• Capitolo 18 •

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Messaggio Da Bea:
" Gian ti prego, riesci a venire da me? Sono sola e non mi sento bene. Ho paura. "

Lo schermo del mio iPhone si illumina e nelle anteprime compare questo messaggio da parte di Beatrice. Non so se è uno scherzo per farmi andare da lei o no. Preferirei rimanere in camera mia a giocare ancora con mio fratello.
E se fosse vero che sta male? E se davvero ha bisogno del mio aiuto e io ignoro la sua richiesta? Non vorrei essere invaso da rimorsi o sensi di colpa per non essermi presentato in tempo da lei.
Una parte di me dice di correre da lei, l'altra parte mi dice di rimanere qui a finire la partita con l'Xbox; ma conoscendo abbastanza bene la mia vicina di banco, tutta questa messa in scena è un bufala.

<< Oh bro tocca a te battere il calcio di rigore >> mi dice dandomi una gomitata al braccio per farmi svegliare e io mi riprendo; << Gianlù tutto bene? >> lo guardo senza capire quello che mi sta dicendo. Mollo sul letto il joystick e mi alzo dando una pacca sulla schiena a mio fratello.

<< Scusa Ern devo andare. Finiamo tra un po' la partita >> esco velocemente dalla stanza ma ritorno indietro solo per dare un bacio sulla fronte a mio fratello.
Cammino per strada stringendomi nel mio giubbotto. Dicembre è alle porte e tra un po' ci saranno le vacanza di Natale, questo vuol dire che si ritornerà a Roseto e questo vuole anche dire che rivedrò Alessio, Marco e tutti gli altri miei amici. Immerso nei miei pensieri raggiungo casa di Beatrice. È una villetta indipendente e affianco ce n'è un'altra quasi uguale.
Suono al campanello e poco dopo la porta si apre e mi si presenta davanti Beatrice con un vestitino in raso colore lilla che arriva si e no alla metà della coscia. Percorro con lo sguardo le sue bellissime gambe, la scollatura e poi il suo viso: effettivamente è leggermente pallida.

<< Non pensavo saresti venuto, soprattutto da una come me...>>

<< Una come te, come? >> chiedo ammiccando leggermente ed entrando in casa sua dirigendoci sul divano. Si siede al mio fianco, incrociando le gambe mentre tiene lo sguardo fisso al pavimento.

<< Una che inganna, che lo fa per essere diversa e per essere amata >>

<< Il tuo viso pallido non inganna >> abbassa lo sguardo mentre gioca con un lembo della fodera del divano.

<< Gia che sei qui voglio parlarti >> annuisco incitandola con lo sguardo ad andare avanti; << Tu con Sara ti sei lasciato ed è evidente che io non ti lascio indifferente. Quindi perchè non stiamo insieme? >> inizio a tossire, non riesco a decifrare queste sue parole in nessun modo.

<< Ma ci sei o ci fai? Ma se mi hai detto che non vuoi re >>,mi interrompe ridendo.

<< So bene quello che ho detto. Io infatti intendevo insieme a letto, senza vincoli, senza legami, come due scopa-amici. Ecco esattamente così >> dice tutto questo sedendosi sulle mie gambe muovendosi con il sedere sopra la mia intimità. Non rispondo, mi eccito notevolmente e la prendo per i fianchi attirandola ancora di piu verso me.

<< Bea... >> dico con la voce sempre più roca e con il respiro affannato. Mollo la testa all'indietro appogiandola allo schienale del divano mentre chiudo gli occhi. Mille brividi mi percorrono tutto il corpo facendomi quasi tremare. Lei si alza, lentamente mi fa togliere la felpa e la maglia lasciandomi, così, a petto nudo. Inizia a far scivolare le sue calde mani lungo il mio torace fino ad arrivare alla zona pelvica. Sussulto leggermente mentre lei ride maliziosa. Slaccia il bottone dei miei pantaloni che io, successivamente, faccio scivolare via. Guarda la mia parte intima, quasi in completa erezione, e si morde il labbro sensualmente.
Ormai il mio cervello è in tilt, non mi controllo; tolgo gli slip e li faccio volare a terra assieme agli altri vestiti, le prendo la testa e la faccio andare in direzione del mio membro al quale lei, espertamente, inizia a fare qualche gioco di bocca. Innarco ripetutamente la schiena fino a che, gemendo, non raggiungo il massimo piacere.

<< A me non basta. Andiamo in camera? >> e quel suo sguardo, io non capisco piu niente. La prendo per i fianchi da dietro e le mordo il collo lasciandole un segno violaceo. Ci apprestiamo a raggiungere il letto, sul quale la spingo. La spoglio velocemente ma con delicatezza e poco dopo uniamo i due corpi insieme.
Appoggio le mani sul materasso per sorreggermi e per dare spinte migliori. La sento gemere sempre più forte e questo mi eccita. Lega le sue gambe attorno al mio punto vita e questo mi permette di andare più a fondo. Mi accorgo di farle leggermente male per via delle sue unghie piantate nella mia pelle; ma lei non mi ferma e io non lo faccio. Sento il mio amico la sotto gonfiarsi perchè sto per venire.

<< No Gian, non... non venire... adesso >> inarca la schiena per seguire i miei movimenti sempre più ritmati.

<< I-io, n-non riesco.... >> ed esplodo dentro di lei accompagnato dai nostri gemiti, quasi urli.

Mi lascio cadere sfinito sul letto, lei si alza, si risistema e si riveste con estrema sensualità.

<< Sei bravo sai? >> sorrido, ma se penso che io ci ho messo anche amore in tutto questo. Per lei invece è stato del semplice sesso sfrenato, e questo rimarrà per sempre.

<< Quando sono arrivato ho visto una villetta accanto alla tua, molto simili tra loro. Curiosa come cosa >> dico cambiando discorso.

<< Si le ha costruite nostro nonno >> corrugo la fronte.

<< Come "nostro"? >> chiedo improvvisando delle virgolette.

<< Si, ci abita Ignazio li >> sento il mondo crollarmi addosso.
Come ci abita Ignazio li?
E si mi ha visto entrare qua?

Amabilmente odiosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora