Usciti dall'ospedale, torniamo sulla via di casa per andare a prendere Sarah a scuola. Siamo stati un bel po' di tempo lì con mio padre, finché un infermiere non ci ha informati che non era stato un incidente con conseguenze letali. Avrei voluto aggiungere che ce ne eravamo accorti, ma ho preferito starmene zitto.
Mia madre sta seduta sul sedile del passeggero, e sorride, canticchiando la canzone che passano alla radio. Non l'ho mai vista tanto felice.
"Mamma" dico, sospettoso. "Devi dirmi qualcosa?".
Lei si volta di scatto, e sembra ansiosa. "Ehm... perché?".
"Non lo so... Canti, balli, sorridi. Non fraintendermi, sono felicissimo che tu lo faccia, ma lo trovo un po' strano. Sai, non lo fai mai".
"Oh" fa la lei, guardandosi le mani. "Beh, sì c'è qualcosa, a dire il vero...".
"E...?" le chiedo, per farla continuare.
"Mi sto... vedendo con un uomo".
Spalanco la bocca, incredulo. "Mamma! In che senso?!".
"No! Non in quel senso... voglio dire anche in quel senso, ma non è solo quello...".
Scoppio a ridere, non potendo credere alle mie orecchie. "Non ci credo! Ecco dove sei stata a Capodanno!". Lei annuisce. "Mamma è fantastico, sono così felice per te" dico, sincero.
"Davvero?" mi chiede, dubbiosa.
"Certo! E' da quando avete divorziato tu e papà che non ti vedo con un uomo accanto!".
"Pensavo che l'avresti presa male...".
"Ma come, adesso che finalmente ti vedo riprendere un po' più di vita".
Lei mi sorride. "Ah, parlando di cose importanti. Lo dico io a Sarah di papà, non preoccuparti".
Annuisco, fermandomi di fronte l'uscita di scuola di Sarah. Le accompagno a casa e poi io mi dirigo in piazza, per incontrare Cam.
Parcheggio l'auto e scendo, intravedendo Cam da lontano. Ci salutiamo e cominciamo a camminare.
"Caffè?" mi chiede.
"Sì, volentieri" rispondo. "E' successo di tutto oggi".
"Cioè?".
"Prima l'ospedale chiama a casa per dirci che mio padre ha avuto un incidente con l'auto mentre andava a lavoro...".
"Cosa?! Sta bene?" chiede, allarmato.
"Sì, hanno detto che non è nulla di grave, ma ci siamo presi un bello spavento. Ma non è finita. Mia madre esce con uno".
"No!" esclama lui, scoppiando a ridere.
"Non ci potevo credere nemmeno io!" esclamo.
"James, è assurdo!" dice, e svoltiamo un angolo e mi ritrovo a faccia a faccia con lei.
Rimaniamo a fissarci per tipo tre secondi. "Ciao" dico io, con un sorriso.
"Ciao" risponde lei. Non è sola, è con altri due, un ragazzo e una ragazza, a primo impatto identici, ma poi noto non so cosa di diverso, oltre al sesso ovviamente.
"Tanto piacere!" urla il ragazzo, prendendomi la mano e stringendola forte. "Io sono Leo, il migliore amico di Mel e lei è mia sorella Agatha, abbiamo aspettato così tanto per conoscerti...".
"Leo, Leo... basta" dice Mel, cercando di staccarlo da me, e subito dopo mi sorride imbarazzata.
"Uhm, lui invece è Cameron, un mio caro amico" dico, per spezzare l'imbarazzo.
"Piacere" fa lui, stringendo la mano a Mel. Le fa l'occhiolino e lei arrossisce. Un momento, COSA?
"Beh, è stato bello incontrarti, Mel" dico, per chiudere.
"Sì, anche per me" mi risponde sollevata.
"Ci si vede" dico, spingendo Cam via, cercando di sbrigarmi ad andare via. Sento un strano suono simile al verso di una cornacchia provenire dalle mie spalle ma non mi volto. "Ah, per fortuna che è finita" commento, passandomi una mano sulla fronte.
"Ma chi è?" mi chiede Cam, incuriosito.
"Una... ragazza che conosco" dico, sbrigativo.
"Beh, è carina. Ehi, se la senti di nuovo, dimmelo! Magari me la presenti" dice, scoppiando poi a ridere. Io lo seguo, forzatamente, cercando di non far vedere che il suo atteggiamento mi ha infastidito, e non poco.
"Sì, ma la prossima volta non farle l'occhiolino" sbotto, cercando di non risultare scontroso.
"Perché? Lo faccio sempre a quelle che devo portarmi a...".
"Perché lei non è una di quelle" dico, alzando leggermente la voce. "Solo..." aggiungo, all'espressione di Cam, incredulo. "Non farlo".
"Se ti rende felice..." risponde lui, roteando gli occhi. Continuiamo il nostro giro e ci fermiamo in una caffetteria, dove decido anche di pranzare, visto che prima non avevo avuto modo.
Parlo con Cam, ma non sono davvero concentrato in quello che dico. Mangio con smania, per cercare di calmare quel nervosismo che mi fa tremare le mani. Ma più ripenso a Cam che le fa l'occhiolino e che poi mi dice quelle cose, più mi viene da prenderlo a pugni. Infatti mi concentro estremamente sul panino che mi trovo davanti, cercando di non guardarlo in faccia. Non capisco bene quella strana reazione del mio corpo. Tutto ciò è troppo strano per star succedendo a me. Non mi riconosco nemmeno: mi guardo la mano e la muovo appena, per controllare che sia davvero mia. Mi sbrigo a finire e usciamo, mi serve camminare e mi serve l'aria. Fortunatamente il caos della città fa il suo effetto e mi ritrovo a riuscire a ridere sinceramente con Cameron. E' stato così strano, come quando ti prende un attacco di panico. Non so quale tipo di "attacco" sia stato il mio, ma non è stato gradevole. Spero solo che non mi ricapiti mai più.
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non lasciarmi vincere
Romance(CONCLUSA) Questo libro parla di una storia, e a me piace pensare che sia vera. Una come tante. Una tra un milione. Questo libro parla di una storia, una storia di sogni. Loro sono i veri protagonisti, qui. Quelli che danno alla vita un senso, ch...