Abbasso il braccio, allontanando il telefono dall'orecchio. In piedi davanti alla finestra del salotto, guardo fuori mentre la vita notturna della città scorre inconsapevole.
Le luci delle case, molte, sono spente. Mentre quelle dei lampioni brillano ancora, così come i fari delle macchine.E non riesco a pensare ad altro. Guardo fuori e osservo quello che vedo. Nella mia testa solo vuoto.
Sì, vuoto. Lo stesso nel quale sono precipitato. La mia corda si è spezzata. E sono caduto nel vuoto.
C'è così tanto silenzio che sento le orecchie ronzare. Solo qualche clacson ogni tanto, la musica alta proveniente da una macchina che corre in strada, qualche serranda che si abbassa, qualche grida di ragazzi che si divertono.
È letteralmente, tutto quello che sento.Ma almeno sono lucido. Lucido abbastanza da portare il telefono sotto gli occhi e chiamare una persona che non avevo mai chiamato prima.Dopo alcuni squilli, la telefonata si apre con un: "Pronto?".
"Sì, ciao, Leonard" rispondo in modo educato, costringendomi ad usare un tono di voce tranquillo e sereno. "Sono James".
"Oh porca vacca".
"Scusa se ti disturbo ad un'ora così tarda e scusami se ti fa strano che io abbia il tuo numero. Me l'ha dato...", mi fermo per schiarirmi velocemente la voce, "Mel".
"Oh, sì, immaginavo. Non scusarti, dimmi pure. È successo qualcosa?"mi chiede, con un tono preoccupato nella sua voce.
"Sì"ammetto. "Io e Mel ci siamo lasciati. Appena cinque minuti fa". L'ho detto, ma è come se non fossi stato veramente io a farlo. Chi parla adesso è come una proiezione di James, non il vero James. È come se avessi staccato la spina. È come se avessi messo la guida automatica. Sono vivo, ma non del tutto.
"Oh cazzo... No... Non può essere... P-perché?" balbetta, in tono isterico.
"Se vorrà, te lo spiegherà lei. Ma adesso ho bisogno che tu mi faccia un favore. Penso che stia ad una festa... non so dove ma immagino che lei stia da sola e stia soffrendo. Quindi, per favore, se tu sai dov'è valla a prendere e sta' con lei. Consolala, stalle vicino. Ha bisogno di qualcuno che le stia vicino".
"Tu la ami ancora" mormora. E non è una domanda. L'avrà capito dalle mie parole e dal mio tono di voce. Che non so quale sia, a malapena mi sento.
"E non smetterò mai" affermo. Ne sono sicuro. Non so come... di solito non si può essere sicuri su una cosa del genere. Non è una certezza, l'amore. Anzi, è tutto il contrario. Eppure, per una volta, il mio cuore e il mio cervello concordano in qualcosa.
Dopo alcuni secondi di silenzio, sento di nuovo la sua voce. Ferma. "Grazie per avermi chiamato, James. Vado subito a prenderla".
"Bene"dico, sollevato. "Sei un buon amico per lei, Leonard. Sono felice che abbia te".
"Grazie...immagino" risponde, confuso.
"Ciao, Leonard".
"Ciao".
Riattacca, e per la seconda volta abbasso il braccio e allontano il telefono dall'orecchio.
Fuori,una goccia di pioggia si schianta sul vetro e scivola verso il basso. La seguo con lo sguardo.
E rimango lì, a guardare la pioggia che cade e la vita che scorre.
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non lasciarmi vincere
Romance(CONCLUSA) Questo libro parla di una storia, e a me piace pensare che sia vera. Una come tante. Una tra un milione. Questo libro parla di una storia, una storia di sogni. Loro sono i veri protagonisti, qui. Quelli che danno alla vita un senso, ch...