Rientro in casa distrutto dal pianto e dalla giornata appena trascorsa. Troppe emozioni si sono riversate su di me e io non so gestirle.
Imserisco la chiave nella serratura e la faccio scattare aprendo la porta. Vedo mio fratello seduto sul divano che si tiene la testa fra le mani. Mi avvicino e mi siedo affianco a lui.
<< Ehi bro che succede? >> volta il suo sguardo verso di me e noto che ha pianto.
<< Mamma e papà... >> dette queste parole sento dei colpi e delle urla provenire da camera loro. Guardo verso il corridoio e cerco di interpretare qualche parole tra le urla.
Ennesima litigata che io e mio fratello non reggiamo più. Stanno ancora insieme solo per noi due, anche se a volte sembrano la coppia più bella del mondo.
Io preferirei che si separassero, che tutti e due fossero più sereni. Magari papà rimane qua per il lavoro e noi con mamma torniamo a Roseto. Ognuno si dovrebbe prendere i propri spazi e forse così riusciremmo a vivere anche meglio.
La porta di camera si apre e le voci più ovattate ora si fanno limpide e chiare.
<< Basta Eleonora, sempre le stesse cose mi devi dire. Nessuno ti ha chiesto di venirmi dietro >> vedo mio fratello stringere gli occhi, così lo faccio appoggiare al mio petto e lo abbraccio
<< Come avremmo dovuto fare con i nostri figli? Ma ci pensi ogni tanto a loro o no? No perchè tu sei il solito menefreghista e noi dobbiamo sempre venirti dietro... >>
<< Vai. Tornatene a Roseto almeno sei contenta e la pianti di massacrarmi in tutto e per tutto. Se sono qua è anche per i miei figli e per te. Senza queste promozioni non andiamo avanti e lo sai bene. Ma ti pensi che io non sia stanco di te e delle tue pretese? Ti pensi che io qua ci stia bene? Anche io vorrei essere Roseto >> le dice mio padre esasperato.
Mi alzo dal divano e percorro il corridoio che mi separa dalla stanza. Arrivo dietro di loro e li sorprendo, senza nemmeno salutare.
<< Evoi cosa pensate? Io e mio fratello siamo stanchi di tutto questo, non è più vita. Se proprio dovete litigare, perfavore, fatelo quando Ern non è in casa, ok? >> non aspetto risposta, ritorno in salotto, prendo mio fratello e lo porto in camera con me a giocare con l'Xbox giusto per farlo distrarre. Non chiedo molto, non chiedo di essere ricco, di avere il massimo della felicità, una famiglia perfetta, vorrei solo un po' di serenità, di tranquillità; vivere come un normale ragazzo di 17 anni.
Il campanello del portone suona, lascio una carezza sulla testa a mio fratello e vado ad aprire.
Quasi non mi prende un colpo alla vista di Sara. Esco sullo scalino e appoggio la porta alle mie spalle.
<< Sara >> dico meravigliato.
<< Ciao >> risponde con un mezzo sorriso. Noto che sta guardando la porta alle mie spalle e io sono quasi in imbarazzo a non farla entrare.
<< Scusa se non ti faccio entrare, ma c'è aria di burrasca tra i miei e voglio evitarti scene pietose >> annuisce arricciando le labbra.
<< Capisco. Allora me ne vado >> mi fa segno con la mano e si volta.
<< Aspetta >> afferro il suo polso e il suo sguardo ricade sulla mia mano che stringe il suo braccio per poi incastrarsi con il mio; << Avevi bisogno di qualcosa? >>
<< No tranquillo >> la guardo come per dirle che è pazza. Dopo la discussione, se è qua, vuol dire che c'è qualcosa; << No è che... ho parlato con Piero e... comunque io ho bisogno di te >> rimango per un attimo spiazzato dalle sue parole, non so ne che dire, ne come reagire. Sorrido leggermente e la tiro verso di me facendola sprofondare tra le mie braccia. Affonda il suo viso nell'incavo tra la mia spalla e il mio collo. Le sue braccia circondano il mio collo, le mie la sua schiena. La stringo ancora di più a me, i nostri corpi sono ad un contatto strettissimo e io sto meglio.
<< Forse abbiamo corso troppo, ma io con te sto bene, ho bisogno di te, del tuo sorriso e del tuo supporto. Ed io per te ci sarò sempre, come è giusto che faccia un migliore amico >> si stacca da me e mi guarda con occhi che brillano, quasi. Mi accarezza una guancia, chiudo gli occhi inclinando la testa verso il suo braccio mentre appoggio la mia mano sulla sua.
<< Grazie di tutto Gian >> le lascio un bacio sulla guancia e la riabbraccio avvicinando la mia bocca al suo orecchio.
<< Ssh, è giusto così. Non meriti di soffrire. Ti proteggerò se avrai bisogno >> le dico per poi lasciarle un leggero bacio sulla guancia.
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Amabilmente odiosa
RomanceSe pensate che la protagonista della storia possa essere la classica ragazza presa di mira, magari anche bruttina e che arriva il bellissimo ragazzo a salvarla innamorandosi di lei, vi sbagliate! Una storia dove i ruoli saranno ribaltati. Lei: Beat...
