Prendo la valigia da vicino la scrivania e velocemente mi dirigo verso la porta della camera per uscire. La chiudo alle mie spalle; rimango immobile, fisso la parte di pavimento a mosaico poco più avanti i miei piedi e per un attimo, come spesso mi accade, la mia testa viene invasa da pensieri e ricordi.
Mollo la valigia e riapro la porta: rimango sulla soglia con la mano appoggiata sulla maniglia e con lo sguardo inizio a scrutare ogni centimetro che compone la mia camera da letto. Nonostante tutto mi mancherà, tra queste quattro mura ho vissuto tante cose, sia belle che brutte. Il primo avvenimento è stato l'incontro con Beatrice: l'inizio di un sogno ma allo stesso tempo di un incubo. Richiudo la porta amareggiato, abbasso lo sguardo e sospiro mentre passo una mano nel ciuffo. Afferro il mio trolley blu e scendo le scale arrivando in salotto dove trovo Piero, Ignazio, Sara e Alice. Hanno tutti e quattro una faccia cadaverica, ma più di tutti la mia migliore amica. Posso solo immaginare quanto soffre per questa situazione. Un po' mi sento in colpa, mi sento un vigliacco egoista; ho pensato in primis a me e non ho nemmeno preso in considerazione l'idea di lottare, magari con il loro aiuto. So che sto ingigantendo la situazione, ma magari un giorno ritornerò e sistemerò tutto, ma so per certo che ora non ne sarei capace.<< Gian...>> dice Sara venendomi incontro e abbracciandomi. Lascio la presa sulla valigia e poggio le mie mani sulla sua schiena sfregando leggermente. Affonda il viso nel mio collo e sento scivolare sula pelle una sua lacrima. La stacco appena e faccio in modo che i nostri sguardi si incrociano. Passo i polpastrelli sotto ai suoi occhi per asciugarli e accenno un sorriso per rassicurarla.
<< Ehi no, ti prego, non piangere. Così mi fai stare male...>>
<< No scusami, è che mi dispiace che tu te ne vada. Sai bene che io >> blocco il discorso lasciandole un bacio sulla fronte.
<< Ricordi la nostra promessa? Dovunque saremo, appena uno chiama l'altro, l'altro occorre subito in soccorso. Andandomene non ti abbandono, anzi ci sarò sempre. E appena inizieranno le vacanza mi raggiungerete tutti >> concludo alzando lo sguardo anche su gli altri.
<< Ohi Gianlù, non sparire mi raccomando. Continuiamo a sentirci eh >> mi dice Piero mettendomi una mano sulla spalla. Lo attiro a me e lo abbraccio lasciandogli qualche pacca sulla schiena.
<< Ma per chi mi avete preso? Non vi libererete di me così facilmente >> mi sorridono e ci abbracciamo tutti e cinque insieme.
<< Gianluca, mi spiace rovinare questo momento, ma dobbiamo andare. Perdete il treno se no >> annuisco arricciando le labbra.
<< Va bene ragazzi, io ora devo andare. Ma ci vedremo molto presto capito? Siete stati e continuerete ad essere importanti per me >> a turno abbraccio tutti per salutarli.
<< Ciao disastro. Ci mancherai >> sorrido a Piero lasciandogli una leggera pacca dietro alla nuca.
<< Ciao Gianlù >> dice appena Alice.
<< Mi raccomando eh! Non dimenticarti facilmente>> scrollo la testa sorridendo alle parole di Ignazio. Lo so benissimo che non sarà cosi, voglio bene a questi ragazzi. Se non fosse stato per loro tante volte sarei sprofondato definitivamente, nonostante abbia avuto qualche piccolo problema anche con loro
<< Dimmi che ci sarai comunque...>> attiro Sara verso di me e le lascio un bacio tra i capelli.
<< Sono qua, piccola. Ti voglio bene. Chiamami tutte le volte che vuoi >> lei annuisce appena. Io mi affretto a prendere il mio trolley e a salire in macchina dove già c'erano mia madre e mio fratello ad aspettarci. Abbasso il finestrino e con un cenno della mano saluto tutti per l'ultima volta per poi partire e arrivare alla stazione.
<< Fate buon viaggio. Ci vediamo tra pochi mesi a casa >> abbraccio mio padre e annuisco alle sue parole.
<< A presto papà >>
<< Non vedo l'ora di essere di nuovo tutti insieme a casa nostra >> metto una mano sulla spalla a mio fratello a queste parole.
<< Ciao. Ci sentiamo poi, ok? >> papà annuisce a mamma e le lascia un bacio sulla guancia. Sorrido a questo gesto e poi ci avviamo al binario 8 per prendere l'intercity che ci porterà dritto a casa.
Mi accomodo al mio posto, infilo le cuffiette e poco dopo mi addormento tutto storto sul sedile. Mi risveglio solo qualche ora dopo con la voce dolce di mia madre che mi chiama. Mi stiracchio, stropiccio gli occhi e poso lo sguardo fuori dal finestrino.
Vedo una stazione, un cartello blu e la scritta Roseto degli Abruzzi.
Sorrido e gli occhi si inumidiscono leggermente.

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Amabilmente odiosa
RomanceSe pensate che la protagonista della storia possa essere la classica ragazza presa di mira, magari anche bruttina e che arriva il bellissimo ragazzo a salvarla innamorandosi di lei, vi sbagliate! Una storia dove i ruoli saranno ribaltati. Lei: Beat...