Il vociare di tutta la gente presente in sala accompagna questo pranzo di Natale in famiglia.
È bello sapere di essere a casa, di essere tra le gente che ami e che ti ama, sapere che poi vai a dormire e domani mattina ti risvegli nel tuo letto di sempre quello che hai amato per tanto e che avevo dovuto lasciare; è bello sapere che fuori nevica, che tutto sembra fermo, immobile ma che dentro ogni cosa nasce un sorriso, lacrime di gioia, gente che ride, che si abbraccia, che si da baci. È bello sapere che in un giorno come oggi ci sia amore, e che io finalmente sono lontano da tutto.
<< Gianlù, tutto bene? >> mi chiede mia zia mentre mi passa una mano tra il ciuffo. Mi volto verso di lei che si trova seduta al mio fianco e le sorrido sinceramente.
<< Si zia, va tutto benissimo. Sono felice >> alza un sopracciglio, stupita.
<< Davvero? Non si direbbe, hai una faccia...>>
<< Sono felice dentro, nel cuore ed è questo che conta >> mi sorride intenerita e io l'abbraccio.
Mio padre si alza e va a mettere un pezzo di legno nel fuoco per ravvivarlo; in questi momenti di intimità familiare adoro perdermi nel movimento delle fiamme, mi fa stare bene, mi fa sentire libero da tutto; e poi quel colore arancione che illumina la stanza e quel tepore che si espande in mezzo a noi, mi da l'idea che faccia sentire più uniti e felici. Nel frattempo mia mamma ritorna a tavola con il dolce, il classico panettone con cioccolato. Subito me ne prendo un pezzo e inizio a mangiarlo con gusto.
<< Allora Gian, raccontaci un po' com'è la vita a Velletri >> a sentire queste parole quasi non mi strozzo con un pezzo di dolce. Inizio a tossire mentre mio fratello mi da qualche pacca sulla schiena.
<< Oh Fra ma che ti viene in mente? Velletri lasciala dov'è per favore >> dico gesticolando con le mani.
Subito tantissimi pensieri mi riaffiorano. Chissà se Beatrice è felice come me in questo momento...magari è a pranzo con Ignazio e tutta la loro famiglia. E Sara? Anche lei si starà divertendo.
Non ho nemmeno fatto gli auguri a nessuno di loro; non voglio mischiare questa vita con la nuova di Velletri; sono geloso di questa mia serenità, di questa initimità con la mia famiglia in questi bei momenti, non voglio che qualcuno si intrometta e mi rovini il poco di bello che mi rimane.
Prendo il telefono tra le mani e inizio a rigirarlo; non capisco cosa mi freni a mandare gli auguri ai miei amici. Molto velocemente apro Whatsapp e mi dirigo sula chat del gruppo che ho con Piero, Ignazio, Sara e Alice. Mando un semplice "Auguri a tutti" rispondendo, già, ai loro precedenti messaggi.
Ritornando sulle schermata di tutte le conversazioni, tra tutte le persone che mi mandano gli auguri, spicca Beatrice: apro il messaggio e leggo i suoi bellissimi auguri accompagnati da un bellissimo aforisma sul Natale.
Sono imbambolato; non me lo aspettavo. Rispondo con "Grazie. Anche a te e famiglia" e subito me ne pento essendo stato un tantino freddo.
La mano di mio padre che si appoggia sulla mia spalla, mi fa risvegliare da questa specie di incubo ad occhi aperti.
<< Sicuro che vada tutto bene? È da un'ora che il nonno ti chiama...>> e allora mi giro e mi rendo conto che tutti sono in silenzio a fissarmi. Sorrido leggermente per stemperare la situazione e mi avvicino a nonno.
<< Tieni tesoro. Questo è il mio regalo >> tira fuori dalla tasca dei pantaloni un paio di chiavi che mi consegna. Le osservo senza capire facendole tintinnare tra di loro.
<< Gian vai fuori >> mi dice mio papà vedendomi in difficoltà. Sto capendo sempre meno mentre faccio la figura dell'imbecille. Mio padre ride di gusto, e me si scalda il cuore a vederlo così.
Appoggia una mano sulla mia spalla e mi conduce fuori.
Una volta aperto il portoncino e messo il naso fuori sul vialetto che conduce alla piazza, vedo davanti a me un motorino nuovo di pacca.
Spalanco gli occhi stupito e poi sorrido. Inizio a girarci intorno, a toccare ogni minima parte, apro il bauletto dietro, tiro su il sedile. È come se fosse oro. Ci salgo sopra, e sempre meravigliato dalla sorpresa, appoggio le mani sulle manopole e mi immagino già io che sfreccio per le strade di Velletri con il mio nuovo gioiellino.
<< Ma seriamente è mio? >> chiedo a mio padre scendendo dal motorino. Lui infila le mani in tasca dei Jeans e annuisce soddisfatto nel vedermi gioire così.
<< Hai già le lezioni prenotate alla scuola guida di Velletri. Ti ci voleva, altrimenti rimanevi solo con un foglio rosa in mano inutile! >> mi circonda il collo con un braccio e ritorniamo dentro; << Si però devi anche studiare >> conclude tirandomi uno scapelotto. Annuisco ridendo e raggiungo mio nonno che ringrazio e abbraccio calorosamente.
Non mi sarei mai aspettato niente di tutto questo; sembra tutto così surreale. E invece, ancora per una volta, la mia vita e ritornata per un attimo quella di prima e io sono semplicemente felice.
STAI LEGGENDO
Amabilmente odiosa
RomanceSe pensate che la protagonista della storia possa essere la classica ragazza presa di mira, magari anche bruttina e che arriva il bellissimo ragazzo a salvarla innamorandosi di lei, vi sbagliate! Una storia dove i ruoli saranno ribaltati. Lei: Beat...
