Capitolo 37

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"Ti ascolto" gli dissi seria
"Allora...io e tua madre facevamo parte della setta come i nostri antenati. Solo che avevamo entrambi una mente molto aperta e non capivamo il perché di questa setta." Piccola pausa "Ci eravamo conosciuti mentre raccoglievamo informazioni. Cominciammo a parlare e a scambiarci delle opinioni, cosa che non si doveva fare all'interno della setta. In breve tempo ci innamorammo l'uno dell'altra. Quando tu nacqui ti trasferimmo da un'amica di famiglia e indagammo sul Gruppo del Silenzio come i genitori di Gabriel. Li conoscevamo ed erano diventati nostri amici. Ci passavamo informazioni, ma loro vennero scoperti. Quando venimmo a sapere della loro morte capimmo che era questione di tempo. Avrebbero ucciso anche noi se non scappavamo. Così ti riportammo a casa con noi e tua madre partì con te. Prima abitavamo in Emilia Romagna. Io inscenai l'incidente della caduta in montagna. Avevi dieci anni e non sospettavi niente, ovviamente. Ci trasferimmo qui ed eravamo al sicuro. Finché non ricevemmo una telefonata. Erano gli zii di Gabriel. Lui aveva raccontato loro che doveva cercarci, far innamorare te e poi tradirci tutti. Gli zii ci conoscevano grazie ai genitori di Gabriel. Anche loro facevano parte della setta e come noi erano riusciti a scappare inscenando un incidente.
In pratica tenemmo sotto controllo questo Gabriel e quando capii che era innamorato di te gli proposi di fare il doppio gioco." Lo guardò e Gabriel arrossì "da quel momento discutemmo ogni telefonata e ogni frase che avrebbe dovuto dire ai membri della setta. Ecco è tutto."
Lo guardai stupita. Ecco quello che avevano fatto.
"Ma...perché vi cercano?"
"Non lo sappiamo e temo che non lo sapremo mai. Forse vogliono solo regolare i conti perché li abbiamo presi in giro" mimò le virgolette con le dita "comunque dobbiamo scappare di nuovo e in un posto più lontano"
"Io avrei un'idea" disse a quel punto Gabriel
"Cioè?" era la prima volta che mia mamma apriva bocca.
"Voi scappate con Tess. Poi io insceno un incidente in macchina e vi raggiungo"
"E se poi ci ritrovano?"
"Stavolta staremo più attenti. L'altra volta eravamo giovani e non sapevamo bene quello che stavamo facendo. Avremo dei nuovi documenti falsi e ci rifaremo una nuova vita"
Li guardai sbigottita.
Dovremmo...cambiare i nostri nomi?
"No...Gabriel non puoi correre questo rischio"
"Stai tranquilla. Non mi succederà niente."
"Comunque è no! È un ciclo infinito. Loro ci ritroveranno e noi dovremmo fuggire di nuovo!!" Esclamai
"E cosa vorresti fare?"
"Dobbiamo combattere!"
"E come? Siamo in quattro contro centinaia e centinaia di persone"
Avevano ragione.
"Quindi?"
"Dovremmo uccidere il capo. Ma è impossibile" riflettè mia madre.
"Forse no" disse Gabriel
Lo guardammo stupiti
"Ho fatto delle amicizie lì dentro e non tutti sono felici del capo. Li sta pressando troppo perché vuole sempre più soldi."
"E se lo uccidessero..."
"La setta ci metterebbe tanto tempo per trovare un nuovo capo. Intanto noi scapperemo e saremo al sicuro."
"Quindi tu potresti tornare nella setta e con un gruppo di ribelli uccidere il capo" ragionai
"Esatto"
"Ma...loro sono d'accordo?"
"So essere molto convincente"
Era deciso. Avrebbe ucciso il capo.
Stavamo progettando un piano per uccidere una persona e non provavo niente. Per me quella persona che aveva ucciso tutte quelle persone, tra qui Beatrice e i genitori di Gabriel, valeva meno di zero. Era niente.
"Ok. Voi scappate. Prima che capiscano che è tutta una messinscena il capo sarà già morto."
Mi venne un brivido.
"Quando dobbiamo partire?" Chiesi
"Domani" disse mio padre
"E dove andremo?"
"A Malta"
"Piccola isola, non ci troveranno mai lì" disse mia mamma.
Sì avevano ragione.
"Quindi tu rimarrai qui e insieme a un gruppo di ribelli ucciderete il capo" dissi per la seconda volta rivolgendomi a Gabriel
Annuì.
Parlammo del piano per ore. Dove doveva andare, cosa avrebbe detto, con chi avrebbe dovuto parlare. Stava per scoppiarmi la testa.
"Ho bisogno di pensare" dissi.
Andai in camera e mi misi gli auricolari, facendo partire la riproduzione casuale.

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