Capitolo 22

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Il dormitorio maschile era tale e quale a quello femminile. Seguii il corridoio fino alla stanza 214. Conoscevo il numero perché l'avevo visto sulla chiave che ci aveva dato il preside quando eravamo arrivati.
Appoggiai l'orecchio alla porta e sentii che Gabriel era al telefono.
"Sì...torneremo a casa...non so, deve parlarne con la moglie e poi mi dice...sì è tutto sotto controllo...ok...grazie...ti aggiornerò...arrivederci"
Sentii che appoggiava il telefono.
Tornai silenziosamente indietro. Ero in cima alla rampa di scale che mi chiamò
"Tess? Che ci fai qua?"
"Uh? Ehm...niente"
Mi raggiunse e mi prese per un braccio.
"Sei venuta a spiarmi? Pensavo ti fidassi di me"
E ora? Che cosa mi invento? Non posso mica dirgli che ho origliato perché pensavo facesse parte del nemico... ma cosa mi è saltato in testa?
"Allora? Che spiegazione mi dai adesso?"
"Andiamo in un posto più tranquillo"
"No! Me lo dici adesso!"
"Ma che hai?"
"Mi hai spiato. Ti rendi conto?"
"Sì ok scusa"
"Scusa lo dici a tua sorella"
"Non ho una sorella"
"Appunto"
"Dai scendiamo"
"Tess!!"
Tuttavia avevo avuto quei pochi secondi per inventare una storia piuttosto credibile.
"Che ci facevi qui?"
"Ecco...quando eri sulle scale ho visto che avevi un cellulare in tasca e avevi detto che avevi fretta..."
"Quindi?" Mi incalzò
"Quindi...oh Gabriel davvero perdonami non so come mi sia venuto in mente"
"Cosa, Tess? Cosa?" Era davvero arrabbiato.
"Pensavo che volessi chiamare i tuoi zii e lasciarmi qui" sbottai. Era una balla colossale, ma non mi era venuto in mente altro in quel momento.
Mi guardò chiaramente sorpreso.
Non si aspettava quella versione.
Lo guardai
"Scusami"
Scappai via e corsi fuori verso i giardini.
Corsi verso la parte più interna dei giardini e trovai un nascondiglio perfetto sotto due grandi cespugli. Mi sedetti sull'erba abbracciandomi le gambe con le braccia.
Ripensai alla telefonata che avevo origliato
"Sì...torneremo a casa...non so, deve parlarne con la moglie e poi mi dice...sì è tutto sotto controllo...ok...grazie...ti aggiornerò...arrivederci"
È tutto sotto controllo?? Che frase era? Ti aggiornerò? Che parole strane. E se fosse...? No, non è possibile. Non può essere Gabriel il nemico. No, assolutamente.
Cavolo mi sono dimenticata di chiedere a mio padre di Marica!!
Sono un mostro di persona.
Un rumore mi fece sobbalzare. Misi le mie riflessioni da parte e rimasi in ascolto.
Qualcuno stava camminando sul sentiero.
"Tess?" Gabriel.
"Tess dove sei?"
Rimasi nascosta. Non volevo farmi scoprire.
I passi si allontanarono. Buttai fuori l'aria. Solo a quel punto mi accorsi di aver trattenuto il fiato.
Uscii dal mio nascondiglio e corsi verso la scuola. Mi precipitai verso le scale del dormitorio femminile.
Salii velocemente la scalinata e mi chiusi in camera. Mi buttai sul letto con il fiatone per la corsa.
Passai il resto del pomeriggio in camera ascoltando musica con l'iPod di Miriam. Non cenai e scesi solo quando vidi che non c'era nessuno in giro.
Stavo riempiendo una tazza di caffè che lo sentii
"Tess?"
Riapoggiai velocemente la caraffa sul tavolino. Mi tremava la mano e versai un po' di caffè fuori dalla tazza. Controllai velocemente le finestre. Erano tutte chiuse, ma con una sedia sarei riuscita a rompere il vetro. Intrecciai le mani perché smettessero di tremare. Mi accorsi di avere brividi dappertutto. Avevo paura. Eravamo soli e io avevo davvero paura.
"Tess dobbiamo...ommioddio ma tu stai tremando!" Esclamò guardandomi
Scossi la testa.
"Tess...tu hai...hai paura di me?" Chiese spiazzato.
"Sei terrorizzata da me"
Provò a toccarmi, ma mi allontanai incespicando. Per fortuna mi prese al volo o sarei caduta.
Avevamo i visi a pochi centimetri di distanza.
"Tess...io non ti farei mai del male...lo sai questo vero?"
Non risposi e continuai a fissare quegli occhi scurissimi.
"Io...io..." balbettai.
"Non dire niente"
Annuii. Provai a fare un passo per superarlo, ma avevo le gambe paralizzate. Sapevo che non mi avrebbe fatto nulla di male, ma avevo paura lo stesso.
"Hey hey...puoi fidarti di me ok?"
Annuii di nuovo. Stavolta con più decisione.
"La telefonata di prima...stavo dicendo ai miei zii che forse tornavamo a casa per le vacanze e che tuo padre doveva parlare con tua madre del fatto che forse avrei passato le vacanze da te..."
In effetti combaciava tutto.
Smisi di tremare.
"Io...mi spiace...di aver dubitato di te"
"Shhh...tranquilla"
Poi mi disse una frase che mi spiazzò.
"Io non sono il nemico"
Come ha fatto a capire che lo pensavo??
"Non ti biasimo per questo. Solo...parlane con me prima di giungere a conclusioni affrettate."
Annuii. Lo baciai. Un bacio che chiedeva scusa . Un bacio che sapeva di speranza e fiducia.

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