"Sono così fiera di te, tesoro".
"La mia bambina che va in Francia!".
"Melanie, mi raccomando, NON mangiare le escargot! Ti prego non farlo... O non dormirò la notte!".
"Noi tre a Parigi, ma ci credi? Adrian è emozionatissimo".
"Lo sono anche io!".
"Se dovessi rincontrarti tra mesi o anni, ti amerei comunque".
Sussulto e spalanco gli occhi, mentre il mio cuore pompa sangue nelle vene con troppa enfasi. Inspiro e espiro, cercando di ritrovare la tranquillità ed il contegno.
Dio, sembrava così reale.
Ho risentito la sua voce nella mia testa, come se fosse qui accanto a me. Il mio cervello ancora ha in memoria il suono della sua voce. Scuoto la testa e chiudo il sipario di quel momento della mia vita che ormai appartiene al passato.Sono passati due anni ormai e nessuno dei due ha cercato l'altro.
Mi sembra un messaggio abbastanza chiaro.
Eppure ci penso ancora, come se non riuscissi ad andare avanti. Non ci sto male -ho sofferto abbastanza- ma ci penso. Ogni tanto. Non so dire bene cosa provo, se nostalgia o solitudine ma la cosa mi infastidisce molto. Sono stanca, voglio andare avanti.La vita mi sta spianando davanti una nuova strada, piena di novità. È ora di lasciare il passato dove deve stare: indietro.
Insomma, sono su un maledettissimo aereo e tra venticinque minuti atterrerò nella maledettissima Parigi.
Ah.
Ecco perché ci ho pensato.
Parigi.
Non essere ridicola, Mel!
Mi rimprovero, perché mi sento veramente stupida. Parigi è una città con, all'incirca, due milioni e duecento settanta mila abitanti.È impossibile. Statisticamente impossibile.
Andrà tutto bene."Sei sveglia!" esclama una voce alla mia destra. Mi volto e nel mio campo visivo entra una sorridente Vanessa. "Ti stavo per venire a svegliare io. Tra poco atterreremo! Ci credi? Io no! Dammi un pizzicotto!".
La accontento, stringendo la pelle del suo braccio tra pollice e indice. "Va bene così?".
"Mi hai fatto male!" protesta, massaggiandosi la parte arrossata. "Ancora non capisci che certe cose vanno prese con sarcasmo? Sarcasmo, sai di cosa parlo?".
Scoppio a ridere, divertita dal suo mettere sempre il broncio. Mi ricorda Agatha, e il mio cuore fa una capriola. "Sì, so di cosa parli ma è più divertente se ti prendo alla lettera".
"Quindi se ti dico di buttarti dall'aereo lo fai?" mi chiede, cogliendo la palla al balzo.
"Posso valutare l'idea, sì" annuisco, sempre sorridente. "Ma prima lascerò nella tua borsa una lettera dove dico che sei stata tu a farmi suicidare, così finirai in galera".
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non lasciarmi vincere
Romance(CONCLUSA) Questo libro parla di una storia, e a me piace pensare che sia vera. Una come tante. Una tra un milione. Questo libro parla di una storia, una storia di sogni. Loro sono i veri protagonisti, qui. Quelli che danno alla vita un senso, ch...