Capitolo 29

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Andai nella sala comune con un libro preso dalla biblioteca.
Stavo leggendo il secondo capitolo che Christian si sedette vicino a me.
"Ciao Christian" lo salutai mentre chiudevo il libro.
"Ciao Tess...hai scoperto qualcosa?" Lo guardai interdetta.
Non può sapere della stanza
"Perché credi che io abbia scoperto qualcosa?"
"Andiamo Tess...ti ho visto ieri sera. So che avevi capito dove avresti potuto trovare delle informazioni"
Disse esasperato.
"D'accordo...ma non ti dico dove."
"Ok. Cosa hai scoperto?"
"Ho trovato dei volumi che parlavano della setta. L'hanno fondata dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e il suo fondatore si chiama Lorenzo Conte. Non ho trovato altro."
Alla fin fine era vero.
"Cercherò qualche informazione su Lorenzo Conte in biblioteca e tu cercherai dei documenti che risalgano alla Prima Guerra Mondiale in archivio."
"Ehm...potremmo fare il contrario? Sai ho paura di perdermi nelle cantine"
"Ok va bene. A te la biblioteca e a me le cantine"
"Affare fatto socio" dissi sorridendo
"Affare fatto socia" disse ricambiando il sorriso.
Tornai in biblioteca con la scusa di cambiare libro. Il bibliotecario mi fece un cenno e poi tornò alla sua rivista di cruciverba.
Senza che mi vedesse andai nello scaffale dei libri storici.
Mi fermai davanti alla sezione di libri che parlavano della Prima Guerra Mondiale.
Cercai Lorenzo Conte, ma non lo trovai da nessuna parte.
Allora provai a cercare in altre sezioni e anche nell'enciclopedia, ma niente.
Feci per tornare in camera che incrociai Gabriel.
"Ciao" gli diedi un bacio veloce.
"Ciao...facciamo un giro?"
"Volentieri"
"Prima prendi i tuoi auricolari"
"Perché?"
"Sorpresa" mi fece un sorrisetto
Andai di corsa in camera e presi le mie cuffiette rosa.
"Dove vai?" Chiese Miriam. Nella fretta non l'avevo neanche notata.
"Oh ciao Miriam. Esco fuori con Gabriel"
"Aaa...capito tutto" disse ridendo.
Risi anch'io e tornai giù. Gabriel era lì che mi aspettava. Mi prese per mano e mi trascinò nei giardini.
"Ma dove stiamo andando?"
"Non te lo dico" rispose ridendo.
Mi portò sotto il salice piangente.
"Vieni"
Ci sedemmo sotto l'albero e io gli passai una cuffietta.
Fece partire una playlist che conteneva tutte le canzoni che avevamo ascoltato insieme.
"Oddio Gabriel..." dissi stupita
"Lo sapevo" rispose sbuffando "è un'idea troppo smielosa"
"Gabriel" lo costrinsi a guardarmi negli occhi "è un'idea fantastica" gli dissi seria. Mi guardò speranzoso
"Lo pensi davvero?"
"Sì" risposi risoluta.
Gli baciai la punta del naso e chiusi gli occhi appoggiando la testa sulla sua spalla.
Restammo così finché non fu tarda sera.
"Tess..."
"Mm?"
"Dobbiamo andare...non hai fame?"
"No" ma il brontolio del mio stomaco mi tradì
"Ehm..."
Lui rise. Mi restituì l'auricolare e rientrammo nella scuola. Entrammo in sala da pranzo mano nella mano. Ci eravamo trascurati molto nelle ultime settimane.
Al ricordo delle ultime settimane, mi tornò in mente perché non potevo fidarmi del tutto di lui. Gli lasciai la mano per versarmi da bere e poi la tenni per il resto della cena sopra il tavolo. Lui non sembrò farci caso. Meglio così.
Andai a dormire presto e mi addormentai subito. Il mattino dopo ero uno zombie. Era domenica e il giorno dopo sarebbero ricominciate le lezioni.
Ne approfittai per chiamare i miei. Dovevo chiedergli di spiegarmi tutto del Gruppo del Silenzio, ma quando mi trovai davanti all'ufficio del preside mi mancò il coraggio.
Tornai di corsa in camera. Ale sarebbe tornata oggi e Marica non c'era. Le lasciai un biglietto per dirle che prendevo in prestito il suo iPod.
Uscii fuori e mi rifugiai sotto i due grandi cespugli. Mi infilai gli auricolari e ascoltai musica per ore. A pranzo piluccai un po' di cibo e poi tornai nei giardini.
Cavolo le lettere!!
Mi era tornato in mente solo in quel momento. Tornai di corsa nella struttura e mi chiusi nella stanzetta. Presi la chiave, scostai il tappeto, tolsi l'asse e aprii la scatolina.
Misi da parte la prima lettera e lessi la seconda.

17 luglio
Caro Paolo,
ti scrivo a distanza di un mese perché altrimenti mi vedrebbero entrare nello studio e non voglio che scoprano tutto. Come stai? Hai trovato un lavoro?
Qui noioso come al solito. Non ne posso più ed è passato solo un mese.
Ho scoperto cosa fanno i membri del Gruppo con le informazioni che diamo loro. Ricatti. Ricattano le persone che noi seguiamo, se non vogliono che i loro segreti vengano divulgati in giro, allora devono pagare. Più grande è il segreto più soldi devono pagare. Secondo me è una cosa ingiusta, ma non possiamo opporci. Ci fanno il lavaggio del cervello e poi ci spediscono a raccogliere informazioni. Per fortuna che tu sei scappato. Ancora non so come hai fatto, ma spero che non ti prendano.
Vorrei tanto essere lì insieme a te.
Un abbraccio,
D

avide

Non potevo credere che i mei genitori facessero parte di una setta così.
Passai alla terza lettera

14 agosto
Caro Paolo,
Adesso ho capito anche perché è una setta, come la chiami tu.
Fanno dei riti strani, con delle candele e l'incenso, disegnando per terra dei motivi a spirale. Secondo me sono tutti un po' strani, ma comincio a trovarla una cosa normale.
Scusa se ti scrivo in fretta, ma sono in ritardo e devo andare con un amico a raccogliere informazioni.
Davide

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