Capitolo 20

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"Ma qui non ci sono computer?"
"Certo, ma come ti ho detto non abbiamo internet quindi non li usiamo mai" spiegò Miriam
"Ah"
"Che ore sono?" Chiese Ale a Giacomo
"Le dieci"
"Meglio andare a dormire"
"Non c'è nessuno che urla coprifuoco o cose del genere? Di solito nei libri è così" disse Gabriel
"Oh no. Puoi anche andare a dormire alle tre di mattina. Sei tu che ne paghi le conseguenze dopo. Io l'ho fatto all'inizio e non è stato per niente bello"
"Sì e poi domani ci sono le lezioni"
"Sì dai andiamo"
Ci separammo davanti ai dormitori

Mi alzai alle sei e volli andare a correre. Aprii la finestra. Era una bellissima giornata. Guardai il regolamento e vidi che non c'era scritto da nessuna parte che non si poteva andare a correre.
Indossai i miei vestiti e uscii. Feci qualche giro intorno alla scuola e poi andai verso i giardini. Erano bellissimi. Seguii il sentiero e tornai al punto di partenza. Alla fine ero stanchissima. Quel sentiero era lunghissimo e avevo dovuto fermarmi un paio di volte. Quando tornai in camera vidi che le ragazze si erano alzate e mi guardavano sconcertate.
"Ma dov'eri finita?"
"Ti abbiamo cercata dappertutto. Stavamo per andare dal preside"
"Non fare mai più una cosa simile"
Dissero una sopra l'altra.
"Scusate. Ero andata a correre. Quanto è lungo il sentiero dei giardini?"
"Mi pare sui cinque km più o meno"
Contando i giri intorno alla scuola saranno stati sette km e qualcosa. Ti credo che ero stanca!"
"Be i giardini sono fantastici"
"Sì hai ragione"
"Mi faccio una doccia"
"Ok ti aspettiamo qui"
"Grazie"
Mi feci una doccia veloce. Ogni camera aveva un bagno piccolo.
Tornai in camera vestita con la divisa della scuola.
"Scusate potete aiutarmi con questa maledetta cravatta?"
Non ricevendo risposta alzai gli occhi dalla cravatta.
Mi stavano fissando preoccupate.
"È l'ultima volta lo giuro."
"Non è per quello"
"Volevamo chiederti una cortesia"
"Ditemi pure" risposi
"Potresti lasciarci un biglietto quando vai a correre? Perché se avessi un incidente..."
Mi bloccai
Un incidente?
"Ok...sì stamattina proprio non ci avevo pensato scusatemi"
"Scusaci tu se siamo apprensive. È che sei nuova e non vorremmo mai che ti succedesse qualcosa."
Che strano
"Be scendiamo?" Chiese Ale
"Certo. Ho una fame blu"
Scendemmo e ci sedemmo a un tavolino appartato. Poco dopo ci raggiunsero i ragazzi e unirono un tavolo.
Stavamo parlando appunto dei giardini che sentimmo una voce
"È libero?" Era il tipo palestrato della sera prima
"Sì" risposi gentilmente
Si sedette. Restammo tutti in silenzio
"Non mordo eh. Potete parlare"
Dopo un rapido scambio di occhiate ricominciammo a parlare.
"E a te?" Chiese Gabriel dopo un po' rivolto al tipo palestrato
"Come scusa?"
"A te piacciono i giardini?"
"Non ci sono mai stato"
"Davvero? Be allora dopo ti ci porto"
Risposi. Gli altri mi guardarono come se fossi una pazza.
"Non serve davvero"
"Oh sì sono bellissimi"
Sbuffò e riprese a mangiare.

Le lezioni cominciavano alle nove di mattina e terminavano alle due del pomeriggio.
Alcune materie come italiano e biologia erano interessanti. Ma altre come storia erano davvero soporifere. Infatti per tutta la durata della lezione di storia, io ed Ale giocammo a tris sui bloc notes.
Allo scoccare dell'ultima campanella ci precipitammo fuori
"Finalmente libere" urlai
"Sì, ma con un carico gigante di compiti"
"Non ricordarmelo"
Andammo a sederci su una panchina al sole nei giardini.
"Che bello" dissi chiudendo gli occhi
"Sì...vorrei che il tempo si fermasse adesso"
"Tess?"
Aprii gli occhi mettendo a fuoco la figura di Gabriel
"Sì che c'è?"
"Possiamo parlare?"
Guardai Ale
"Vai vai...io ora torno in camera"
Lo seguii e mi condusse verso una panchina appartata.
"Davvero lo vuoi portare a vedere i giardini da sola?"
"Come?" A quel punto mi ricordai. Dovevo portare il tizio palestrato a vedere i giardini
"Si chiama Christian e se vuole ti stende. Soprattutto dopo l'altra sera vorrà vendicarsi. Si allena a calcio tutti i giorni."
"Non  preoccuparti. Se cerca di stendermi scappo."
"Sicura che non vuoi che venga con te?"
"No, tranquillo"
Posai le labbra sulle sue.

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