Raggiungo la sala da pranzo dove già alcuni miei compagni stanno facendo colazione.
Aggancio con lo sguardo il mio gruppo seduto ad un tavolo nell'angolo della sala, e mi appresto a raggiungerlo.<< Buongiorno >> mi rispondono tutti con il sorriso tranne Sara. La guardo, le sorrido appena e lei di tutta risposta abbassa lo sguardo; << Bene oggi che si farà di bello? >> dico addentando, successivamente, un pezzo di pane con la nutella.
<< Boh secondo me, niente di entusiasmante >> risponde Ignazio svogliato; io e Piero ridiamo per il modo in cui l'ha detto.
<< Sicuramente andremo a vedere la Fontana di Trevi >> afferma Alice, sbuffo leggermente, annuisco e poi finisco la mia colazione in silenzio.
<< Ragazzi un po' di attenzione >> il vociare cessa immediatamente e ci giriamo verso la nostra professoressa; << Cinque minuti per finire. Poi prendete gli zaini e ci vediamo nella hall >> ci alziamo e ci dirigiamo verso le scale.
Mi affretto a raggiungere Sara, oggi è molto sfuggente. Non so cosa gli prenda, odio non capire. La blocco per un braccio e la faccio voltare verso me con un leggero movimento.<< Si può sapere che hai? >> guarda davanti a sè e da un'alzata di spalle.
<< É tardi >> mi risponde secca. Mollo il suo braccio deluso e la guardo sparire dietro in camera sua. Rimango li, ancora qualche secondo, a guardare la porta di quella camera chiusa; non capisco perchè mi appresto così tanto ad andare dietro ad una ragazza; sono tutte uguali alla fine e io ci casco sempre.
Im fin dei conti, stanotte sulla terrazza, dopo il bacio, non ci siamo più detti niente, e poco dopo lei è rientrata in camera sua senza proferire parola; non credo di aver sbagliato qualcosa.
Entro sconsolato, prendo lo zaino e senza aspettare nessuno mi ritrovo nella hall con Beatrice e Martina. La prima, alla mia vista, infila immediatamente il cellulare in tasca e lentamente si avvicina a me.<< Sai... è stato bello ieri in pullman >> passa la mano sulla mia spalla
<< Beatrice perfavore. Non è il momento. Non ho testa per starti dietro >> rispondo scocciato.
<< Ginoble, nervosetto questa mattina? >> incrocio le braccia al petto e la guardo con fare fulminante. Che nervi, davvero non ne posso più. Dovrebbero lasciarmi tutti in pace, lasciare che io mi abbandoni nel mio mondo, chiuso nel mio ricco timido. Ho bisogno di pace, tranquillità, ho bisogno di stare bene con me stesso.
Vedo Alice e Sara sbucare dalla porta dell'ascensore seguite da Piero e Ignazio. Faccio finta di niente e mi accodo a loro iniziando a chiacchierare con i due ragazzi mentre seguiamo la prof in giro, nei vicoli di Roma.
<< Poi sai Ali, ci sono ancora troppe persone in giro che ti lasciano sul filo del rasoio, come se un discorso fosse inconcluso, e non sai mica come comportarti>> dice alzando il volume della voce e con la coda dell'occhio mi scruta. Ma che le prende? Perchè tutte queste frecciatine? Perchè non può andare tutto in modo tranquillo? Ma forse semplicemente la vera domanda è: perchè sono qua, in questo posto infernale, invece di essere a Roseto?
Sento Sara ancora dire delle lamentele; così mi fa perdere davvero la pazienza. Afferro con prepotenza il suo braccio facendola voltare verso di me.<< Alludevi a me con tutte queste frasi? >> dico stringendo leggermente la mascella.
<< Lasciami >> dice dando un colpo secco e staccandosi dalla mia presa. Senza dire niente, prendo il suo viso tra le mie mani e le lascio ripetuti baci a stampo sulle sue labbra dischiuse. Il suo sguardo è stupito, quasi sorpreso. E io non mi rendo conto di quello che faccio.
<< Si può sapere perchè mi eviti? >> abbassa lo sguardo e riinizia a camminare, seguendo il gruppo; << Sara, per favore>> la richiamo leggermente urlando e con una corsetta mi riavvicino a lei.
<< Gian... ti prego basta >> la sua voce è quasi rotta. Non capisco.
<< Ma cosa c'è? Io non capisco... stanotte sulla terrazza è andato tutto così bene. Poi sei tu che ti sei alzata e te ne sei andata senza dire niente...>> dico quasi esasperato dalla situazione.
<< Ecco... non devi... cioè... nel senso... io e te, cosa siamo? >> mi viene quasi da ridere. Tutta questa freddezza per una domanda?! Do un'alzata di spalle e le lascio un bacio sulla guancia.
<< Non te lo so dire con precisione. Ma in fondo, proviamoci. Proviamo a stare insieme, a fondare qualcosa >> sorride soddisfatta e mi lascia un leggero bacio a fior di labbra.
*
<< Piè... oh Piè >> mi si avvicina; << Fai una foto a me e Sara davanti alla fontana di Trevi? >> mi guarda senza capire e prende il mio telefono per scattare. Ci sediamo entrambi sul bordo di marmo e ci abbracciamo sorridenti; << Grazie Piè >> dico riprendendo il cellulare tra le mani e guardando l'immagine.
<< Prendiamo due monetine e lanciamole >> prendo dalla tasca dei pantaloni due monete da dieci centesimi e una la passo alla mia "ragazza";
<< Pronto? Tre...due... uno >> lanciamo le monete dietro di noi e poi ci giriamo quando le sentiamo cascare in acqua.<< Cosa hai espresso? >> chiedo provando già ad immaginare una risposta.
<< Quello di essere felice con te >> mi dice tenera.
<< E io con te >> e forse mento. Forse non è davvero con lei che voglio essere felice, ma probabilmente la mia felicità non è nemmno questa, e magari non sarà nemmeno qua.
Appoggio le mani sui suoi fianchi e ci baciamo davanti a tutti. Non me ne frega niente, voglio vivere, devo imparare a vivere ogni giorno fino all'ultimo secondo, altrimenti non potrò mai dire sto bene per davvero.

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Amabilmente odiosa
Lãng mạnSe pensate che la protagonista della storia possa essere la classica ragazza presa di mira, magari anche bruttina e che arriva il bellissimo ragazzo a salvarla innamorandosi di lei, vi sbagliate! Una storia dove i ruoli saranno ribaltati. Lei: Beat...