Affretto il passo più che posso per riuscire ad arrivare in tempo a scuola. Ho perso l'autobus e mi è toccato correre fino a qua.
Come pensavo, una volta arrivato, il cortile è deserto e le porte d'ingresso sono gia chiuse.<< Lasciami! Lasciami ti ho detto >>
<< Piccola sgualdrina, non la passi liscia hai
capito?>> sento due voci parlare animatamente, forse troppo, dietro l'edificio. Poco dopo la voce femminile inizia nuovamente ad urlare chiedendo aiuto.<< Mi fai male. Lasciami per favore >> mi avvio nel posto da dove provengono le voci e vedo Beatrice che viene strattonata da un uomo che avrà si e no quasi trentanni. Mollo lo zaino a terra e raggiungo i due.
<< Non hai sentito? Ti ha detto di lasciarla >> gli prendo la giacca all'altezza delle spalle e gli do una spinta che lo sposta di poco.
<< E tu chi saresti eh? Qualcuno ti ha detto di metterti in mezzo? >> mi avvicino nuovamente a lui con fare minaccioso e gli do un'altra spinta molto piu violenta.
<< Non ti permettere di mettere le mani addosso alla mia ragazza, ti è chiaro? >> mi scarta e si avvicina a lei prendendola per i polsi.
<< Tu fidanzato con questa?! >> fa una leggera risata molto inquietante; << Questa sgualdrina deve pagarla >>
<< Oh brutto stronzo ma come ti permetti? >> e non capisco più niente, il mio braccio destro parte e il pugno chiuso si va a schiantare sul suo labbro, ferendolo.
<< Senti ragazzino, non ti conviene metterti contro di me >> mi dice minaccioso.
<< Altrimenti? >> come risposta ricevo una spinta che mi fa cadere a terra; << Io ti denuncio, brutto coglione >> mi arriva un pugno sul naso e un calcio nello stomaco; di conseguenza inizio a tossire, raggomitolandomi per terra.
<< Beatrice... non finirà qui. Te la farò pagare, lo giuro >> passo la mano sotto al mio naso gocciolante di sangue e mi avvio da lei.
<< Bea... >> giro la testa verso di lei, la quale è ferma immobile, con gli occhi sbarrati che mi guarda. È spaventata. Con qualche smorfia di dolore mi tiro su e la raggiungo; << Ehi, piccola guardami...>>
<< Mi dispiace Gian. Come va? >> scrollo la testa sorridendo.
<< Non ti preoccupare per me. Tu piuttosto, chi era quell'uomo? Cosa voleva da te? >> chiedo serio.
<< Io non lo so... >>
<< Beatrice, ti ha chiamata per nome. Come fai a non sapere chi è?! >> dico alzando la voce e questo non aiuta la situazione.
<< Per favore, andiamo dentro. Hai bisogno del ghiaccio. Ti sta uscendo tantissimo sangue dal naso. Ne parleremo poi >> annuisco non convinto.
Voglio vederci chiaro in questa situazione. Non può non sapere chi era quello.Ci avviciniamo al bancone delle bidelle a piano terra e subito una di loro mi corre incontro.
<< Ragazzo cosa hai combinato? >>
<< Ha fatto a >> ma la interrompo mentre la guardo storto.
<< Ho preso una porta in faccia, tutto a posto >> mi fa sedere su una sedia e mi disinfetta per poi appoggiare sul mio naso un sacchetto di ghiaccio. La ringrazio e ci avviamo al piano dove si trova la nostra classe.
Per fortuna le prime due ore passano velocemente. La campanella suona dando inizio alla ricreazione. Il sangue ha smesso di uscire ma ora inizia il dolore alla stomaco. Se solo penso al calcio che mi ha tirato mi sale una rabbia che non so nemmeno io cosa farei. Voglio capire chi è quel bastardo e sistemarlo una volta per tutte.
<< Cosa hai fatto? >> Ignazio piomba davanti al mio banco, facendomi questa domanda senza nessuna emozione.
<< Avete detto che con me non volete più avere a che fare, quindi non ti deve interessare >> sposto lo sguardo e noto il mio gruppo in silenzio che ci fissano. Non hanno nemmeno il coraggio di avvicinarsi a me; gli faccio così tanto schifo?
<< Piantala di fare il cretino e dimmi che hai combinato >> mi alzo di scatto e lo guardo, ma sono costretto a risedermi per il forte dolore all'addome dovuto all'urto di prima. Ignazio mi guarda preoccupato ma faccio finta di niente.
<< Niente. Ho solo preso una porta in faccia >> dico questo guardando fuori dalla finestra. Odio mentire, soprattutto in questo caso che avrei bisogno di aiuto. Ma sono orgoglioso, non voglio dargliela vinta, non voglio ammettere che avevano ragione. Il ragazzo con il pizzetto mi guarda stranito, mentre tiene le mani in tasca dei jeans. Da una leggera alzata di spalle ed esce dall'aula seguito da Piero, Sara e Alice.
Vorrei piangere in questo momento. Non so dove sbattere la testa, ma mi ricompongo quando noto la mia ragazza tornare con una bottiglietta d'acqua.
<< Bea... come va? >>
<< Ho paura. Tanta, troppa >> dice sedendosi accanto a me.
<< Ssh ci sono io ora. Vieni qua >> la abbraccio. Affonda il suo volto nell'incavo del mio collo mentre le accarezzo delicatamente i capelli.
Voglio proteggerla, a tutti i costi.
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Amabilmente odiosa
RomanceSe pensate che la protagonista della storia possa essere la classica ragazza presa di mira, magari anche bruttina e che arriva il bellissimo ragazzo a salvarla innamorandosi di lei, vi sbagliate! Una storia dove i ruoli saranno ribaltati. Lei: Beat...