GABRIEL'S POV
"Eccomi"
"Vieni ragazzo"
Mi avvicinai al capo.
"Com'è la situazione?"
"Male signore. Ho perso le tracce della ragazza."
"MALEDIZIONE" sbattè un pugno sul tavolo. Sussultai.
"Be vai vai" mi congedò.
Me ne andai.
Raggiunsi la stanza in cui si riunivano i membri che raccoglievano informazioni. Mi avvicinai a uno di loro
"Luca"
Alzò la testa.
"Sì"
"Voglio Marco, Alessio, Andrea e Carlo tra un'ora nella mia cella" gli sussurrai all'orecchio.
Capì che erano i membri ribelli e mi fece l'occhiolino.
"Sarà fatto"
"Bene" uscii dalla stanza. Ora dovevo procurarmi delle armi. Uscii dal covo e mi diressi al mercato. Andai da un uomo che vendeva vasetti in ceramica.
"Voglio parlare con Italo"
Il mercante mi sorrise. Un sorriso da fumatore, con i denti gialli a causa delle sigarette.
"Italo!!"
Da dietro la tenda fece capolino la testa di un uomo sulla sessantina.
"Questo ragazzo vuole parlarti"
"Seguimi"
Lo seguii dietro la tenda.
"Di cosa hai bisogno?"
"Sei pistole calibro piccolo. Non voglio che si notino."
"Per quando?"
"Domani sera"
"Ok ci saranno"
"Quant'è?"
"Te lo dirò domani sera"
"D'accordo"
"Non una parola" dissi
"Sarò una tomba ragazzo"
Ci stringemmo la mano e uscii.
Ora dovevo convincere gli altri.Un'ora dopo eravamo riuniti nella mia cella. Le chiamavamo celle perché non erano vere e proprie stanze. I muri erano grigi e le finestre erano molto piccole. C'era un letto sulla destra con le lenzuola bianche e un copriletto blu. L'armadio si trovava attaccato alla parete opposta, di fianco alla scrivania. Non era male come stanza, ma era...fredda. Non aveva dei colori caldi o accoglienti, era semplicemente fredda.
Si sedettero un po' dappertutto: chi sulla scrivania, chi sul letto, chi per terra, mentre io mi accomodai sulla sedia girevole vicino alla scrivania.
"Allora" esordii "vi ho fatto riunire qui perché se vogliamo che succeda qualcosa in questo gruppo, e che il capo venga cambiato abbiamo una sola strada" gli altri trattennero il fiato "eliminarlo." Conclusi.
Si sollevarono mormorii confusi
"E se ci scoprono?"
"È troppo pericoloso"
"Non abbiamo un'alternativa?"
Li zittii battendo le mani.
"Ascoltatemi. Non sarà nulla di pericoloso. Ho pensato che avremmo potuto avvelenarlo. Ho ordinato le pistole nel caso dovessimo difenderci, ma non credo che sarà necessario."
Annuirono tutti.
"Allora ci state?"
Allungai la mano in avanti esortandoli a mettere la loro sopra la mia. All'inizio si guardarono tutti, un po' titubanti, poi Luca si alzò deciso e mise la propria mano sopra la mia. Dopodiché anche gli altri, uno a uno fecero lo stesso.
"Bene" dissi "questo è il piano"
Presi un cartoncino bianco e ci stesi sopra della sabbia mista a ghiaia fina. Poi con la punta di un bastoncino tracciai delle linee mentre spiegavo
"Questo è il suo studio" dissi tracciando un rettangolo "ci va ogni sera alle nove in punto e beve del whisky dal frigobar che tiene lì. Se noi riuscissimo a mettere il veleno nel suo bicchiere sarebbe fatta. Il punto è come?"
"Mmm...potremmo attirarlo fuori dallo studio e intanto qualcuno gli mette il veleno."
"Sì è una buona idea, ma...che pretesto usiamo? E chi fa il diversivo?"
"Di mettere il veleno me ne occupo io" dissi alzando la mano.
Pensammo a qualche diversivo convincente, invano. Non ci venne in mente niente.
"Mi è venuta un'idea!" Esclamò Luca
"Perché invece non glielo mettiamo prima il veleno nel whisky?"
Lo guardammo e cominciammo a capire.
"Quindi se noi glielo mettiamo direttamente nella bottiglia entrando nel suo ufficio è fatta"
"Esatto"
"Questo è un buon piano" affermai.
Poteva funzionare. Tolsi la sabbia dal cartoncino rimettendola nel vasetto. Le prove del nostro piano erano scomparse.
Ci organizzammo per la sera dopo.
Nel pomeriggio recuperai le pistole, ricavandoci un buon prezzo.
Le consegnai agli altri e una la tenni io, infilandola nel risvolto dei jeans.
Sapevo sparare. Me l'avevano insegnato i miei zii prima che entrassi nella setta.Alle otto di sera ci appostammo. Io andai verso il suo studio. Luca e Marco si misero ai lati del corridoio a fare da sentinelle.
Alessio intratteneva una guardia al piano di sotto. Le guardie giravano per i corridoi ed erano loro che ristabilivano l'ordine se c'era bisogno. Andrea e Carlo erano fuori pronti a dare l'allarme in caso fosse successo qualcosa. Uno di loro sarebbe venuto a dire una frase banale in codice ad Andrea che l'avrebbe riferita o a Luca o a Marco, che sarebbe venuto da me. Appoggiai l'orecchio alla porta, sollevato non sentendo alcun rumore. Entrai. Era completamente buio, ma sentivo qualcosa di strano. Accesi la luce e vidi il capo seduto alla scrivania che mi fissava.
"Ciao Gabriel"
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Segreto dopo segreto
Mystery / Thriller#11 in mistero/thriller 25/09/'16 #10 in mstero/thriller. 08/08/'17 Tess, una sedicenne normale e amante della corsa, vive serena e ha una famiglia amorevole. Nella scuola arriva un nuovo studente: Gabriel. La ragazza sembra trovare in lui un am...