Capitolo 58. -J

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Mi guarda con un'espressione indecifrabile. Non traspare nessuna emozione, senza farmi capire se sia successo qualcosa di grave oppure no. 

Perché se è successo qualcosa di grave sarei anche disposto ad abbandonare il discorso che stavamo per affrontare poco fa, altrimenti gradirei tagliare la testa al toro il prima possibile. Le sue intenzioni, sono più che sicuro, sono uguali alle mie, altrimenti non avrebbe toccato il tasto dolente.

Due anni fa, appena mi ha confessato cosa avevo fatto non mi sono arrabbiato, un po' perché sapevo il motivo per il quale l'aveva fatto, un po' perché sapevo che avrei solo peggiorato la situazione.
Eppure, non avendole mai detto la rabbia che provato nei suoi confronti, lei si è portata dietro il senso di colpa e io ancora ci sto male.

Non mi piace l'atmosfera che si è creata e ho davvero una brutta sensazione al riguardo. Ho il terrore che finisca come due anni fa, ho paura che sparirà di nuovo.

"Cos'è successo?" le chiedo, al suo silenzio.

Lei prende un respiro prima di rispondermi. "Agatha e Jun si sposano". Il suo tono è piatto, la sua espressione neutra e impassibile.

Corrugo la fronte per un attimo. Mi ricordo Agatha, e per quanto non ho mai avuto modo di conoscerla appieno non mi è sembrata una tipa da sposarsi così giovane. Per un attimo mi balena in mente l'immagine di me e Mel sposati, conviventi e felici. Il mio cuore si rattrista profondamente se penso a quanto irrealistica e lontana un'idea del genere possa essere. Ci guardo adesso, e l'ultima cosa che sembriamo è marito e moglie. Certo, le coppie sposate litigano il doppio di quelle libere, ma per qualche ragione non riesco a immaginare noi due una famiglia. Non sappiamo nemmeno se vogliamo stare insieme, e se saremmo pronti a combattere per il nostro amore, figuriamoci essere sposati.
In passato ho pensato più volte a sposarla, soprattutto quando sono andato via per la prima volta di casa e mi sono trasferito qui in Francia. Volevo vincolarla a me così da avere la certezza di averla sempre a fianco. Non è di certo il matrimonio, però, che di questi tempi lega una persona ad un'altra. Cos'è allora che lo fa? Il coraggio? La determinazione?

I pensieri sono sicuramente ciò che fa allontanare una coppia.
Io e Mel dovremmo smettere di pensare. In realtà non abbiamo pensato per tutto il giorno e mezzo passato insieme. Ora è inevitabile.
A questi miei ragionamenti, la lieve sorpresa per l'imminente matrimonio di Agatha viene calpestata dalla preoccupazione e dall'ansia. "Quando?".

"Questa primavera" mi risponde. "Fortunatamente sarò già tornata".

Ovviamente, perché partirà di nuovo tra due mesi. Vorrei tanto che non l'avesse detto, che la smettesse di trattenersi perché sa che tra poco torneremo ad essere degli sconosciuti come per i due anni appena passati.
Solo che per noi ormai è impossibile essere sconosciuti. Ci conosciamo troppo bene, non possiamo ignorarci.

"Sì, lo so" rispondo piccato, senza sapermi trattenere. Mi guarda, con lo sguardo finalmente cambiato, ma anche quello che mi ha rivolto più spesso: lo sguardo di chi si sente in colpa.

Mi copro la faccia con le mani, strofinandomi gli occhi. Torno su di lei e sospiro. "Quello che mi hai detto ieri sera almeno era vero?".

Sgrana gli occhi, incredula. "Certo che sì" esclama. "Lo penso tutt'ora".

"Allora dimmi perché, davvero non riesco a capire" sbotto, alzandomi in piedi. Di certo sarebbe arrivato molto presto il momento per me di arrabbiarmi. La repressione delle emozioni è davvero una pessima cosa. Cerco di controllarmi, perché potrei arrivare ad urlare se non sto attento. E non voglio urlarle contro. "Se sapevi che non ce l'avresti fatta a rimanere con me, perché mi hai chiesto di uscire, perché sei venuta a letto con me per due volte, eh?" le domando, cominciando la frase con un tono di voce normale per poi irrimediabilmente salire alla fine.
Devo lavorare sull'autocontrollo.

non lasciarmi vincereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora