Capitolo 53.-A

818 37 0
                                    

Dopo quattro mesi di convivenza, ho cominciato ad associare la domenica a mia madre

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Dopo quattro mesi di convivenza, ho cominciato ad associare la domenica a mia madre. Infatti, è il giorno in cui torno a casa per stare un po' con la mia famiglia. 

La chiamo ancora "casa" nonostante io adesso ne abbia una tutta per me, perché solo questa sarà sempre, indipendentemente da quante ne cambierò, la mia unica vera casa.

In più, senza Distruzione 1 e Distruzione 2 è diverso e strano. È difficile ammetterlo, ma è così. Dopo due settimane senza di loro, ho cominciato a sentirne una terribile mancanza. Così, ho deciso che sarei tornata una volta a settimana. Se solo penso all'espressione di Leo quando gli ho comunicato questa mia decisione... Non ci sono parole per esprimere la sua faccia in quel momento.
Era qualcosa di misto... tra shock, sconforto e amarezza.
Tornare, anche un giorno solo su sette, mi ricorda chi sono stata e chi sono adesso. Magari è una cosa troppo profonda per una semplice riunione di famiglia, ma è la mia famiglia. Escluso quel coso spelacchiato uscito dai più oscuri e tenebrosi abissi delle fogne che porta il mio nome, non riuscirò mai a staccarmi da loro.

Almeno non letteralmente. Perché letteralmente c'è troppo contatto fisico al momento.
Io e Leo siamo sullo stesso divano. Ed è già tanto.
Io sono sdraiata, con la testa poggiata sul cuscino e le gambe stese sulle sue. Come sia potuto succedere non è dato saperlo.
E lui è seduto, con le gambe poggiate sul puff di fronte, che guarda silenziosamente un film scelto da me.
A quale creatura celeste va tutto questo merito?!

"Leo?" lo chiamo, alzando appena la testa per guardarlo.

"Mmmh?" risponde, senza staccare lo sguardo dalla tv.

"Se stai scomodo, mi sistemo diversamente" propongo, accorgendomi della stranezza della situazione.

"Tranquilla, Tata, sto bene così" risponde, mentre fa un enorme sbadiglio.

Non dico nulla in risposta, ma dentro di me rimango scettica. Qui gatta ci cova.

All'improvviso, il campanello suona. "Chi sarà?" chiedo, corrucciando le sopracciglia. "Di domenica, poi".

"Oh, forse è Mel" mi fa lui, scansando le mie gambe per alzarsi ed andare ad aprire. Si è alzato lui.

"Alle dieci di mattina?" domando, sorpresa. "Sta facendo progressi". Durante le vacanze natalizie, Mel non si voleva svegliare prima delle undici. Diceva che il sole le faceva schifo. Voleva rimanere isolata al buio. Che poi chissà a quale sole si riferisse, a dicembre.

Mi metto a sedere mentre guardo mio fratello dirigersi alla porta. Quando abbassa la maniglia, quella sulla soglia è sicuramente la mia migliore amica, ma a malapena la riconosco.

"Si può sapere chi caspita ha inventato San Valentino?!" esclama, infuriata come non mai, tanto che Leo sobbalza, preso alla sprovvista.

"Vuoi che cerchiamo su Google?" propone, mentre la guarda preoccupato intenta a togliersi smaniosamente giubbotto e sciarpa.

non lasciarmi vincereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora