Il suono penetrante e fastidioso della sveglia, mi fa aprire gli occhi. Qualche raggio filtra dalle persiane semiaperte poste dalla finestra davanti a me, colpendomi il viso. Mi stiracchio e mi sollevo consapevole che oggi sarà l'ultimo giorno in questa scuola. Ammetto che un po' mi spiace, in fin dei conti con Piero, Ignazio, Alice e Sara sto bene; ma nessuno mi vieta di rimanere in contatto con loro, di passare parte delle mie vacanze assieme, di invitarli nella mia bella Abruzzo. In fin dei conti è la stessa situazione come con Marco e Alessio: abbiamo continuato a sentirci e ci siamo pure visti, nonostante io sia scappato.
Ai miei amici ho accennato qualcosa ieri, ma niente di particolare. Ci siamo dati appuntamento qualche minuto prima del solito, dalle scale di emergenza per parlarne. Sarà un duro colpo, già lo so, ma mi auguro che possano capire.Esco di casa e raggiungo il luogo dell'appuntamento, dove appena arrivo, vedo Sara alzarsi dalle scale e venirmi incontro per poi abbracciarmi senza dire una sola parola. Faccio un leggero sospiro; adagio le mie mani sulla sua schiena e la mia testa sulla sua spalla, rimanendo cosi per attimi indecifrabili a goderci questo momento tra di noi.
<< Io credo di dovervi delle spiegazioni. Mi spiace avervi accennato qualcosa ieri al telefono, non è stato corretto da parte mia >> Piero mi viene vicino e mi appoggia una mano sulla spalla destra.
<< Non ti preoccupare, dicci tutto. Cercheremo di appoggiarti in tutti i modi possibili >> sorrido leggermente per ringraziare dell'incoraggiamento che stanno provando a darmi.
<< Purtroppo l'arrivo qua è stato difficile per tutti, i miei genitori non hanno fatto altro che litigare, a me è successo quello che è successo, e purtroppo tante cose non ve lo ho dette: odio fare pena e compassione agli altri. L'altro giorno mentre i miei litigavano per l'ennesima volta, ho sentito mia madre dire che avrebbe aspettato la fine dell'anno scolastico per ritornarcene a casa nostra. Purtroppo scappo da vigliacco; la situazione con Beatrice mi ha convinto a voler chiudere questo capitolo della mia vita e ho detto a mia madre che voglio tornarci ora a Roseto se è possibile. Mio padre ha detto che avrebbe passato solo due mesi qui per poi tornare a casa con noi e aggiustare tutto come prima. Mi dispiace ma io...>> mi blocco avendo un leggero nodo alla gola.
<< Ehi, tranquillo. Intanto non ci abbandoni no? Ritornerai giusto? Ci sentiremo? >> mi tormenta di domande Piero.
<< Scherzi? Ovvio, voi quattro sarete l'unico capitolo che non chiuderò di questa storia. Non so come avrei fatto senza di voi per tutto questo periodo. Ovviamente passerete le vacanze con me, dovrete pur conoscere questo famoso Roseto degli Abruzzi no? >> allargo le braccia e ci stringiamo tutti e cinque un meraviglioso abbraccio.
<< Gian, ho paura >> la guardo chiedendo spiegazioni con lo sguardo; << Da quando sei arrivato tu, tante cose sono cambiate, in meglio ovviamente. E ora che tu te ne andrai come andranno a finire? >> le prendo il viso tra le mani e le lascio un bacio sulla punta del naso.
<< Tu non ti devi preoccupare ok? Ci sentiremo anche ogni giorno se ne avrai bisogno. Ci sarò sempre e comunque, capito? >> lei annuisce appena, mentre il resto del gruppo mi guarda con facce cadaveriche; << Dai ragazzi non fate queste facce su! Abbiamo ancora tutta una mattinata da passare insieme e anche il pomeriggio. Verrete a salutarmi no? >> sorridono come per annuire e insieme ci avviamo dentro in classe.
*
Le ore passano veloce, purtroppo. Siamo gia alla fine della terza ora e la campanella suona, segno che inizia l'intervallo. Rimango qualche istante seduto al mio banco, quando mi raggiunge Beatrice.<< Gian...>> non le rispondo. Alzo un attimo lo sguardo per poi riabbassarlo. Ma lei non si ferma e continua; << Hai ricevuto lo scatolone? >>
<< Si...>> le rispondo solo, sempre senza guardarla.
<< Hai letto anche la lettera e visto il video? >> annuisco leggermente scocciato; << E non mi dici niente? >> tenta ancora una volta mentre gioca con un lembo della sua camicetta.
<< Mi spiace ma non ho niente da dirti >> lei si arrende e si va a sedere al suo posto. Faccio per alzarmi ma la campanella suona e subito entra la prof di italiano.
<< Buongiorno prof, avrei da dirle una cosa >> la prof fa risedere tutti e mi da il consenso per parlare; << La preside gia è stata informata, mia madre ha gia firmato vari fogli; oggi sarà l'ultimo giorno in questa scuola. Stasera ritorno a casa mia, in
Abruzzo >> la prof mi sorride compiaciuta.<< Sono contenta per te Ginoble, anche se ci mancherai >>
<< Prof mi scusi, potrei uscire un attimo? >> dice passandosi una mano sulla fronte.
<< Si Mandi vai, ma veloce che devo spiegare Boccaccio >> la seguo con lo sguardo fino a che non arriva dalla porta. Appoggia una mano al muro, l'altra al petto e inizia a respirare a fatica. Infine appoggia la schiena alla porta e si lascia scivolare a terra.
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Amabilmente odiosa
RomansaSe pensate che la protagonista della storia possa essere la classica ragazza presa di mira, magari anche bruttina e che arriva il bellissimo ragazzo a salvarla innamorandosi di lei, vi sbagliate! Una storia dove i ruoli saranno ribaltati. Lei: Beat...