Capitolo 13

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"COSA???"
"Tess....mi dispiace tanto..."
"Ok ok...quando è sparita?"
"Ieri...ti ricordi quando ci ha detto che suo padre l'aspettava all'incrocio?"
"Si..."
"Ecco...non ci è mai arrivata all'incrocio"
Rimasi in silenzio. Non provavo niente. Mi sentivo svuotata. E un mostro. Si perché se io non avessi detto niente a loro, se avessi dato ascolto ai miei genitori ora Marica non sarebbe scomparsa.
"Lorenzo?"
"Si ci sono...lo so mi dispiace tanto"
"È colpa mia" lo interruppi
"Come? Ma cosa dici nessuno avrebbe potuto prevedere che sarebbe scappata"
Rimasi scioccata.
È questo che pensano?
"I suoi volevano divorziare e lei non sopportava quest'idea così è scappata"
Non dissi altro.
"Be Tess io adesso devo andare...stammi bene"
"Ok...ciao Lore...saluta gli altri"
"Ciao"
Chiusi la telefonata.
Tornai dai miei che mi stavano guardando incuriositi.
"Be chi era?"
"Dobbiamo tornare a casa"
Mi guardarono seriamente preoccupati
"Cosa è successo?" Chiese mio padre
"Una mia amica, Marica... è scomparsa da ieri"
Mi guardarono e vedi il terrore sui loro volti.
"Tess..."
"Si le avevo detto che saremmo partiti"
Mia mamma si sedette sulla valigia prendendosi la testa tra le mani
"Perché le hai detto che partivamo? Ti avevamo detto di non dire niente"
Aveva alzato la voce
"Perché sono miei amici!! Loro tengono a me e io tengo a loro!! Io non sono come voi che riuscite a partire così, a lasciare tutto e tutti! Be bravi ma io non ne sono capace!!" Urlai. Le altre persone si girarono. Sentivo le lacrime spuntare dagli occhi.
"Voi partite pure. Io me ne torno a casa. Con o senza di voi"
Girai i tacchi e me ne andai.
Corsi fuori dall'aeroporto e mi incamminai verso un deposito di noleggio biciclette. Speravo di veder comparire i miei, ma non successe.
Noleggiai una bicicletta e guardai su Maps quanto ci avrei messo a tornare a casa. Sei ore a piedi.
Be in bici ci metterò la metà.
Ringraziai il negoziante e impostai il navigatore. Feci neanche una decina di km che sentii un clacson suonare dietro di me. Mi girai e vidi i miei genitori. Con un sospiro di sollievo mi fermai sul marciapiede.
Mia mamma abbassò il finestrino
"Ti prego sali. Torneremo a casa e indagheremo per trovare la tua amica"
"Promesso?"
"Promesso" accennò a un sorriso.
Sorrisi.
"Porto indietro questa" dissi indicando la bicicletta.
"Ti stiamo dietro".

Quando arrivammo a casa trovammo una brutta sospresa. La casa era stata messa a soqquadro.
Chi era stato qui cercava sicuramente qualcosa.
La casa è a soqquadro, Marica è scomparsa e i miei volevano partire.
"Credo che mi dobbiate delle spiegazioni" dissi risoluta
"Per ora non possiamo dirti niente...solo che... abbiamo dei conti in sospeso con delle persone. Che fanno sul serio." Affermò mio padre. Lo osservai. Era stanco. Aveva le occhiaie e gli erano spuntate delle rughe intorno agli occhi e alla bocca. Sembrava...più vecchio.
"Tesoro...da oggi in poi dovrai andare in giro sempre in compagnia. Non uscire senza dirci niente e portati dietro il telefono. Per quel che può servire"
E la corsa?
Come se mi avesse letto nel pensiero aggiunse
"E ovviamente non potrai andare più a correre da sola. Comunque potrai andare ad atletica." Sospirai di sollievo. Almeno quella.

Andai in camera e chiusi la porta. Anche quella era stata messa a soqquadro. Andai ad aprire la finestra e mi sedetti sul davanzale.
Chiamai Gabriel ma quando rispose il cellulare mi cadde di mano per lo spavento. Sul marciapiede vicino ad un lampione c'era un uomo che mi stava fissando.

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