• Capitolo 29 •

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<< Ma guarda come ti sei ridotto la mano >> mi dice Beatrice mentre si siede accanto a me, sul divano, con in mano cotone, disinfettante e una benda. Prende la mia mano e lentamente, tampona con il batuffolo imbevuto di disinfettante.

<< Ah! Cavolo brucia >> dico ritraendo la mano. Lei scoppia a ridere; << Cosa ridi?! Guarda che fa male sul serio >> affermo facendo il finto broncio.

<< Come siamo coraggiosi! >> risponde canzonandomi e io di rimando le faccio una smorfia, quasi offeso; << Dai ora stai farmo che ti metto la benda almeno ti guariscono più velocemente >> aspetto che finisca di avvolgere tutto il rotolo attorno alla mano e poi le lascio un bacio sulla guancia destra.

<< Che brava infermiera che abbiamo qua >> abbassa lo sguardo sorridendo.

<< Dai Gianlù >> appoggio due dita sotto al suo mento e le sollevo il viso.

<< E che fai? Ti imbarazzi? >> i suoi grandi occhioni mi scrutano attentamente e il mio labbro inferiore si va a nascondere tra la mia dentatura; << Lo sai che mi fai impazzire così >> le accarezzo una guancia e poi faccio scontrare le nostre bocche, che subito si cercano come le nostre lingue. Mi avvicino al suo orecchio: << Vieni di la con me >>

Non dice niente, ma semplicemente si alza, mi tende la mano che io afferro e si fa guidare come una bambina. La conduco al letto dove la faccio coricare. Mi ci posiziono sopra a gattoni. Le lascio umidi, dolci e leggeri baci sul collo, sulla spalla e poi sul viso, mentre con un mano inizio a far scivolare via i bottoni dalle asole e scoprire, così, il suo torace.

<< Gian... no >> mi bloccai. Lei era quasi una prostituta e adesso non vuole farlo? Sono in un sogno per caso?

<< Come scusa? Prima cercavi tutti i ragazzi possibili e immaginabili per farlo, e ora mi dici
no? >>

<< Con on te è diverso. Io so fare sesso, non
l'amore >>

<< Ssh, lascia fare a me >> le dico tranquillizzandola.

In poco tempo ci liberammo dagli indumenti, ammucchiati tutti sul pavimento ai piedi del letto. E per la prima volta, ci guardammo negli occhi con sincerità. In fondo eravamo due anime uguali, innamorati uno dell'altro, accompagnati da fragilità e paura.
La sua mano si materializza sul mio membro facendola scorrere su e giù. Avvicina la faccia ma io la blocco, togliendole anche la mano.

<< C'è bisogno di più dolcezza. Non devi fare niente>> le sorrido e avvicino la mano alla sua intimità per stuzzicarla. Poco dopo, entro, con estrema lentezza, in lei; poi esco e rientro varie volte per farla abituare alla presenza.
Prima, quando eravamo scopa-amici non l'ho mai fatto. A lei piaceva fare sesso sfrenato e a nessuno dei due interesseva fare tutte queste cose. Ma adesso è diverso; tutto deve essere dominato dalla dolcezza e dalla purezza che caratterizzano un legame d'amore tra due persone.
Dopo aver seguito, sempre la stessa sequenza per svariate volte, entro definitivamente in lei iniziando a muovere su e giù il bacino con un ritmo dolce ma sostenuto.
Il mio respiro accelerò in brevissimo tempo, mentre la stanza veniva riempita dai suoi gemiti. Avvicinai la mia bocca alla sua lasciandole qualche bacio, sempre senza fermare il movimento dentro di lei.
Pochi minuti dopo, ci abbandonammo entrambi, al massimo piacere, guardandoci negli occhi e sorridendo.
Rimasi ancora qualche secondo dentro di lei, per poi uscire con delicatezza e coricarmi al suo fianco.
Le lasciai un bacio sulla fronte, poi sulla punta della naso e uno a fior di labbra, il tutto accompagnato da una carezza tra i capelli leggermente sudati.

<< Grazie Gian. È stato meraviglioso e soprattutto diverso da quello che vivevo prima >> mi dice con vergogna.

<< Ce ne saranno altre dieci, cento, mille di volte così tra noi due perchè ti amo >>

<< Anche io ti amo, Gian >> sorrisi a questa affermazione.
Mi avvicinai a baciarla facendo combaciare perfettamente insieme i nostri corpi nudi.

Amabilmente odiosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora