Capitolo 35

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Appena Gabriel pronunciò quelle parole tutto ebbe un senso. Il cognome della ragazza, la stanchezza di Gabriel la mattina dopo che io e Christian eravamo scesi nell'archivio. La sua paura che le persone non gli credano. Ora tutto combaciava. Avrei dovuto fidarmi di lui.
"Senti...io so che sembra tutto una gran balla, ma ti giuro che è tutto vero..."
"Gabriel" lo interruppi. Mi guardò.
"Io ti credo" non si aspettava quelle parole.
"Dav...davvero?"
"Sì...ti credo"
Mi alzai dalla poltrona a mi buttai fra le sue braccia baciandolo.
"Niente più segreti. Promesso?"
"Promesso"
"Cosa sai dirmi dei miei genitori?"
"Questo spetta a loro raccontartelo"
Annuii.
Uscimmo dalla stanzetta finalmente più sereni e sollevati. Ora bisognava soltanto riuscire a scappare dalla setta. Un'impresa non da poco.
"Io e tuo padre avevamo pensato di denunciare la setta, ma avremmo avuto solo guai. Quindi non ci resta che scappare"
Quello che immaginavo.
Raggiungemmo Miriam ed Ale che erano distese sull'erba.
"Hey...chiarito tutto?"
"Sì"
Le rivolsi un sorrisone che lei ricambiò. Mi sedetti sull'erba in mezzo alle gambe di Gabriel e appoggiai la schiena al suo petto, mentre lui posò il mento sulla mia spalla. Chiacchierammo con gli altri ragazzi lì seduti e poi rientrammo per la cena.

"No sul serio?"
"Sì ti dico di sì"
"Cos'è successo?" Indagai. Mi ero appena seduta dopo essermi riempita il piatto al buffet.
"Miriam dice che Christian è impazzito. Ha scambiato una ragazza per Beatrice e quando questa le ha detto che non conosceva nessuna Beatrice è sclerato. Letteralmente. Ha cominciato a dire che non lo voleva più e cose simili. Alla fine l'hanno riportato a scuola."
Oh cavolo.
"Wow...strano. Christian non mi è sembrato il tipo che sclera così, senza motivo."
Decisi che dopo sarei andata a cercarlo.
Finimmo la cena parlando soprattutto di compiti e spettegolando sui prof.
Fui la prima a uscire dalla stanza. Andai al campetto per vedere se sarei riuscita a trovare Christian, invano.
Provai alla fontana, ma non era neanche lì.
Poi, l'illuminazione. Mi precipitai al cimitero. Ricordavo dov'era la tomba di Beatrice, perché era vicina all'entrata. Infatti, come avevo previsto, lo trovai seduto di fianco alla tomba che piangeva.
Mi avvicinai.
"Hey Christian"
Mi guardò. Sembrava...diverso. Non l'avevo mai visto così.
È ubriaco. Constatai
Infatti vidi una bottiglia di vodka mezza vuota ai suoi piedi.
"Vattene!" Gli tremavano le mani
"Ok ok" sapevo che non avrei potuto fare niente per lui.
Preferii non provocarlo e me ne andai.

"Gabriel!!"
Si girò e mi corse incontro
"Dov'eri finita? Ti ho cercata dappertutto"
"Gabriel, Christian è al cimitero ubriaco. È molto arrabbiato e non so cosa fare!"
Si prese la testa fra le mani.
"Dobbiamo avvisare il preside"
"No!! Dobbiamo andare a prenderlo"
"Non dire stupidaggini! Vediamo cosa dice il preside. Se non fa niente lo andiamo a prendere ok?"
"Ok" risposi seppur riluttante.
Il preside non parve stupito della situazione.
"State tranquilli ragazzi. Non farà niente di male. Ogni tanto gli capita. Dovete lasciarlo da solo. Se gli parlate potrebbe arrabbiarsi ancora di più..."
"Quindi?"
"Quindi bisogna lasciarlo in pace. Se domattina non è ancora tornato a scuola, allora andremo a vedere cosa ha combinato. Lo psicologo che l'ha seguito dopo la morte della ragazza, aveva detto che possono verificarsi situazioni del genere."
Mi tranquillizzai. Se lo diceva lo psicologo doveva essere per forza vero no?
Andammo a dormire.

La mattina dopo, Christian era di nuovo a scuola. Come aveva predetto il preside. Decisi di chiamare mio padre perché volevo sapere cosa avremmo fatto da lì in poi. Gabriel non aveva detto niente ai miei, quindi dovevo dirglielo io che sapevo tutto del Gruppo del Silenzio.
"Gabriel?"
"Sì?"
Stavamo studiando fuori nei giardini.
Alzò la testa dal libro di fisica.
"Ehm...posso usare il tuo telefono per chiamare i miei?"
"Perché dovresti chiamare i tuoi?"
"Voglio sapere cosa faremo adesso"
Annuì e mi passò il cellulare.
Mi allontanai, sedendomi sotto il salice piangente.
Il telefono squillò tre volte prima che mi rispondesse qualcuno.
"Sì Gabriel, cosa c'è?"
"Ciao papà, sono Tess"
Potevo immaginare la sua espressione stupita al di là del telefono.
"Tess?"
"Ascolta, non ho molto tempo perché se mi beccano con il telefono mi mettono in punizione. So tutto della Gruppo del Silenzio."
"Tess...come hai fatto...?"
"Ora non è importante. Perché la setta vi cerca? Cos'è successo?"

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