Capitolo 15

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A colazione continuai a lanciare occhiate ai miei per vedere se mi dicevano qualcosa. Stavo osservando mia mamma che mio papà mi domandò
"Devi dirci qualcosa Tess?"
"Ehm...nono...no"
Mio papà mi fissò un attimo e poi tornò alla sua colazione.
Appena uscii di casa sospirai di sollievo. Non ce la facevo più a rimanere in casa circondata solo da rumori come lo scroscio dell'acqua o il fruscìo dei vestiti.

In corriera mi sedetti a fianco della mia amica.
"Hey tutto bene?" Mi chiese preoccupata.
"Sì sì tranquilla"
"Ma avete litigato?"
La guardai
"No!! Ovvio che no...solo che ho bisogno di pensare e...se sto di fianco a lui non ci riesco. Le lanciai uno sguardo complice. Sorrise.
"Ciao eh?" Mi girai
"Ciao Gabriel" risposi con voce stanca
"Tutto bene?" Mi guardò allarmato
" Sì sì tutto bene" mi rigirai e mi presi la testa tra le mani.
Quando scendemmo mi prese per le spalle costringendomi a guardarlo.
"Che è successo?"
"Niente"
"Sai che non ti credo?"
"Non credermi"
"Hey ma cos'hai oggi? Sto solo cercando di aiutarti!"
Lo guardai come se lo vedessi per la prima volta.
"Scusami...io...lasciami pensare un attimo. Devo riordinare i pensieri"
"Tu dimmi i tuoi pensieri e io li metto in ordine. Così ti aiuto." Mi rivolse un sorriso sghembo che mi fece sciogliere. Lo baciai. Mi ricambiò, ma mi staccai per prima.
"Non dovevamo riordinare i miei pensieri?"
"Possiamo farlo dopo" rispose
"No adesso."
Risi
"Ok dai cominciamo"
"Allora...i miei vogliono farmi cambiare scuola quindi significa che il nostro nemico è qui e..."
"COSA??" lo disse con un'espressione fin troppo allarmata e lo fissai pensierosa.
"Be mi pare ovvio che il nemico si trovi qui...ha pure rapito Marica" spiegai paziente.
"No cioè si...i tuoi vogliono farti cambiare scuola?"
"Forse..."
Mi guardò sconvolto.
"Devo fare una telefonata. Scusami"
"Ma..." cercai di urlagli, ma lui si era già allontanato.
Appena gli ho detto che forse cambiavo scuola è andato a telefonare. E se centrasse qualcosa con questa storia? Cos'è che mi aveva detto? A sì che conosceva qualcuno che poteva saperne qualcosa.
Scacciai l'idea che sapesse qualcosa di più di quello che mi aveva detto e aspettai che finisse la telefonata. Quando tornò mi guardò dritto negli occhi e mi disse serissimo
"Se parti vengo anch'io. Ho detto ai miei zii che forse la scuola organizzava un gemellaggio e mi hanno detto che potevo partecipare.
Appena mi disse questi mi sentii un mostro al pensiero di aver dubitato di lui. Lo abbracciai respirando quel familiare odore di caffè.
Mi incamminai verso la scuola finalmente serena.

A casa i miei erano seduti sul divano insieme ad un altro signore sulla cinquantina.
"Buongiorno." Dissi timidamente
"Ciao Tess. Vieni siediti qui" mi rispose cordiale lo sconosciuto.
Andai a sedermi accanto a mia madre che mi sorrise.
"Io sono Marco. Sono il preside della scuola Artemides. È una scuola per quelli come te, che non vogliono dare nell'occhio."
Lo guardai chiaramente spaesata.
I miei vogliono mandarmi via.
"È una scuola rinomata. Avrai dei buono insegnanti e ti farai dei nuovi amici"
"E Marica?"
"Chi è Marica?"
"Oh è una sua carissima amica che adesso è a casa perché sta male e non voleva lasciarla" spiega mia mamma.
Ma che cavolo si sta inventando??
La guardai scioccata.
Me ne stetti zitta per tutta la durata della conversazione.
Prima che il preside se ne andasse gli feci una domanda.
"Posso portare una persona con me?"
"È una persona di cui ti fidi?" Mi chiese serio
"Al cento per cento"
"Allora per me va bene"
Appena se ne andò, i miei si risedettero sul divano
"E di Marica? Che ne sarà di lei? La lascierete da sola?" Sbottai
"Certo che no cara...siamo già sulle sue tracce. Non c'è nulla di cui preoccuparsi" disse mia mamma
"Chi è questa persona che vuoi portare con te?"
"È Gabriel"
"Gabriel?"
"Gabriel De Neri"
"Mmm"
"È il suo ragazzo" si intromise mia madre
"Ah"
"Se lui non viene con me io non parto"
I miei si guardarono pensierosi
"Dobbiamo discuterne un attimo. Vai in camera tua e non origliare."
Me ne andai in camera e mi misi gli auricolari. Dopo una mezz'ora buona mio padre e mia madre entrarono in camera.
"Abbiamo preso una decisione" esordirono.
Mi tolsi le cuffiette sedendomi sul bordo del letto e li guardai interrogativa.
"Gabriel potrà venire con me?"
Si guardarono come  a cercare conferma uno negli occhi dell'altro.
Alla fine mio padre rispose rassegnato
"Sì"

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