Capitolo 25

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Gabriel aveva un'espressione strana. Sembrava stanco quanto me.
Mangiai poco, ma bevvi due tazze di caffè.
"La prossima volta mi compro un thermos e lo riempio"
Scoppiammo a ridere.
Le lezioni erano sospese per tre settimane.
"Oh cavolo devo chiamare mio padre"
Finii il caffè e corsi fuori. Mi precipitai nell'ufficio del preside.
"Devo chiamare mio padre" esclamai
Il preside era al telefono e mi guardò come se fossi un alieno.
"Sì grazie la richiamerò più tardi" chiuse la telefonata.
"Buongiorno anche a te Tess. Sì io sto bene e tu?" Mi rivolse un ampio sorriso
"Devo chiamare mio padre" ripetei
Mi passò il telefono.
Squillò tre volte prima che la voce stanca di mia madre rispondesse
"Pronto?"
"Ciao mamma. Allora posso tornare a casa?"
"No, resta lì. Se Gabriel vuole tornare a casa può farlo, ma tu rimani a scuola."
"Ok...e Marica?"
"L'Abbiamo ritrovata sana e salva. Crede che l'abbiano rapita per derubarla"
"E...in realtà?"
"La realtà è un'altra e tu sai qual è. Ora devo andare. Ciao tesoro"
"Ciao mamma"
Era davvero di fretta. La telefonata era durata neanche trenta secondi.
Uscii e raggiunsi Gabriel.
"Hey ciao Tess. Che ha detto tuo padre?"
"Ha riposto mia mamma e ha detto che se vuoi tu puoi tornare a casa, mentre io devo rimanere qui"
"Be non ti lascio da sola" disse.
Mi baciò.
"Grazie. Sei gentile"
"Di nulla"
Christian invece sarebbe tornato a casa e avrebbe cercato in internet informazioni su un gruppo di persone con dei tatuaggi.
"Tess...posso chiederti una cosa?"'
"Sì dimmi"
"Ti fidi di me?"
"Sì certo"
Mi squadrò. Non era convinto, comunque lasciò perdere il discorso.
"Che facciamo?"
"Non saprei...andiamo nei giardini?"
"Ok"
Stavamo passeggiando vicino a un grande salice piangente.
Questo diventerà un altro mio rifugio.
"Posso farti due domande di cui una indiscreta?"
"Spara"
"Il tuo cognome è quello dei tuoi genitori o quello dei tuoi zii?"
Rimase un attimo in silenzio
"Quello dei miei genitori"
Annuii
"E l'altra domanda?"
"Era se potevo farti una domanda"
Mi guardò facendo quel sorriso sghembo che amavo tanto.
Rientrammo in tempo per il pranzo. Raggiunsi Miriam e Ale. Le avevo trascurate troppo in questi giorni.
"Che ne dite di una grande serata tra ragazze? Vi ho trascurate e voglio rimediare."
Mi guardarono sorridendo e mi abbracciarono.
"Sììì"
"Ok...preparo tutto io" dissi risoluta
Annuirono.

Nel pomeriggio quando non c'era nessuno andai nelle cucine. C'erano un sacco di cuochi e cuoche. Mi avvicinai a una signora di colore che stava rifinendo un piatto.
"Scusi..."
Si girò verso di me. Mi guardò un attimo e poi sorrise. Aveva un bellissimo sorriso luminoso.
"Dimmi tutto"
Le feci segno di avvicinarsi
"Questa sera volevo organizzare una specie di serata tra ragazze con le mie compagne di stanza perché le ho trascurate molto...ecco non è che avrebbe qualche sacchetto di patatine o pop corn e qualche caramella?" Le rivolsi un sorriso speranzoso.
Mi sorrise.
"Vieni con me"
Mi portò in dispensa. Si avvicinò a uno scaffale e mi passò un sacchetto di patatine, due di pop corn e due di marshmellow.
"Grazie mille. Davvero tante grazie."
"Figurati. Non dirlo a nessuno però. Se il preside viene a sapere che distribuisco cibo in giro mi licenzia"
"Ma perché?"
"Perché non possiamo dare cibo agli alunni"
"No no, perché lo ha fatto se non poteva? Poteva dirmi di no e me ne sarei andata"
Ci pensò un attimo
"Perché sei stata la prima a chiedermelo e perché ti ho visto andare a correre la mattina e mi piace. Mi piaci ragazzina"
Disse dandomi un buffetto sulla guancia. La abbracciai.
"Grazie ancora e arrivederci"
"Oh dammi del tu. Io sono Clara"
"Tess"
"Bene Tess. Ora vai e divertiti con le tue amiche"
La salutai e tornai in camera con la mia scorta di cibo spazzatura.
Lo nascosi sotto una pila di vestiti.
Quella sera intercettai le ragazze prima che entrassero in sala da pranzo.
"Hey Miriam!! Ale!!"
Si girarono e mi raggiunsero.
"Hey Tess non vieni a mangiare?"
"No venite con me"
"Ma io ho fame" protestò Ale
"Tranquilla. Seguitemi"
Le portai in camera e tirai fuori i sacchettoni di patatine, pop corn e marshmellow.
"Dove li hai presi?"
"Non ve lo posso dire"
"In cucina" provò Miriam
Le rivolsi un'occhiata eloquente.
Mettemmo i cuscini per terra a formare un triangolo e ci stendemmo sopra. Aprimmo i sacchetti mettendoli al centro e cominciammo a parlare.

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