L'aria aperta con qualche uccellino qui e lì la aiutarono a respirare. La notizia ha avuto in impatto sicuramente devastante ma lei sembra convinta.
Kat ha scoperto di essere incinta e non ha fatto altro che chiedere alla dottoressa come fosse successo. Domanda banale ma la sua sicurezza e quella del suo ragazzo, non spiegavano l'accaduto.
Questa volta non pianse, aveva finito le lacrime e vedere la reazione di John la sera prima l'ha fatta diventare di pietra. Per tutto il tragitto non parlava e guardava fuori dal finestrino, come un'anima in pena.
Posso essere egoista ma non voglio che lei abortisca, quel bambino non ha nessuna colpa e non vedo perché deve pagare al posto loro.
- Asy..- fa un lungo respiro sulla panchina in mezzo al parco.
-Si? Hai pensato?- le avevo chiesto di pensarci senza prendere decisioni affrettate e una volta deciso avrei risposto di conseguenza.
-Devi capirmi, non ho colpe io come non le ha John e come non le ha questa creatura ma non posso. Lui mi lascerà se terrò il bambino ed io da sola non posso crescerlo. Devo pensare al bene di entrambi e crescere con un solo genitore non è il massimo- prese il fazzoletto ormai ridotto in brandelli e si asciugò qualche lacrima che di tanto in tanto scappava.
-Ti aiuteremo noi, lo sai quanto ci teniamo che i nostri amici siano contenti- prendo la sua mano stringendola forte e trasmettendogli tutta la mia determinazione.
-Non capisci....lui mi lascerà ed io senza di lui non riesco a stare. Probabilmente lo dimenticherò un giorno ma cosa dirò a suo figlio? Tuo padre ti ha abbandonato perché sei stato uno sbaglio? No Asy-
-Se vuole che tu uccidi il bambino, non ti ama abbastanza-
Kat si bloccò ed iniziò ad agitarsi, ero stata diretta ma era la verità. Lo sbaglio l'hanno fatto entrambi e dovrebbero gestire la cosa insieme. Senza se e senza ma.
- Non posso farci niente. Non è venuto neanche per scoprire se sono incinta o meno. Vorrei che tutto questo fosse un sogno-
Il silenzio, era rimasto solo il silenzio a farci compagnia.
-Voglio abortire, subito- si alza in piedi e butta il fazzoletto pronta a tornare dalla dottoressa e risolvere il problema. Come se non fosse successo nulla.
- Kat ti prego- la stavo supplicando pensando a quel piccolo puntino che voleva solo nascere e conoscere il mondo.
-Ormai ho deciso- mi lascia lì ed inizia a camminare.
-Lo teniamo noi- urlo e lei si pietrifica.
-Cosa?- mi stava guardando dritta negli occhi senza capire.
-Si..lo teniamo noi tuo figlio. Lo cresceremo come se fosse nostro figlio- la voce tremava e quelle parole uscirono come se fosse una cosa normale prendersi il figlio della tua amica e crescerlo come fosse il tuo.
-Per favore non dire stupidaggini- si gira di nuovo ma la raggiungo piantandomi di fronte a lei.
-Hai capito, crescerò tuo figlio e quando avrai realmente deciso chi è più importante tra quel cretino di John e lui allora potrai riprendertelo- la mia mano era proprio sopra la sua pancia piatta.
-Non posso darti un peso del genere e non concluderei nulla perché non accetterà mai di stare con una ragazza incinta-
-Ma cazzo è suo figlio mettitelo bene in testa. La colpa non è tua, è di entrambi e sarebbe giusto che si prendesse le sue responsabilità-
- Non lo so Asy, avrò le nausee e diventerò una balena. Non piacerò più a nessuno e poi.... non troverò mai un marito e non sarò mai felice-
Prendo il suo viso tra le mie mani ed inizio a scandire le parole - Ci siamo noi- lei non disse niente ma mi abbracciò semplicemente.
L'avevo convinta? Ma coa avrebbe realmente deciso? Abortire? Lasciare suo figlio nelle mani mie e di Andrea? O tenerlo e fare una mega ramanzina a John sperando che le stia accanto?
KAT POV
Asy aveva mille difetti ma in una cosa era bravissima, convincere la gente. Ovviamente ancora non ho deciso cosa ne farò di mio figlio o mia figlia. E se fossero due? Scuotevo la testa sperando che quelle immagini di me grassa scomparissero per sempre.
Avevo chiamato John con il mio solito tono di voce e lo stavo aspettando sotto casa. Al suo arrivo mi lascia un bacio veloce sulle labbra e parte. Stavamo andando a casa sua per la nostra solita routine, il sesso.
Dopo aver aperto la porta mi sbatte letteralmente al muro e mi bacia lasciandomi senza fiato. E' così bello da perderci la testa. Mi trascina da un braccio in stanza e mi inizia a spogliare.
Dovrei probabilmente eccitarmi ma una parte del mio cervello è impegnata nel cercare le parole giuste da usare con lui per non farlo scappare in un'altro pianeta.
I suoi baci umidi sul collo mi stavano facendo perdere il reale motivo della mia chiamata e dovevo fermarlo prima che il piacere prevalga le cose importanti.
-John aspetta- il fiato corto non mi aiutava e neanche le sue mani che accarezzavano la mia pelle.
-Si?- continuava a baciarmi ma non era abbastanza attento alla situazione.
- Per favore ascoltami- lo blocco con una mano e si corica accanto a me.
-Dimmi- il suo sguardo è rivolto verso il tetto e le sue mani sono proprio dietro la sua testa, ammiravo la sua tranquillità in una situazione del genere.
-Oggi sono andata per i risultati....- lo guardavo ma il suo viso era inespressivo.
- Mm..-
- Puoi guardarmi almeno un secondo?- e allora i suoi bellissimi occhi finalmente si incrociarono ai miei.
-Mi ha detto che sono incinta- tornò lo sguardo al soffitto e fece un lungo respiro - Quando ti farà abortire?-
Volevo piangere ma non trovavo le forze per farlo. Mi stava trattando come un'estranea eppure tutte le volte che stavamo insieme mi coccolava e mi diceva quanto teneva a me.
- Non...non abortirò- quelle parole uscirono lente e quasi non udibili, sperando che non sentisse.
-Cosa?- si era alzato e mi guardava in cagnesco facendomi diventare piccola e indifesa.
- Non posso ucciderlo per uno sbaglio nostro, lui non ha colpe- ed ecco la prima lacrima scendere lungo il viso.
- E' stata Asy non è vero? E' colpa sua se hai deciso di tenerlo- si passò le mani tra i capelli e prese posto sul letto porgendomi le spalle.
- John..-
-Nessun John ok? Non lo voglio e non voglio neanche te. La nostra storia è finita proprio con la tua decisione-
Ed ecco la mia previsione avverarsi. Mi aveva lasciata in seduta stante. Forse era la decisione sbagliata o forse era come diceva Asy, non mi ama abbastanza o non l'ha mai fatto.
- Sai che ti dico? Che sono io a lasciarti e non tu e quando mio figlio chiederà di suo padre, risponderò che suo padre non amava abbastanza sua madre e di conseguenza non avrebbe potuto amare un figlio- prese le mie cose sbattei la porta così forte che le imprecazioni si sentivano da fuori.
La decisione era presa, il bambino avrebbe avuto la sua madre biologica.
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Lo sbaglio più bello sei stato tu
RomanceAshley Watson è una ragazza di 17 anni. Il suo ultimo boyfriend la piantò bruscamente, sostenendo di essere andato a letto con un altra. In lacrime con la sua migliore amica Marta fece una promessa. Avrebbe pensato solo a godersi l'ultimo anno di sc...