BEATRICE
Rimando la sveglia finchè posso, senza nemmeno aprire gli occhi. Solo quando ormai è troppo tardi decido di togliermi le coperte di dosso e, barcollando, mi dirigo in bagno dove, in poco tempo, mi vesto e in qualche modo mi trucco. Esco di casa e, senza un minimo di espressività, mi dirigo a scuola.
Non ho più quella voglia che avevo tutte le mattine; andare a scuola con un obiettivo, forse mi manca qualcosa... o qualcuno. Forse mi manca Gianluca... So solo che sto cambiando, mi sto rendendo conto di tante cose; la prima è che non vivevo a pieno, stavo semplicemente trascorrendo una vita che non era mia... probabilmente volevo giocare con gli uomini solo per farli "soffrire" e per fargli rendere conto che i gioccatoli non siamo solo noi donne.Immersa nei miei pensieri raggiungo la mia aula, dove al mio ingresso noto il gruppo di Gianluca parlare tra di loro, ma lui non c'è. Stanno raggruppati da un banco e viste le loro facce sembra qualcosa di serio quello di cui stanno discutendo. Non do molta importanza e vado a sedemi al mio banco, accanto a Martina, ovvero davanti a loro.
<< Ma Sara quindi cosa è successo? Non ho
capito >> chiede Piero confuso.<< Ma niente, da quello che ho capito ieri durante la lezione di scuola guida è caduto dal motorino e lo hanno portato al pronto soccorso in codice giallo. Stanotte lo hanno tenuto li e forse stamattina ripetevano qualche esame. Poi non mi ha detto
altro >> a sentire queste parole subito mi preoccupo. Gianluca ha avuto un incidente.
Facendo finta di niente tendo di più l'orecchio per cercare di saperne si più.<< Ma quando lo dimettono? >> chiede questa volta Alice.
<< Non so di preciso, se tutto va bene, tra oggi pomeriggio e stasera da quanto gli hanno detto >> risponde ancora Sara.
<< Mi auguro non sia nulla. Dai andiamo a posto che è arrivata la prof >> dice Ignazio a tutti. Appena mio cugino si è seduto al suo posto nella fila accanto alla mia, attiro la sua attenzione.
<< Igna, che è successo a Gianluca? >> gli chiedo sottovoce.
<< Niente di grave. E comunque non deve importanti dopo che lo hai fatto soffrire nonostante conoscessi bene quello che provava per te >> mi dice con cattiveria.
<< Igna io veramente... >> ma il prof mi mette subito a zittire, minacciandomi che se non avessi smesso mi avrebbe fatto passare l'ora fuori dall'aula. Incrocio le braccia sul banco e ci appoggio sopra la testa aspettando che ora per ora, lezione per lezione, passino.
Per fortuna le ore sembrano passare e io mi ritrovo a infilare tutti i libri in cartella molto velocemente e senza cura. Voglio andare in ospedale da Gianluca, non so di preciso il motivo di tutto questo, ma il mio istinto mi porta in questa avventura.
Infilo la giacca, metto la cartella sulle spalle e a passo spedito mi dirigo alla fermata della corriera che mi avrebbe portato alla mia destinazione.Ed ecco che, circa venti minuti dopo, mi ritrovo nella hall dell'ospedale a chiedere in giro dove posso trovare la persona che stavo cercando. Finalmente, dopo svariari tentativi, trovo un'infermiera che mi indica piano e stanza. Prendo l'ascensore, mi avvio al secondo piano e poi cerco la stanza numero 34.
Noto subito la madre seduta fuori che legge una rivista.<< Salve signora, non so se ricorda di me, sono Beatrice una compagna di cla >> la madre mi sorride interrompendomi.
<< Certo cara che mi ricordo di te. Gianluca è in questa stanza >> mi indica una porta davanti a noi;
<< Se vuoi entrare... >> ringrazio annuendo e piano piano entro dentro.
Appena mi vede sbarra gli occhi, quasi si agita e con le braccia si solleva di più verso il letto quasi a volersi allontanare ancora di più da me. Il suo respiro è leggermente accelerato. Chiudo la porta alle mie spalle e resto li, ferma immobile a guardarlo. Non so né cosa dire, né come comportarmi. Ho paura di sbagliare a dire qualsiasi cosa.<< Gianluca io... >> sorrido; << Vengo in pace. Ho solo saputo che non stavi bene e volevo sapere come stessi >> ruota la testa verso la finestra infastidito, socchiudendo gli occhi a causa dei raggi che filtrano e colpiscono le sue iridi.
<< Come vedi, sto benissimo, grazie >> rimaniamo attimi interminabili in silenzio. Tra noi c'è vergogna, paura, ansia, anche l'aria è pesante. Mi avvicino verso la finestra deglutendo a fatica.
<< Fa un po' caldo qui, non ti trovi? >> dico sventolando la mano davanti al mio viso. Lui annuisce appena mentre si guarda in giro e dondola un piede.
È tutto così complicato.
Non sappiamo cosa fare, ne cosa dirci. Inizio a pensare che non sia stata una buona idea venire qua da lui.
Forse dovrei andarmene...
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Amabilmente odiosa
RomanceSe pensate che la protagonista della storia possa essere la classica ragazza presa di mira, magari anche bruttina e che arriva il bellissimo ragazzo a salvarla innamorandosi di lei, vi sbagliate! Una storia dove i ruoli saranno ribaltati. Lei: Beat...