Addio Hazzard IV

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"Eccomi all'aeroporto di Chicas" penso sospirando. Da quando sono partita non mi sono mai voltata indietro per paura di scoppiare nuovamente a piangere.

"Sto per tornare al mio Paese, alla mia città, alla mia vita di tutti i giorni" penso socchiudendo gli occhi.

"Cristo, quanto mi manca di già. E non ho avuto nemmeno il coraggio di dirglielo, che cogliona!" penso piena di rabbia.
Bo è sempre nei miei pensieri, non riesco a farne a meno.

Le immagini del bacio rubato sono impresse nella memoria e non vedo nient'altro.
Finalmente sono riuscita a baciare quelle labbra così dannatamente sexy e morbide provando delle sensazioni così intense e belle che dubito di riuscire a riprovarle in futuro.

Mi manca già in una maniera incredibile.
Recupero dalla borsa la sua camicia e decido di infilarmela per cercare di colmare questa sua lontananza e il suo profumo mi inebria.
È come se fosse qui con me.

In questi giorni passati ad Hazzard, ho fatto cose che mai mi aspettavo di fare, mi sono riscoperta più forte e più coraggiosa, sono rinata. Sarò grata a questo posto e alla famiglia Duke per il resto dei miei giorni.

Doveva andare così: la mia vita è in Italia.

Seduta nella sala d'aspetto inizio a ripensare alla vita italiana per ricominciare ad abituarmi.
amici: zero. Tutti conoscenti buoni per uscire la sera ma con i quali è impossibile confidarsi perché hanno la lingua lunga, fatta ad eccezione di Anna, la mia migliore amica, l'unica che sarà in pensiero per me in questo momento e alla quale dovrò dare un sacco di spiegazioni.
Lavoro: c'è ma non soddisfacente. Mi sono divertita di più a fare la cameriera che non la stagista in ufficio.
Divertimenti: quali divertimenti? Una volta che provi a vivere ad Hazzard non ti diverte più nulla all'infuori della Contea.

Oh Be.
Mi attende una buona prospettiva.

Ma veramente voglio rinunciare ad Hazzard? Veramente voglio ritornare in Italia a deprimermi?


Suono il clacson più forte che posso sfrecciando per la stradina sterrata che porta alla fattoria.
Attirata dal rumore, esce tutta la famiglia Duke accompagnata da Boss, Rosco, Cletus e Flash

"Che ci fai ancora qui?" strilla Bo senza trattenere un sorriso di felicità.

Sento di scoppiare dalla felicità: solo la sua vista mi esalta, mi fa stare bene.

"Non so cosa voi mi abbiate fatto ma non riesco più a liberarmi di voi. Pero' una cosa è certa: nemmeno voi riuscirete a liberarvi di me!" urlo felice " C'è ancora la mia camera disponibile?" domando scendendo dall'auto

"Certo che c'è e ti sta aspettando!" urla Daisy raggiante

Bo corre rapidamente verso di me e, una volta raggiunta,mi abbraccia fortissimamente facendomi girare

"Allora resti?"

"Certo che resto!"

"Si sentiva già la tua mancanza, piccola!" ammette abbracciandomi fortemente

"Ma allora io ho speso tutti quei dollari per niente?" Si domanda Boss ed annuisco sorridendo,

"Questa me la paghi, pestifera Duke che non sei altro! "esclama furioso, "Ti riassumo, ti tratterrò dalla tua paga tutti i dollari che ho speso lavorando per me"

"Sapevo che avevi un cuore d'oro. Nascosto, ma ce l'hai anche tu!" gli dico ridendo, poi gli sollevo il cappello e lo bacio sulla testa pelata. Boss diventa tutto rosso rosso e ci mettiamo a ridere. Non lo stiamo neppure ad ascoltare nemmeno quando dice che non lo ha fatto per me, ma per riavere i suoi soldi: in fondo è anche lui felice che io sia rimasta qui.

"Ma che facciamo qui di fuori? Entriamo in casa a festeggiare!" Suggerisce zio Jessie allegramente.

Seguo gli amici rientrare in casa, ma vengo trattenuta per un braccio da Bo.

"Cosa c'è? Per caso hai cambiato idea?" Domando ridacchiando

"No. Voglio sapere perché l'hai fatto tu" rettifica col suo più bel sorriso "e mi piacerebbe sapere se questo ripensamento è dovuto a quel bacio inatteso con cui mi hai travolto"

Il viso inizia a prendere il color rosso fuoco e faccio fatica a sostenere il suo sguardo inteso.
L'avevo messa in conto questa domanda.
Peccato che, nonostante tutti gli sforzi, non sia riuscita a trovare una risposta alternativa alla confessione di quello che provo.

Abbassando gli occhi,  mi mordo il labbro inferiore pensando sul da farsi.
Vorrei confessare tutto, vorrei rispondere si perché è da quando lo conosco che mi piace da morire.
Ma poi mi rendo conto che abitiamo sotto lo stesso tetto e la cosa sarebbe alquanto imbarazzante: se dovesse andarmi male non avrei più il coraggio di guardarlo negli occhi.

"Mi... Mi spiace per quello che è successo" mormoro cercando il coraggio necessario

"Non sono queste le cose per cui dispiacersi" afferma posando le sue mani sui miei fianchi, aumentando di più il mio imbarazzo, ma anche la voglia che ho di lui.

"Non so quello che mi sia preso" continuo "forse è stata l'ansia del momento, la tristezza di lasciarvi era forte e nella foga ho perso la testa per un attimo, non so nemmeno io cosa credevo di fare. ti chiedo di scusarmi, non succederà più"

Bo, sentendo quelle parole, stacca le sue mani e indietreggia da me.

"Be, capisco, non è stato un momento facile. Anche noi eravamo piuttosto tristi per la tua partenza"

Noi.
Non lui, ma tutti loro.
Probabilmente, dopo quel bacio, aveva erroneamente creduto che fossi una ragazza come quelle che frequenta solitamente non pensando affatto che quello che provo per lui è molto più profondo.
Ho fatto bene a non confessarmi.

"Ma ora sono qui e non c'è motivo di essere tristi, giusto?" domando sorridendo.

Lui ricambia.

"Gia'"

"Ehi!" Urla Daisy dalla finestra, "mancate solo voi, che aspettate?"

"Arriviamo!" risponde Bo "forza, andiamo a berci un bicchiere di birra e, visto che hai deciso di rimanere, devi bere fino a quando non ti gira la testa: voglio vederti ubriaca!" esclama passandomi un braccio sulle spalle.

Lo guardo negli occhi e sorrido sospirando: non cambierà mai.

"Sfida accettata" confermo divertita

"È così che mi piaci, tesoro"

E, dopo avermi baciata nei capelli, raggiungiamo gli altri

Una ragazza ad Hazzard Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora