Essere a casa sua un po' mi mette in soggezione. Se penso lo scopo di tutte le volte che venivo qua, quasi mi faccio schifo da solo.
Ho quasi paura a rifare sesso con lei, voglio che le cose tra noi due vadano via lisce, che ci sia dolcezza, amore, serietà e non che, nonostante tutto, sia un gioco.
La tengo stretta tra le mie braccia, mentre con una mano le lascio carezze tra i capelli. Il silenzio domina la stanza; sentiamo solo i nostri respiri e ogni tanto il fuoco scoppiettare nel caminetto posto davanti a noi.
<< Bea? >> fa un mugugno come per risposta;
<< Ma io e te cosa siamo? >> non risponde, non si muove, non dice niente. Qualche secondo dopo fa un leggero sospiro e poi si tira su; il suo sguardo incrocia il mio: è seria.
<< Sinceramente non lo so. Non credo che possiamo definirci fidanzati >> dice lasciandomi interdetto.
<< No no infatti >> rispondo poco convinto. Ci sono rimasto male per quello che mi ha detto. Ero sicuro, che dopo l'altro giorno in ospedale, qualcosa sarebbe cambiato, qualcosa sarebbe nato tra di noi, invece è tutto normalissimo.
<< Anche perchè non credo di voler un compagno fisso >> come? E quindi mi sta prendendo di nuovo in giro?; << Ho paura, ecco perchè non voglio >> dice abbassando lo sguardo.
<< Bea, non credo di capire >> si tira su e si mette a gambe incrociate nella parte a penisola del divano per essermi, così, di fronte.
<< È che io non so come ci si comporta, non so amare, provo solo tanto rancore >> abbassa il capo. Nessuno dei due dice niente, io non sto capendo;
<< Gian, insegnami ad amare >>
<< Come? Non si può insegnare ad amare. Tutto deve essere naturale, spontaneo... ma poi perchè scusa? Cosa ti blocca? >>
<< Forse è meglio se ti spiego tutto. Anche il perchè andavo con tutti i ragazzi possibili e
immaginabili >>
<< Sono tutto orecchi >> inizia a giocherellare nervosamente con un lembo della sua maglia. Afferro le sue mani per darle sicurezza.
<< Io non ho mai vissuto una bella vita. Soprattutto mia madre. Mio padre era un alcolizzato, gravava sui nostri risparmi perchè o li spendeva per droga o per pagare le prostitute. Quando tornava a casa, se mia madre diceva qualcosa, la picchiava fino a che lei non chiedeva pietà. Io non credo di aver mai pronunciato la parola "papà" da piccola. Per me era uno strazio vedere tutto quello e mi facevo schifo perchè ero impotente, non potevo fare niente >> singhiozza e si asciuga una lacrima. Sposto le mie mani sui suoi fianchi per farle sentire che ci sono;
<< Finalmente, poi, mia madre è riuscita ad avvisare la polizia. Lo hanno portato in un centro di recupero e lo hanno riportato a casa dei genitori in Toscana. Saranno circa sei o sette anni che non sappiamo più niente di lui. Io per questo non ho mai imparato ad amare; ho sempre disprezzato i ragazzi perchè si prendono gioco di noi e allora io ho iniziato a giocare con loro, a lasciarli a bocca asciutta con una notte e basta. Volevo rivendicare tutto il mio dolore sugli altri. Io ho solo rancore dentro, come puoi amarmi? Come puoi stare con una come me... >> scoppia in un pianto disperato. La faccio appoggiare al mio petto e le accarezzo la testa per farla calmare.
<< Ssh Bea, tranquilla. Ti aiuterò, io non ti farò mai del male. Sei un piccolo essere indifeso, come tutte le ragazze, e io ti proteggerò >>
<< Non meriti di soffrire, faccio schifo >> dice ancora tra i singhiozzi.
<< Lasciati andare, le mie braccia ti
sorreggeranno >> le lascio un bacio sulla testa e la sollevo per guardarla negli occhi. Passo i miei polpastrelli sulle sue guance per asciugarle dalle lacrime e sorride.
Si avvicina al mio viso e mi lascia un bacio a stampo, ma io la riavvicino e approfondisco il bacio mentre con le mani le accarezzo i fianchi. È tutto così bello, tutto così attraversato da una punta di dolcezza.
<< Te lo hanno mai detto che sei speciale? >> sorrido appena e le lascio un bacio sulla punta del naso; << Gian... >>
<< Dimmi piccola >>
<< Per un pò non voglio più fare sesso... voglio disintossicarmi da tutto quello che ho combinato, e imparare davvero ad amarti. Io con te voglio fare solo l'amore >> mi dice con la vocina da bimba.
<< Ti aspetto. E ci metterò tutto me stesso per "insegnarti" ad amare. Giorno per giorno, io e te, insieme >> faccio incrociare le nostre mani insieme e una scarica di brividi mi percorre.
<< Grazie Gian >>
<< Ti amo scema >> ci abbracciamo e rimaniamo così, per attimi che sembrano interminabili.
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Amabilmente odiosa
RomanceSe pensate che la protagonista della storia possa essere la classica ragazza presa di mira, magari anche bruttina e che arriva il bellissimo ragazzo a salvarla innamorandosi di lei, vi sbagliate! Una storia dove i ruoli saranno ribaltati. Lei: Beat...
