• Capitolo 34 •

371 44 2
                                        

Inutile dire che il mondo mi è crollato addosso. Mi sento uno schifo, un fallimento, responsabile di tutto questo. Non riesco ad essere felice per più di sette giorni consecutivi.
Beatrice non fa altro che chiamarmi, ho persino spento il telefono da quanto mi tormentava.
Mi vesto velocemente, prendo chiavi di casa, telefono ed esco. Infilo le mani in tasca della mia giacca di pelle e con passo lento mi dirigo da Sara, ho bisogno della mia migliore amica in questo momento, sempre che lei voglia continuare ad esserlo. Voglio recuperare il mio rapporto con lei, sono stato un coglione; non ne ho ancora combinata una giusta fino ad adesso.
Durante il tragitto vengo fermato da un ragazzo alto, molto più grande di me di età. Mi guarda con un sorriso strafottente, quasi derisorio.

<< Sai anche io qualche mese fa ho fatto un giro con la tua ragazza. Ci sa fare, scopa davvero bene >> e ride. Mi salgono i nervi, mi da fastidio tutto questo. Mi da fastidio che parlino di lei come se fosse un giocattolo da usare e buttare via. Mi scanso dalla sua presa e lo spingo facendolo sbattere con la schiena al cancello. In poco tempo il suo sorriso strafottente si trasforma in una smorfia. A sua volta mi rende la spinta, ma sbatto la testa al palo della luce.

<< Ragazzino, non ti provare a mettere contro di me. Intanto è la tua ex, non te ne dovrebbe importare di come viene trattata. Chissà quanti altri suoi scopa-amici incontri per strada. Ciao sfigato >> mi fa segno con la mano e se ne va, lasciandomi li con una rabbia non sfogata che mi pervade tutto il corpo. Mi giro e mollo un pugno allo stesso palo contro cui sono andato a sbattere prima, ferendomi anche le nocche della mano destra.

Le emozioni si accavallano una sull'altra suscitandomi un senso di angoscia tremendo e ingestibile. Senza rendermene conto, qualche lacrima inizia a bagnarmi la guancia. Ho bisogno di sfogarmi, non me ne frega niente di quello che pensa la gente che potrebbe vedermi così.

Finalmente arrivo davanti al portone di casa di Sara, suono al campanello e aspetto con impazienza che mi venga ad aprire. La porta si apre. Rimaniamo per secondi a fissarci senza dire niente; lei nota i miei occhi lucidi, probabilmente. Allarga le braccia e io mi ci fiondo in mezzo senza pensarci due volte. Ci stringiamo in un abbraccio che solo noi due sappiamo fondere. È cosi bello essere di nuovo con lei, forse mi ha perdonato, forse ora potrei stare meglio perchè so che ho qualcuno che non mi lascia cadere.
Sempre tutto in rigoroso silenzio, ci chiudiamo alle spalle la porta e ci dirigiamo in salotto sul divano.

<< Scusami, ti prego scusami. Per tutto quello che ho combinato, per quello che ho fatto a te e agli altri, scusami per come è finita tra noi, per >> mi appoggia un dito sulle labbra e mi mette a zittire.

<< Ssh, scusami tu per averti abbandonato. Anche se stavi con Beatrice io non avrei dovuto allontanarmi da te. Avrei dovuto continuare a volerti bene nonostante la sua presenza. Sono la tua migliore amica e ho sbagliato. Entrambi, forse, abbiamo sbagliato. Ma guardaci, siamo di nuovo qui e tutti e due abbiamo bisogno dell'altro. Quindi cancelliamo tutto, ok? >> annuisco semplicemente sorridendo. Questa volta sono io a farla sprofondare tra le mie braccia. La sua testa è appoggiata al mio petto. Le lascio un bacio tra i capelli.

<< Grazie di esistere. Devo essere onorato di aver conosciuto una persona come te. Meriti il meglio >> sorride a queste mie parole, si solleva e mi lascia un bacio sulla guancia.

<< Ci guardiamo un film? >>

<< Notting Hill? >> so benissimo che è il suo film preferito, e in realtà anche il mio.

<< Sii. Però aspetta, arrivo subito >> va in cucina e per alcuni minuti la sento trafficare. Nel frattempo metto il DVD nel lettore e spengo tutte le luci per creare un po' di atmosfera. Poco dopo ritorna con due ciotole in mano, una di pop corn e una di patatine, mentre sotto le braccia due bottiglie di birra. La aiuto a sistemare tutto sul tavolino. Ci sediamo sul divano, mettiamo una coperta sulle gambe e iniziamo la visione del film.

Circa a metà proiezione, mi avvicino un po' di più a lei e appoggio la testa sulla sua spalla.
Rilascio un sospiro di sollievo e sorrido. In questo momento sono così sereno e tranquillo, a posto con me stesso.
E per un attimo mi concedo all'idea che tutto quello che è successo con Beatrice sia stato solo un brutto sogno, o meglio un incubo.

Amabilmente odiosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora