto fosse...".

"Mamma" dico, calmandomi e prendendole il viso tra le mani. "Non ora. Sono sicuro che è tutto a posto. Non bisogna saltare a conclusioni affrettate".

Lei annuisce. "Cosa farei senza di te?" dice, tirando su con il naso. Io sorrido semplicemente, guidandola verso l'auto. Arrivati in ospedale ci sbrighiamo a raggiungere il reparto, quando vediamo Tess fuori da una porta. Lei si volta e ci vede. Ha un pessimo aspetto. Di solito i suoi capelli sono mossi e lucenti, adesso sono legati in una coda improvvisata e il suo viso non ha traccia di trucco, risaltano solo un colore violaceo intorno agli occhi, iniettati di sangue per le lacrime.

Poi mia madre si avvicina a lei e la abbraccia. La abbraccia forte. Le guardo, come se stessi vivendo un sogno, senza capire se quello che sta succedendo è reale o no.

"Coraggio" le sussurra Tess. La saluto anche io, stringendola forte. Entriamo nella camera, e mio padre ha una maschera per l'ossigeno sul viso, una flebo, il collare e una gamba fasciata appesa a mezz'aria. Per non parlare dei vari lividi sul viso.

"Oh, santo cielo..." mormora mia madre, singhiozzando. Le passo un braccio intorno alle spalle, stringendola a me, per consolarla, mentre la gola mi si stringe sempre di più. Ciò mi porta ad abbassare lo sguardo e lasciare che i miei occhi si riempiano di acqua salata...

Poi mio padre tossisce e io alzo subito lo sguardo per accertarmi che sia successo davvero. Sposta gli occhi su di noi, tutti e tre abbracciati e vicini.

"Oh..." mormora. "Allora sono in paradiso?" chiede, con voce gracchiante.

Tess è la prima che scoppia a ridere e a correre verso di lui stringendogli dolcemente una mano. Io mi prendo un momento per tirare un bel sospiro di sollievo, mentre mia madre si unisce a Tess nel salutare il suo ex marito. Io faccio il giro del letto e gli prendo l'altra mano. Lui si volta e mi sorride, dietro la maschera.

"Scommetto che non ti sei preoccupato nemmeno un po' per il tuo vecchio" dice, senza smettere di sorridere.

Io ricambio il sorriso. "Mi sono preoccupato da morire". Lui ridacchia leggermente per poi tossire ancora. Il quadretto che vedo è qualcosa di surreale. Questo intero evento sembra surreale, portandomi a pensare che forse sto sognando tutto davvero. Tess e i miei che ridono e scherzano come se fossero amici da sempre. Guardo mia madre, tra la meraviglia e la confusione, mentre sorride a entrambi, felice di essere lì.

Forse è questo che le serviva... avrei preferito qualcosa di un po' meno estremo, ma penso che adesso lei abbia accettato la nuova vita di papà, che non ha come unico scopo rovinare la sua, semmai ricominciare la propria da capo. Sorrido, capendo finalmente che pian piano le cose stanno tornando al loro posto.

non lasciarmi vincereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora