• Capitolo 7 •

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I giorni passano velocemente, non so dire se è un bene o no, ma oggi si parte per Roma.
Con mio padre raggiungo il piazzale dove abbiamo il pullman ad aspettarci e, dietro a me, trascino il piccolo trolley blu con su scritto il mio nome; lo stesso che mi ha portato via da Roseto.
A dire il vero sono molto emozionato per questa gita. Raggiungo Sara e Piero, vicino ad altri nostri compagni, e dopo qualche minuto arrivano anche Ignazio e Alice mano nella mano.
Non sapevo stessero insieme, buono.

<< Buongiorno a tutti >> sbadiglio. Ci hanno fatto svegliare all'alba. Sono circa le 6 del mattino. Spero di riuscire a riposare in pullman. La professoressa ci avvisa di salire che a breve saremmo partiti.
Saluto mio padre lasciandogli un bacio sulla guancia. In fondo non devo essere arrabbiato con lui, è il suo lavoro, e con quei soldi mantiene anche a me. Diciamo che sto cercando di vivere qua, diversamente non posso fare.

Mi sistemo nei sedili in fondo, vicino al finestrino, con accanto Sara, Piero, Ignazio e Alice in fondo accanto all'altro finestrino. Davanti a noi rimangono i quattro posti vuoti. Meglio così, almeno ci rilassiamo durante il tragitto.
Appoggio la testa al vetro e chiudo gli occhi, ma qualche secondo dopo sobbalzo per la voce di Sara.

<< Chi vuole giocare a obbligo e verità? >> urla pee farsi sentire da tutti.

<< Noi >> ed ecco che arriva Beatrice in tutta la sua sensualità, seguita da Martina. Una troia pure lei, sembra un po' il cagnolino della mia vicina di banco, le è sempre attaccata. Vedo che bisbigliano e poi ridacchiano.

<< No, Sara, ma che ti è venuto in mente? >> le bisbiglio all'orecchio per non farmi sentire. Lei si volta dispiaciuta e mi mima un "scusa" che io contraccambio con un'alzata di occhi verso il cielo.

<< Chi inizia? >> chiede Martina lanciando un occhiata a Beatrice.

<< Io >> risponde Sara entusiasta; guarda Ignazio sorridendo; << Obbligo o verità. Attento alla risposta >> conclude beffarda indicandolo.

<< Obbligo. Guarda che ho già capito >> risponde lui sconsolato.

<< Dai su su, tu e Alice regalateci uno di quei bellissimi baci da fidanzatini >> il mio amico alza gli occhi al cielo ridacchiando. Si avvicina alla sua ragazza le prende il viso tra le mani e si baciano seguiti da un nostro applauso.

<< Certo Sara che hai una fantasia, pure tu, tutte le volte >> le dice la nostra amica lasciandosi andare ad una risata; alza le spalle vantandosi e tutti scoppiamo a ridere.

<< Ok basta; andiamo avanti. Ora tocca a me >> afferma Martina mettendosi in mezzo; << Bea, obbligo o verità? >> fa finta di pensarci.

<< Uhm... obbligo >>

<< Bene >> dice maliziosa; << Bacio, con la lingua a... >> si guarda in giro arricciando le labbra ; << A Gianluca >> dice indicandomi. Sbarro gli occhi terrorizzato e lei si avvicina a me con fare sensuale, appoggia le mani sulle mie cosce, e lentamente avvicina il suo viso al mio. Sfiora le sue labbra con le mie provocandomi brividi. Rimango immobile e aspetto che la sua bocca si congiunga con la mia. Fa scivolare la sua lingua dentro e si attorciglia con la mia. Un gioco lento che mi fa eccitare leggermente. Si stacca un attimo, bagna ancora le mie labbra con il passare della sua lingua mentre mi guarda fissa negli occhi. Appoggia la mano sul cavallo dei miei pantaloni e schiaccia giu. Trattengo, a fatica, un gemito mentre avvicina al mio orecchio.

<< Io lo sapevo. Calma i bollenti spiriti Ginoble >> mi sussurra per poi mordermi il lobo e una scarica di brividi percorre la mia spina dorsale. Chiudo per qualche secondo gli occhi, prendo un respiro profondo e li riapro.

<< Io credo che possa bastare >> dice Sara seccata mentre le mette una mano sulla spalla e la allontana da me.

<< Si anche io credo che possa bastare >> dico stringendo la mascella e corrugando la fronte. Beatrice guarda Sara, quasi fulminandola con gli occhi.
Tiro fuori dalla tasca dei pantaloni il telefono e le cuffiette. Faccio partire la playlist e appoggio la testa al vetro, guardando il paesaggio scorrermi davanti; << Non gioco più >> dico senza guardarli.

Quanto erano morbide quelle labbra.

E la sua lingua che toccava la mia.

Le sue mani sulle mie gambe.

È stato...bello.

No che dico, è stato orrendo.

Basta.

Devo scacciare via tutte queste immagini dalla mia mente, è tutto sbagliato, tutto dannatamente un errore.

Amabilmente odiosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora