Capitolo 41

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Non sentivo nulla. Non vedevo nulla.
È così che ti senti quando sei morto?
Aprii piano gli occhi. Ero sull'orlo del precipizio. Ancora un metro e sarei precipitato. Mi alzai mettendomi seduto. Mi toccai la nuca e vidi che mi ero tagliato nella caduta.
Non avevo niente di rotto. La moto però era fuori uso. Il borsone era precipitato nel burrone.
Poco male. Per fortuna che avevo i documenti in tasca.
Non era quella l'idea che avevo avuto quando avevo voluto inscenare un incidente. Avevo intenzione di buttare la moto in un lago. Ma ormai...
Un attimo!
Ebbi un'idea. Mi alzai in piedi. Mi girava la testa,ma riuscivo a stare in piedi. Raddrizzai la moto e la buttai nel precipizio.
Cadendo la vidi prendere fuoco.
La fissai mentre si accartocciava.
Sperai che nessuno avesse sentito il rumore. Mi allontanai e raggiunsi l'aeroporto a piedi, dopo essermi fermato in un bar notturno per sciaquarmi il viso e le mani. Avevo i vestiti impolverati, ma erano passabili.

Avevo perso l'aereo e quello dopo partiva alle due del mattino, esattamente due ore e mezza dopo. Comprai il biglietto e feci il check-in.
Nessuno fece domande. Nessuno sollevò questioni quando mostrai la carta d'identità falsa.
Ora non ero più Gabriel De Neri, ero diventato Fabrizio Moretti.
In aereo dormii rannicchiato sul sedile. Presto avrei rivisto Tess. Solo questo importava. Solo lei.

Quando scesi dall'aereo, a Malta, era l'alba. Ora dovevo trovare un cellulare per chiamare Tess. Chissà che nome aveva adesso.
Frugai nelle tasche, ma non avevo spiccioli. Non avevo idea di come avrei fatto per racimolare qualche soldo per fare una telefonata in una cabina. Poi ebbi un'idea. Un'idea sciocca, ma pur sempre un'idea. Andai da un negoziante che vendeva oggetti usati.
"Buongiorno...scusi..."
L'uomo aveva il mento appoggiato sul petto e repirava profondamente. Probabilmente dormiva. Lo scossi dolcemente per una spalla.
"Scusi..."
Si svegliò di soprassalto.
"Hey ragazzo!!" Sbattè gli occhi.
"Scusi...avrei bisogno di una chitarra..."
"Di...una chitarra? Usata?"
"Sì...non ho soldi"
"Be forse ho qualcosa"
Si alzò faticosamente ed entrò nel negozio.

"Ecco ragazzo...è la più economica" mi porse la chitarra. Non era in condizioni, ma poteva bastare.
"Ehm...non ho soldi...non potrebbe...regalarmela?"
Avrei potuto dargli la pistola, ma anche quella era finita nel burrone.
"Hey hey ragazzo...qui non si regala niente. Hai soldi o no?"
Scossi la testa
"E allora niente"
Si risedette sulla sedia.
"La prego...devo chiamare la mia ragazza...la prego"
Con le mani giunte gli feci il labbruccio.
Mi guardò un attimo e poi scoppiò in una risata fragorosa
"Ok dai...girati"
Mi girai non capendo cosa volesse.
"Uhm...questo giubbotto in pelle più la cintura e la chitarra è tua"
Lo guardai scioccato. Era marzo, sarei morto di freddo.
"O questo o niente" disse serio.
Cedetti e gli porsi il giubbotto. Mi sfilai la cintura e gli passai anche quella.
"Ecco a te ragazzo" disse porgendomi la chitarra.
La presi.
"Grazie..." borbottai.
Me ne andai e raggiunsi la strada principale dove si radunava il mercato. Mi sedetti sul marciapiede e accordai lo strumento. Cominciai a suonare una melodia lenta, ma visto che nessuno mi guardava, cambiai. Suonai una canzoncina ritmata e vidi che qualche ragazzino si fermava ad ascoltare. Passò qualche anziana signora che mi buttò dei centesimi a terra. Li presi e la ringraziai.

Continuai a suonare melodie ritmate e vecchie filastrocche. Raccolsi un bel po' di spiccioli, ma ancora non bastavano. Così cambiai zona, spostandomi verso il centro del mercato. Riuscii a racimolare il resto dei soldi che mi serviva per una telefonata. Smisi di suonare e mi allontanai cercando una cabina. Ok che Malta era piccola, ma non poteva essere priva di cabine telefoniche. Cercai per ore senza trovare niente. Così decisi di chiedere.
"Scusi signore..."
"Scusi..."
Nessuno mi ascoltava. Ovviamente. Sembravo un perfetto ragazzo di strada che cercava soldi.
Vidi un signore seduto a un tavolo che stava leggendo il giornale.
Mi avvicinai.
"Scusi posso chiederle.."
"Non ti dò soldi ragazzo, fila via" rispose brusco.
"Non voglio soldi" dissi
Mi guardò sorpreso
"Volevo chiederle dove posso trovare una cabina telefonica"
Mi scoccò un'occhiata e poi posò il giornale sulle ginocchia.
"Allora...prosegui dritto fino al semaforo, poi giri a destra fino al bivio e lì giri a sinistra. Dovrebbe essere funzionante"
"Grazie mille!" Esclamai, ma il signore si era già rifugito dietro le pagine di cronaca. Seguii le sue indicazioni e trovai la cabina.
Mi fiondai dentro e feci il numero di Tess.
Rispondi, ti prego rispondi
"Pronto?"

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