Capitolo 36

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"Tess...è una storia lunga" disse mio padre. Sentivo anche attraverso il telefono che era stanco.
"E quando me la spiegherete?"
"Quando saremo al sicuro"
"Voglio che mi spieghi tutto e subito!!" Urlai. Mi tappai subito la bocca con la mano.
Spero non mi abbia sentito nessuno
"Tess calmati. D'accordo ti spiegherò tutto. Domani veniamo a prendervi e vi riportiamo a casa. E decideremo cosa fare."
"Va bene"
Chiusi la telefonata e tornai da Gabriel.
"Grazie" dissi ridandogli il telefono.
"Figurati...che hanno detto i tuoi?"
"Torniamo a casa domani e decideremo cosa fare"
Annuì. Avevo l'impressione che lo sapesse già.
"Tu lo sapevi vero?" Chiesi socchiudendo gli occhi.
Annuì di nuovo.
"Vieni dai...andiamo a fare le valigie" disse chiudendo il libro di fisica.
"Non è mica giusto però eh...devo sempre lasciare i miei amici. Io ci tengo a loro. È già stato difficile lasciare la mia vecchia scuola, e ora devo lasciare anche Miriam ed Ale." Appena pronunciai quelle parole, le ritirai subito
"Scusami Gabriel...sono stata un'egoista. Andiamo"
"Tranquilla." Mi baciò.
Al diavolo le valigie  pensai.
Ci staccammo nello stesso momento.
"Ora andiamo davvero" disse ridendo
"Sì ok" risi anch'io.
In camera incontrai Ale e Miriam.
"Hey ciao Tess. Stavamo pensando di fare un'altra serata tra ragazze. Magari domani sera. Che dici?"
Domani sera non ci sarò più.
"Ragazze...devo dirvi una cosa"
"Cosa?"
"Mi stai facendo preoccupare" ammise Ale.
"Io...domani torno a casa dai miei...e...non so quando tornerò qui"
Sentii una lacrima rigarmi la guancia.
"Davvero?"
"Vuol dire che...non ci vedremo più?"
"Non lo so" risposi
Mi abbracciarono e ricambiai la stretta. Non dissero nulla e mi aiutarono a fare la valigia. Non avevo molti vestiti perché utilizzavamo le divise scolastiche. Di mio avevo solo i vestiti da corsa e varie paia scarpe. Quelle infatti non venivano fornite dalla scuola.
Quando finimmo rimanemmo distese su un solo letto a parlare di tutto quello che avevamo fatto insieme. Eravamo diventate amicissime e mi si spezzava il cuore ogni volta che pensavo che avrei dovuto lasciarle.

"Addio"
"Non dire così!!"
"Ha ragione...non è un addio è un arrivederci. E poi ci siamo scambiate i numeri di telefono"
Annuii. In realtà sapevo che non sarei mai più tornata e lo sapevano anche loro in fondo. Solo...erano all'oscuro del perché non sarei tornata.
Ci abbracciammo un'ultima volta e poi seguii Gabriel all'interno dell'auto che ci avrebbe accompagnato alla stazione. Il preside e il resto dei compagni li avevamo salutati il giorno prima. Qui sulle scale c'erano solo Miriam, Ale, Giacomo e Matteo.
Come avevamo previsto io e Miriam, ora Ale e Giacomo stavano insieme.
Sorrisi pensando a loro, a come dovevano essere felici.
Che egoista che sono. Io ho Gabriel ed è già tanto.
In macchina scambiammo qualche parola con Giorgio, l'autista, ma solo il minimo indispensabile. In stazione lo salutammo e poi salimmo sul treno che stava per partire. Ci eravamo attardati troppo con gli abbracci e gli addii.
Come all'andata io e Gabriel ascoltammo musica con le cuffiette e in breve tempo ci addormentammo tutti e due.

Ci svegliammo quando sentimmo le ruote del treno fischiare per poi fermarsi del tutto. Assonnati scendemmo con le nostre valigie e uscimmo dalla stazione.
Vidi mia madre sgomitare per raggiungerci. Le andammo incontro e quando la raggiungemmo ci abbracciò entrambi. Andammo da mio padre che ci aspettava in macchina e salimmo.
"Come state? Tutto bene?"
"Sì sì mamma tutto a posto"
"Sì grazie signora"
"Oh ma quante volte devo dirtelo di non chiamarmi signora?? Chiamami Nadia per carità!"
"Sì sign...ehm Nadia" rispose Gabriel
"Ecco meglio" mia mamma sorrise.
Aveva un bellissimo sorriso, che però non sfoggiava molto spesso.
Gabriel venne a stare da noi per quella notte.
"E dormirete in camere separate!!" Tuonò mio padre.
Per cena mia mamma ci preparò calamari e patatine fritti. Mangiai di gusto e nonostante non avessi niente da dire sulla cucina della scuola, preferivo di gran lunga quella di mia mamma.
"Oddio non ho salutato Clara!!" Esclamai. Come avevo potuto non salutarla? Mi sentii malissimo.
"Tranquilla. Le ho detto io che la salutavi e che le saresti mancata. Sì è emozionata molto" disse Gabriel
Lo baciai
"Grazie mille"
"Ehm ehm" ci interruppe mio padre.
"Tess non volevi sapere di noi e della setta?" Chiese sornione
Dimenticai all'istante Gabriel e Clara. Aveva la mia completa attenzione.

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