• Capitolo 26 - Seconda parte •

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GIANLUCA

Sarà passata circa mezz'ora da quando Beatrice è arrivata qua. È ancora seduta sulla sedia davanti al mio letto, con le gambe accavallate. Fa dondolare nervosamente una delle due mentre smanetta sul telefono.
Il silenzio tra di noi è insostenibile, mi sento in imbarazzo, a disagio, non so cosa fare. Ripone il telefono nello zaino appoggiato alle gambe del piccolo tavolino, tira su la testa e mi guarda. Quegli occhi incastrati con i miei mi mandano in subbuglio lo stomaco; fa un respiro profondo e poi prende parola.

<< Va bene, senti Gianluca, forse è meglio che io vada >> si alza, si sistema la gonna e prendendo la borsa si avvia alla porta.

<< No aspetta...>> le dico sottovoce. Si ferma continuando a darmi le spalle; << Mi fa piacere averti qua >> che cavolo le sto dicendo, non ha senso. Se fosse vero le avrei dato importanza fin da subito. Cioè, si è vero che mi piace averla qua, ma non ho idea di come comportarmi.

<< Io in realtà ero venuta, perchè volevo approfittare di questa situazione per parlarti...>> annuisco invitandola di nuovo a sedersi, ma lei si avvia dalla finestra e, con le braccia incrociate al petto, guarda fuori. Aspetto che sia lei a parlare, sembrerebbe che abbia molto da dirmi; << Ti ricordi la notte di Capodanno quando ti ho telefonato? >>

Sbarro gli occhi a questa domanda. E come posso dimenticarla; la sua voce mentre mi urlava "ti amo", la sua risata, la confusione e io con una stranissima sensazione al petto.
Un modo perfetto per iniziare l'anno.

<< E come posso non ricordarla. Non puoi nemmeno immaginare quanto ho sofferto sapendo che era uno scherzo >> mi fermo un secondo a pensare. Era ubriaca, come fa a ricordare; << Scusa Bea, ma come fai a ricordartelo? >> si gira verso di me, mi guarda con fare implorante e fa un leggero movimento del capo socchiudendo gli occhi.

<< Si è vero, avevo bevuto, e mi ricordo perfettamente di quello che ho fatto. E l'ho fatto apposta; volevo approfittare del momento di non lucidità per dirti quello che provavo >> scrollo la testa mentre arriccio le labbra per cercare di non piangere.

<< Beatrice, piantala, non mi sembra il momento di scherzare questo >> si avvicina a me, si siede sul letto e prende le mie mani; subito una scarica di brividi mi percorre la spina dorsale. Noto i suoi occhi leggermente lucidi e aspetto che continui a parlare.

<< Dal primo momento che i nostri occhi hanno avuto un contatto, da quando le nostre labbra si sono sfiorate, dalla prima volta che le nostre mani si sono toccate qualcosa in me è cambiato. Davvero >> dice con fare molto serio.

Rimango impassibile davanti alle sue parole. Non so cosa pensare, non so cosa fare arrivato a questo punto.

<< Bea... io...siamo troppo diversi. Io, è vero che per te provo qualcosa, non mi sei per niente indifferente e la mia non è solo attrazione fisica. Ero diventato il tuo scopa-amico solo per vedere se riuscivi ad innamorarti di me. Ma lascia perdere, lascia stare tutto. Tra me e te non credo che funzioni. Tu non
mi >> si alza di scatto dal mio letto e gira nervosamente per la stanza fino a che non mi rivolge di nuovo lo sguardo.

<< Sai che c'è? C'è che da quando sono stata con te non faccio altro che pensarti; nessuno mi vuole più perchè ormai parlo solo di te. Confronto tutti con te, perchè tu sei tu, sei speciale e sei un pensiero fisso. Quasi fastidioso >> sbotta. Io rimango un attimo interdetto dalle sue parole, la sua voce disperata, quasi implorante nei miei confronti mi lascia senza parole.

<< Pensi che sarebbe cosi tanto sbagliato amarci seriamente? >> le chiedo per fare il suo movimento.

La sua bocca si apre in un leggeeo sorriso. I nostri occhi parlano da soli. Mi raddrizzo di più sul letto e le tendo il braccio afferrandole la mano.
La faccio atterrare nuovamente seduta sul mio letto e le accarezzo il viso. Appoggia la sua testa al mio petto, mentre io passo la mano ripetutamente tra i suoi lunghi capelli.

<< Meriti di essere amato, e io ci metterò tutta me stessa per farlo >>

Sorrido come un ebete a questa affermazione e non posso credere che ora, in qualche modo, Beatrice è mia. Afferro il suo viso con entrambe le mie mani e annullo le distanze.
Le nostre bocche si cercano, le nostre lingue danzano insieme, le sue mani tra i mie capelli.

<< Mia finalmente >> le dico con le mie labbra appoggiate alle sue.

<< Solo tua >>

Amabilmente odiosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora