Capitolo 21

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Lo trovai, ovviamente, al campo da calcio.
"Christian!!" Urlai
Si girò e mi fece segno di aspettare un attimo. Lo vidi scomparire nello spogliatoio.
Poco dopo uscì e mi venne incontro.
"Che vuoi?" Chiese brusco, anche se vidi una scintilla di curiosità nei suoi occhi.
"Voglio portarti a vedere i giardini. Vieni?"
"Aspetta un attimo"
Andò a dire qualcosa ai suoi compagni che mi lanciarono qualche occhiata.
Tornò e mi seguì.

Stavamo entrando nella parte più interna dei giardini.
"Non voglio farti del male"
Deve essersi accorto che continuavo a lasciargli occhiate da sopra la spalla.
"Lo so. Mi accerto solo che tu mi segua"
"Ah"
Continuammo in silenzio.
"Ascolta sono davvero stufa. Perché ti comporti così?"
Mi guardò stupito
"Così come?"
"Come se fossi il re della scuola. Ti comporti come un bullo. Qual è il tuo segreto? Perché sei qui?"
Non rispose.
"Puoi dirmelo...non lo dirò a nessuno" aggiunsi. Dovetti insistere un bel po' prima che lui si aprisse con me.
"Perché ero stato vittima di bullismo. I miei allora mi hanno iscritto im questa scuola per farmi cambiare vita"
"E sei diventato un bullo"
"È un comportamento normale credo"
"Certo, ma non è bello"
"Lo so"
"E non vuoi cambiare"
"Senti santerellina, se sono venuto a vedere i giardini non è perché voglio confessarmi"
Si girò e se ne andò.
E allora perché sei venuto?

Tornai in camera e mi buttai sul letto. Al pensiero di tutti i compiti che dovevo ancora fare mi venne male.
Mi sedetti sul tappeto morbido e sparpagliai i libri a ventaglio.
Dopo due ore feci una pausa.
Scesi in sala da pranzo e mi riempii una tazza di caffè. Stavo tornando in camera che lo vidi. Gabriel.
"Hey"
"Ciao"
"Caffè? A quest'ora?"
"Dopo due ore di puro studio sì"
Sorrise
"Com'è andata ai giardini?"
"Bene dai...non è male come persona"
"Potresti fare la psicologa" disse ridendo
"Sì certo come no"
Lo baciai e tornai in camera con la mia tazza di caffè.
In camera trovai Miriam che ripeteva ad Ale una lezione di storia perché aveva l'interrogazione il giorno dopo.
Quando videro il caffè mi chiesero
"Dove l'hai preso?"
"Ehm...in sala da pranzo"
"Non era finito?"
"No la caraffa era piena"
Ne assaggiai un sorso.
"È buono"
Si alzarono in piedi e corsero fuori dalla camera.
Quando tornarono sembravano più lucide.
"Questo caffè è buonissimo"
"Sì"

A cena c'era un nuovo argomento di cui parlare: le vacanze natalizie.
"Ci danno 3 settimane di vacanza per tornare a casa"
"Era ora. Voi tornate a casa?" Chiesi
"Io sì" disse Ale "vado a trovare i miei nonni"
"Anch'io...non vedo l'ora di rivedere la mia sorellina"
"Come si chiama?"
"Fiona. Tu e Gabriel tornate a casa?"
Lo guardai
"Non lo so"
Più tardi chiederò al preside di chiamare i miei.
Andammo a dormire, anche se noi ragazze continuammo a parlare per un'ora prima di addormentarci.

Il giorno dopo non andai a correre e neanche quello dopo ancora. Chiamai mio padre per chiedergli se io e Gabriel tornavamo a casa per le vacanze
"Pronto?"
"Ciao papà sono Tess"
"Hey Tess è successo qualcosa?"
"No no tranquillo, volevo chiederti se io e Gabriel potevamo tornare a casa per le vacanze."
Silenzio
"Papà?"
"Sì ci sono. Stavo solo pensando. Ne parlo con tua madre e poi ci risentiamo."
"Ok...ciao allora"
"Ciao Tess"
Lasciai l'ufficio del preside.
Cercai Gabriel, ma non era all'interno della scuola.
Uscii e raggiunsi i giardini.
Andai nella parte più interna e nascosta, ma non era lì.
Stavo per tornare indietro che lo sentii. Un sussurro. Mi nascosi poco più avanti e aspettai dietro un cespuglio.
Lo vidi correre per uscire dai giardini. Nella tasca posteriore dei pantaloni della divisa aveva un cellulare. Non lo raggiunsi. Rimasi nascosta ancora qualche minuto e uscii. Fingendo nonchalance rientrai nella scuola e, come avevo previsto, lo incontrai che stava salendo la scala per i dormitori maschili.
"Gabriel aspetta!" Gli urlai
Si girò.
"Ehm...ciao Tess...adesso sono di fretta"
"Ho chiamato mio padre"
Avevo catturato la sua attenzione
"Dice che ne parlerà con mia mamma, ma forse torniamo a casa per le vacanze."
"Davvero? Che bella notizia! Be ora scappo. Ci vediamo dopo ok?"
"Certo"
Lo guardai mentre saliva la scalinata. Quando scomparve alla mia vista mi guardai attorno per vedere se c'era qualcuno. Non vidi nessuno anche perché era ora di pranzo e tutti gli studenti erano fuori nei giardini o in sala da pranzo. Mi girai un'ultima volta per essere sicura, quindi salii le scale del dormitorio maschile.

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