• Capitolo 5•

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Il viaggio di ritorno a Velletri è stato lungo e pesante. Ho dovuto subire un bel cazziettone da mio padre, giustamente. Per la prima volta, l'ho visto davvero fuorioso con me. So di aver sbagliato, dovrei essere un figlio di cui i miei genitori vadano fieri; non creare problemi. Mia madre e mio padre ne hanno già fin troppi per loro, quindi dovrei darmi una regolata.
Ormai l'orologio segna le 21:30 è quasi un'ora che sono coricato su questo letto a fissare il soffitto.
Il fatto è che non riesco a togliermi dalla testa quello che è successo ieri; solo Roseto e i miei amici sono riusciti a farmi dimenticare tutto.
Le sue labbra cosi soffici e morbide, poi il suo sguardo. Quegli occhi magnetici che quando ti guardano ti mandando in confusione.
Dannazione!
Alla fine, non posso innamorarmi di una ragazza così, non posso esserne così preso.
Prendo il telefono da sopra il comodino e lo sblocco.

Messaggio a Sara:
"So che è tardi, ma possiamo vederci? Vengo da casa tua"

La sua risposta non tarda ad arrivare. Un semplice "ti aspetto dal portone".
Mi alzo, prendo un semplice pantalone nero della tuta, maglietta a manica corta e felpa grigia. Mi vesto velocemente e poi mi chiudo in bagno per sistemarmi il ciuffo. È più forte di me: deve essere perfetto.
Infilo le scarpe da ginnastica, metto il telefono in tasca e mi dirigo in salotto dove ci sono i miei genitori e mio fratello seduti sul divano intenti a guardare la tv.

<< Io vado >> dico di fretta facendo finta di nulla mentre sto per aprire la porta; ma la voce ferma e impassibile di mio padre mi blocca.

<< No signorino tu non vai da nessuna parte. Hai già dimenticato quello che ti ho detto in macchina? >>

<< Papà ti prego, è importante, davvero >> dico congiungendo le mani sperando di ottenere qualcosa.

<< E dove avresti intenzione di andare? È tardi, sono quasi le dieci >> dice guardando l'orologio al polso sinistro.

<< Papà, è importante davvero >> ripeto ancora una volta con voce squillante ed esasperata; mi scruta corrugando la fronte; << Vado da quella ragazza che è venuta qua da voi oggi pomeriggio... >>

<< Ah si, certo, Sara... >> annuisco alle sue parole ancora con lo sguardo supplichevole; << Senti vai, ma se entro le 10 e mezza non sei qua, non la passi liscia >> annuisco ancora e mi precipito fuori di casa.
Cammino per circa dieci minuti fino a che non mi ritrovo davanti casa di Sara che è già sugli scalini del portone ad aspettarmi; << Ehi eccomi ciao. Scusa il ritardo problemi con mio padre>> Ci abbracciamo lasciandoci, entrambi, due baci sulle guance.
Ci conosciamo da pochissimo, è vero, ma nonostante questo abbiamo un bel rapporto. Siamo legati uno all'altro; forse perchè siamo molto simili o forse perchè, lei con il suo carattere fa avvicinare le persone, ci sa fare.

<< Allora? >> le rivolgo il mio sguardo confuso alla sua domanda mentre camminiamo per il viale uno affianco all'altro; << Come mai questa improvvisata>>

<< Niente in particolare...>> ridacchia leggermente non credendo alle mia parole.

<< Gian, non me la bevo, mi dispiace. Non sei capace a mentire! >> afferma ridendo; << Anche se ci conosciamo da si e no tre giorni, so che c'è qualcosa che non va. Hai lo sguardo triste, e quello che hai combinato oggi deve essere stato istigato da qualcosa >> si ferma guardandomi con il suo sorriso buffo e i grandi occhioni color nutella.

<< Ieri è venuta a casa mia Beatrice >> sgrana gli occhi; << Vorrei capire come può aver fatto a scoprire dove abito...>> chiedo guardando il cielo stellato sopra di noi.

<< Sei un bel ragazzo, e suppongo che tu abbia già capito quale è il suo scopo. Non mi meraviglio se ha letto la tua iscrizione, magari lasciata da qualche parte vicino alla segreteria. Ha già fatto così altre volte >> mi informa dando una veloce alzata di spalle. Le rivolgo il mio sguardo alzando le sopracciglia, esterefatto; << Dai non fare quella faccia. Quella quando vuole qualcosa non molla >> non rispondo e ricomincio a camminare.

<< Anche se sono un ragazzo non approfitto di una che fa la facile. Io preferisco una relazione seria, un rapporto basato su amore e complicità. Non mi piace divertirmi troppo con queste cose >> dico serio e sicuro delle mie parole.

<< Te lo hanno mai detto che sei speciale? >> scrollo la testa in segno di negazione; << La ragazza che un giorno ti avrà, sarà fortunata >> abbassa lo sguardo visibilmente imbarazzata. Decido di non rispondere.

Continuiamo a camminare lentamente, come se fossimo due vecchietti pensionati alla domenica mattina sul lungomare, ma nel silenzio della notte.
Vedo Sara rabbrividire.

<< Freddo? >> le chiedo subito premuroso.

<< Un po' >> tiro giù la cerniera della felpa e me la levo, per poi metterla sulle sue spalle; << No no Gianluca, prendila te. Ti ammalerai >> dice restituendomela. Rido leggermente, riadagiandola su di lei.

<< Smettila. Se te l'ho data vuol dire che sto bene così >> mi guarda imbambolata; << Dai ti riaccompagno a casa >> circondo le sue spalle con il mio braccio destro e ritorniamo al punto di partenza.

<< Allora buonanotte >> inizia lei dopo attimi di silenzio.

<< Allora buonanotte >> rispondo io ridacchiando pensando che sia uno di quei saluti da film. Mi avvicino e le lascio un lieve bacio sulla guancia destra. Lei non dice più niente, fa un piccolo sorriso per poi voltarsi ed entrare in casa. Aspetto che chiuda il portoncino e poi mi dirigo alla mia abitazione.

Non so perchè, ma sono sicuro che grazie a lei le cosa potranno andare sicuramente meglio.

Amabilmente odiosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora