Due valigie grandi, due borse e tre zaini sono troppi? Forse non supereranno il check-in.
Strillo, istericamente, scalciando tra i vestiti inutili che possiedo, che ora si trovano sparpagliati per terra. Questo è il loro posto. Per una delle poche rare volte nella mia vita, non sono soddisfatta di loro.
Tre giorni a Fuerteventura con James. È ovvio che deve essere tutto perfetto. Io, in primis. Al luogo e all'itinerario ci ho già pensato, ma per il resto c'è ancora molto da fare. Indosso uno dei miei bikini preferiti e mi scruto allo specchio, girando poi il busto per vedere come sto dietro. Diagnosi: il mio corpo non potrebbe essere più minuto, senza forme e bianco di così.
"D'accordo" annuncio a me stessa. "Ormai l'operazione rassodamento chiappe è fallita, perciò si passa alla fase due. Non. Diventare. Rossa. Peperone" scandisco così da farmelo entrare bene in testa. Corro in bagno e spalanco lo sportello dello specchio, scansando creme viso e deodoranti per acchiappare, in punta di piedi, le creme solari. Cinquanta e cinquanta più, perfette. Prendo quelle per il viso, che sono altrettanto importanti, e delle bottigliette di acqua rinfrescante per quando si sta troppo tempo sotto il sole e si ha caldo. "Basteranno?" mormoro tra me e me. "Forse dovrei prendere anche quelle di mia madre...".
Sento il telefono squillare dall'altra parte del muro e torno in camera, trasportando più bottigliette di quante le mie braccia corte e ossute possano permettersi. Cade una per il viso, proprio sul mio piede, ma fortunatamente, essendo piccola, non mi fa male. Non come quella volta che mi cadde la bottiglia di bagnoschiuma da 2l sul piede, mentre mi stavo facendo la doccia.
Lancio il resto delle creme sul letto e mi giro in tondo per cercare il telefono. Butto all'aria i vestiti sparsi per terra e seguo il suono della suoneria finché non lo trovo, sotterrato da una lunga gonna estiva. Rispondo senza controllare il mittente. "Pronto?".
"Fammi indovinare, il tuo telefono era sotterrato da strati di stoffa".
"Solo uno, per l'esattezza" lo correggo, sorridendo.
"E fammi indovinare ancora: sei disperata".
Mi stringo nelle spalle, anche se so che non può vedermi. "Beh, non esattamente...".
"Mel...".
"Ho già preparato le creme solari, e deciso quali valige devo usare. Sono a metà dell'opera!" esclamo, sforzandomi di apparire sicura di me. Dall'altro lato del telefono regna il silenzio. La solita quiete prima della tempesta. "NO, LEO. SONO SULL'ORLO DEL BARATRO, TI PREGO AIUTAMI" sbotto, buttandomi all'indietro sul letto. "Non so cosa portarmi, quali outfit scegliere per il giorno, quali per la sera, quali per il mare, quante scarpe devo portarmi, tacchi o non tacchi, che poi, mi centreranno in valigia? E se non mi fanno partire? Sarà costretto ad andare da solo, quando gli avevo promesso che saremmo andati insieme! Bella ragazza che sono, proprio l'ideale di ogni uomo!".
"Santo cielo, smettila!" esclama lui, e io riprendo fiato, ordinando ai miei polmoni di svolgere per bene il loro lavoro.
"Che cosa devo fare?" piagnucolo, tirandomi su a sedere e guardando il mare di vestiti che regna nella mia camera.
"Ora, per prima cosa respira" mi ordina, assumendo un tono di voce calmo e pacato.
"Fatto" dico, dopo aver preso una buona dose d'aria.
"Bene, ora: accendi il pc, e vai su Skype. Ci sentiamo lì, ok?".
"No!" esclamo, in preda al panico. "Non mi abbandonare!" lo prego, mentre mi dirigo verso la mia scrivania. Incastro il telefono tra spalla e orecchio e sposto i vestiti dalla sedia al letto, così da potermici sedere.
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non lasciarmi vincere
Roman d'amour(CONCLUSA) Questo libro parla di una storia, e a me piace pensare che sia vera. Una come tante. Una tra un milione. Questo libro parla di una storia, una storia di sogni. Loro sono i veri protagonisti, qui. Quelli che danno alla vita un senso, ch...